Se Pingu diventa
uno scugnizzo della Sanità

Il cartone Pingu con doppiaggio in napoletano, tratto da Citazioni Napoletane. Sotto, Giuseppe Zambon
Il cartone Pingu con doppiaggio in napoletano, tratto da Citazioni Napoletane. Sotto, Giuseppe Zambon
di Aldo Balestra
Sabato 13 Giugno 2020, 00:05 - Ultimo agg. 00:07
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Ad essere un fenomeno virale, ormai, non c'è dubbio. I numeri fanno riflettere, e sono sempre in crescita. Ma è inevitabile che uno se lo chieda: che c’entra il calore della Sanità di Napoli, tra i quartieri simbolo della città partenopea, con i brividi del Polo Sud? E i ragazzini che inseguono il pallone nel quartiere con i passatempi di due fratelli pinguini, Pingu e «’Aitàno», sempre in lite ma pronti a giocare laggiù al gelo? E se dico «sì tutt’ sciemm’», non rende forse meglio e prima del suono gutturale di Pingu nell’omonima serie originale di cartoni animati, in tv da trent’anni?

Se il sole di Napoli riesce a sciogliere persino il gelo dell’Antartide è merito del Zambon, un ragazzo di 24 anni dal cognome incontestabilmente veneto («avrò avuto qualche avo», spiega) ma dal verace sangue partenopeo. Del Rione Sanità, dove è nato e cresciuto. A pallone, in quei vicoli, Giuseppe Zambon ha giocato per davvero. Pensava addirittura di diventare un calciatore. Pallone e sudate, sudate e pallone. E voleva un bene dell’anima al nonno Antonio, che gli ha trasmesso un grande amore per le poesie e i film di Totò. E che gli ha regalato per anni due soldini per le patatine e i gelati.

Partiamo da qui, da odori di pizza e ragù, solidarietà e violenza, urla e gran cuore della Sanità più verace per spiegare questo nuovo fenomeno artistico made in Naples. Un progetto di nicchia, che però spopola sul web e raccoglie, da tre anni, un consenso trasversale per età («dai 4 ai 70 anni», spiega Giuseppe) e che si riassume in numeri importanti: 8 milioni di visualizzazioni tra Facebook e Instagram e oltre 3 milioni su Youtube. Ma non è proprio da Napoli, poi, che certi spunti di comicità e teatro sono andati alla conquista del mondo? Sarà forse per questo che a «Citazioni napoletane» le views e i messaggi di complimenti arrivano copiosi anche da Germania, Inghilterra, Usa e Svizzera, la «patria» artistica di Pingu.

Questo pinguino ingenuotto e un po’ ribelle, nè tattico nè nucleare, nato dalla fantasia di Otmar Gutmann che provvide a plasmarlo con la tecnica del claymation (l’animazione di personaggi con plastilina), vive al Polo Sud con la sua famiglia. È qui che Giuseppe Zambon, trasferitosi nel frattempo dal rione Sanità ad Acerra, «crea» il suo Pingu napoletano, e come caratterizzarlo se non con il più partenopeo dei cognomi, Pinguin Esposito? Fu proprio un documentario sui pinguini, la scoperta del personaggio Pingu e la voglia di mettersi in gioco a dare il là al progetto: "Altrimenti - dice Giuseppe - chissà come sarebbe andata a finire".

Ecco la community di amanti della napoletanità verace, cercate sul web «Citazioni napoletane», e in nome di questa Giuseppe inizia il doppiaggio in dialetto stretto - ma assolutamente comprensibile e mai volgare - degli episodi di cartoni animati di Pingu. Il pinguino pasticcione e suo fratello, il piccolo Gaetano, «‘Aitàno», il papà portalettere che consegna plichi in Antartide, mica a Napoli, la mamma casalinga che fa servizi, cucina, si tatua le sopracciglia, va ai concerti dei neomelodici e dirime i contrasti tra i figli che giocano, litigano, ma in fondo si vogliono un gran bene.

«È la tipica famiglia napoletana popolare che si ritrova in quei cartoni», spiega Giuseppe, che fa tutto da solo, ora con qualche tecnica di montaggio in più e persino note neo-melodiche nei momenti clou: è lui che guarda il cartone muto, immagina le battute, le scrive e doppia con versatilità vocale partenopea ogni personaggio del cartoon, dando originalità e struttura - qujesta sì bella sostenuta, ascoltare per credere - ai dialoghi.
Si diverte da morire, Giuseppe, e fa ridere (assai) gli altri. Il Polo Sud, in fondo, non è molto lontano dal Rione Sanità di Napoli.
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