L'invasione del pomodoro made in China: Napoli e Salerno hub dell'oro rosso

L'invasione del pomodoro made in China: Napoli e Salerno hub dell'oro rosso
di Francesca Cicatelli
Venerdì 19 Gennaio 2018, 20:39
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Non è tutto «oro rosso» quel che luccica. I porti di Napoli e Salerno smistano la maggiore quantità di concentrato di pomodoro straniero in Italia. Il pomodoro alimenta una filiera dal fatturato annuo di 10 miliardi di dollari, di cui 3 solo nello Stivale. In questo mercato globale, il pomodoro coltivato italiano, il “pelato”, la “passata” quanto valgono? Chi e come riesce a competere?

Petrolio “Passione Rossa” viaggia dai campi di pomodoro in Cina dove Liu Yi, il magnate cinese esporta concentrato di pomodoro in 130 Paesi, Italia compresa, sino agli Stati Uniti dove il colosso americano Heinz ha il monopolio del ketch-up e il californiano Chris Rufer, lo Steve Jobs del pomodoro, produce quanto Italia e Cina.  Petrolio documenta la situazione in Africa, in Ghana, in cui l’invasione del pomodoro Made in China ha ucciso l’agricoltura locale, contribuendo all’ondata migratoria. Gli stessi lavoratori fuggiti dal Ghana, oggi popolano le bidonville in provincia di Foggia, dove si coltivano tre quarti del pomodoro italiano. Il tragico paradosso della «globalizzazione della miseria» spinge gli stessi ghanesi fuggiti dalle campagne impoverite in Africa a popolare le bidonville fuori controllo della provincia di Foggia, in condizioni igieniche inammissibili, vanno ad alimentare la fragilità di una filiera che ormai costringe i piccoli produttori a usare il “caporalato” per la raccolta. Il risultato del fallimento dell’agricoltura del nord della Puglia è una criminalità dilagante, la quarta mafia italiana secondo gli investigatori ha preso piede lì.
 

Non mancano per fortuna le eccezioni di imprenditori che lavorando sulla qualità  e sulla filiera hanno conquistato nicchie di mercato così come in Emilia-Romagna dove si coltiva e si trasforma con successo. Cronaca di un viaggio nell’oro rosso dove a rischio è la qualità del prodotto e il lavoro di tutta la filiera, stretta in un ingranaggio globale che abbatte i prezzi e schiaccia le parti più deboli. Ospiti di Duilio Giammaria la dirigente dell'assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Roberta Chiarini, la nutrizionista Sara Farnetti, il giornalista Pino Corrias e l’ex magistrato e presidente dell’Osservatorio sulla criminalità nel settore agroalimentare della Coldiretti Gian Carlo Caselli.
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