Rai, chi entra per il dopo Fazio: Cattelan favorito, gelo di FI su Giletti. Difficile arrivare a Bonolis

L’ex conduttore di x factor ha il profilo giusto: ecumenico e moderato

Rai, chi entra per il dopo Fazio: Cattelan favorito, gelo di FI su Giletti
Rai, chi entra per il dopo Fazio: Cattelan favorito, gelo di FI su Giletti
di Francesco Bechis
Martedì 16 Maggio 2023, 21:32 - Ultimo agg. 19 Maggio, 10:16
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Volto pulito, sorriso a trentadue denti e quell’aplomb televisivo buono per grandi e piccini. Rubrica gonfia, internazionale. Se non fosse per l’età, 58 e 43 anni, e per la geografia - ligure il primo, piemontese doc il secondo - si potrebbe perfino pensare a Fabio Fazio e Alessandro Cattelan come a due cugini primi della tv italiana popolare e pop, scrivania e tazza firmata. 

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CHE TEMPO CHE FARÀ

È un pensiero che sfiora in queste ore la nuova dirigenza Rai costretta a cercare e anche in fretta un rimpiazzo al conduttore (e alla spalla Luciana Littizzetto) di Che Tempo che fa, la trasmissione da ascolti e costi record che dopo venti anni di servizio pubblico traslocherà su Discovery fra mille polemiche.

Trattative in corso. Cattelan è un giovane veterano, dieci anni di X Factor alle spalle e una rete sconfinata di rapporti trasversali: musica pop, disco e rap, cinema, tv e politica. Moderato, ecumenico come e più di Fazio (anche se quella prima euforica intervista alla neosegretaria dem Elly Schlein, in diretta Rai, ha inarcato più di un sopracciglio tra i fratelli d’Italia). Mattatore da prima serata, Cattelan, che da un anno però guida la seconda su Rai 2 con Stasera c’è Cattelan, programma che ha riscosso alterni successi. Ora per lui, cachet permettendo, c’è in serbo una prima serata. Magari proprio quella lasciata libera da Fazio-Littizzetto il sabato e la domenica sera. Dopotutto l’ex presentatore di X Factor conosce il format, è cucito su misura per un night talk modello Usa, alla Jimmy Fallon (sono amici). E se alla scrivania di Fazio si sono seduti uno ad uno tutti i grandi, dal Papa a Obama, dagli Oasis a Ed Sheeran, anche Cattelan non scherza e sulla sua poltrona a Sky ha fatto sedere gente come la regina del pop Dua Lipa e Robbie Williams, Amanda Lear e la top model Emily Ratajkowski. Alternative? Ce ne sono, la nuova dirigenza Rai le sta già passando al vaglio ma non sono semplici da mandare in porto. 

 

Sulla scrivania del neo-ad Roberto Sergio e del futuro direttore generale Giampaolo Rossi gli altri nomi suggeriti per il post-Fazio sono due: Massimo Giletti e Paolo Bonolis. Il ritorno in Rai del conduttore di Non è l’Arena in uscita da La7, però, si è fatto in salita. Spiegano da viale Mazzini che in zona Forza Italia il nome di Giletti non sia considerato il “più adatto”. Che c’entri la serie di puntate-inchiesta sui casi giudiziari di mafia e le allusioni del pentito Salvatore Baiardo contro Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, peraltro all’attenzione della Procura di Firenze, è tutto da dimostrare. Fatto sta che l’approdo di Giletti alla tv pubblica è per il momento congelato. Bonolis? Piace a tutti e non fa eccezione la Rai sovrana e sovranista. Ma a Mediaset il conduttore è blindato come la prima ballerina del Bolsoj e per strapparlo al Biscione dopo una carriera stellare ci vuole davvero un contratto monstre. Si è detto e scritto nei giorni scorsi che della partita è anche Nicola Porro, giornalista e conduttore di Quarta Repubblica su Rete 4. Vero, la trattativa per portarlo in Rai c’è e va da sé per una prima serata, ma non è lui il volto più adatto per replicare le interviste pacate e non esattamente pungenti che hanno fatto del programma di Fazio un appuntamento fisso, irrinunciabile per i raispettatori. Si vedrà. 

LA QUADRA DEI TG

I palinsesti incombono e dunque è probabile che un quadro completo si abbia già nel Cda del 25 maggio, quando la Rai conservatrice cercherà di chiudere il tetris tra Tg e direzioni generali. L’accordo c’è, non ci saranno sorprese. Al Tg2 andrà Antonio Preziosi in quota FI, Nicola Rao alle Relazioni esterne. Al Tg1 è fatta ormai per Gian Marco Chiocci, direttore Adnkronos. Contratto di un anno, come un anno durerà l’Ad Sergio che lo ha chiamato, poi l’eventuale rinnovo. Da sempre le nomine esterne agitano la macchina Rai, di qui la precauzione presa per il prossimo direttore che comunque conta anche sulla stima personale della premier Giorgia Meloni.

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