Coronavirus, le ricercatrici dello Spallanzani: «Noi a Sanremo? No, dobbiamo lavorare»

Coronavirus, le ricercatrici dello Spallanzani: «Noi a Sanremo? No, dobbiamo lavorare»
Coronavirus, le ricercatrici dello Spallanzani: «Noi a Sanremo? No, dobbiamo lavorare»
Martedì 4 Febbraio 2020, 19:14 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 00:57
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Le tre ricercatrici dell'ospedale Spallanzani di Roma, Maria Rosaria Capobianchi, Francesca Colavita e Concetta Castilletti, che hanno isolato il coronavirus, sono state invitate al Festival di Sanremo. La Rai - riporta Adnkronos - si sta muovendo per ospitarle in un momento del festival ed omaggiarne i successi scientifici. Tuttavia, la dottoressa Concetta Castilletti ha per ora escluso questa ipotesi: «Invito a Sanremo? Impossibile lasciare il laboratorio in questo momento di intenso lavoro: siamo impegnate a coltivare il coronavirus e a distribuirlo ai laboratori che dovranno studiarlo. E anche nelle attività di controllo per i test che potrebbero essere necessari». 

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Risponde così, Concetta Castilletti, la virologa dello Spallanzani - anche a nome delle colleghe Maria Rosaria Capobianchi e Francesca Colavita che con lei hanno isolato il coronavirus - al segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi (Iv) che, in un post su Facebook, ha proposto di «invitare e dare massima visibilità con un posto in prima fila al festival alle tre ricercatrici», sia per dimostrare attenzione al ruolo femminile sia per inviare un messaggio tranquillizzante sull'epidemia.
 


«Ringrazio anche a nome delle mie colleghe per questo pensiero - ha detto all'Adnkronos Salute Castilletti - ma in questo momento privare il laboratorio di tre persone sarebbe davvero impossibile. Dopo l'annuncio di domenica ci siamo rese conto che mancare anche un solo giorno è complicato. Inoltre mi sembrerebbe poco rispettoso rispetto agli altri colleghi perché il risultato raggiunto con l'isolamento del virus è stato ottenuto da un'intera squadra». Dopo l'annuncio di domenica, ha ammesso Castilletti, «siamo state veramente travolte. Vogliamo tornare alla normalità e concentrarci sul lavoro che, in questo momento, non può essere trascurato nemmeno per poco tempo. Abbiamo già esagerato con i riflettori, non siamo abituate e preferiamo dare il nostro contributo dove serve di più».

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