Sanremo 2021 va verso aprile e assolve Fedez con biasimo

Sanremo 2021 va verso aprile e assolve Fedez con biasimo
di Federico Vacalebre
Lunedì 1 Febbraio 2021, 08:00
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Sanremo ancora non sa se avrà un pubblico in sala, sia pur di figuranti, pagati e tamponati, forse nemmeno se si farà davvero nelle date annunciate, dal 2 al 6 marzo, o se slitterà di qualche settimana, magari prima della fine di aprile, entro il famigerato «periodo di garanzia» in cui gli ascolti televisivi valgono milioni di euro, visto che sono quelli in base ai quali i pubblicitari stabiliscono i budget da spendere l'anno successivo. Insomma, più salgono gli ascolti più salgono gli investimenti, per cui se il Festival non portasse la sua dote di share a mamma Rai, sforando quel periodo, gli investimenti per l'anno successivo sarebbe notevolmente più bassi. E non è detto che gli sponsor già sotto contratto, quelli del 2020 valevano 37 milioni di euro, sarebbero ancora interessati a una kermesse che si avvicini troppo al periodo estivo.

Fedez, invece, già sa che l'ha fatta franca, e forse anche sporca. «Chiamami per nome», il brano con cui è in gara in coppia con Francesca Michielin, resta in gara.

L'organizzazione e il direttore artistico, ovvero la Rai e Amadeus, «pur esprimendo serio biasimo per l'accaduto, non ritengono di dover prendere alcun provvedimento in merito», dice la nota dettata alle agenzie: «La durata nell'interpretazione nel video - postato e successivamente cancellato dall'artista - risulta infatti essere estremamente ridotta e tale da non svelare di per sé il brano, che non può considerarsi diffuso e che mantiene quindi la caratteristica di novità richiesta dal regolamento della manifestazione». Insomma, come era stato facile prevedere, visti anche i precedenti, il rapper è stato graziato, mentre il Codacons ne chiedeva, puntualmente, l'allontanamento.

È improbabile che il «biasimo» incassato non faccia dormire di notte Federico Leonardo Lucia, come risulta all'anagrafe il «comunista con il Rolex». In pochi credono all'«errore» di pubblicazione del post su un account Instagram da 11.6 milioni di follower, che intanto, pur mutato prima e rimosso poi, continua a circolare grazie a qualche strategico re-post. In molti pensano ad una campagna di marketing capace di generare «hype» nel tedio di questi giorni di clausura o quasi. Con pochi secondi, meno di una decina, della sua canzone Fedez sarebbe riuscito ad attirare su di sé gli occhi di mezza Italietta. L'autospoiler compiuto, dopo 24 ore drammatizzate con sapienza, potrebbe, però essere la classica montagna che ha partorito il topolino: da nessuna parte si è alzata grande curiosità per il pezzo in questione, scritto dai due con Davide Simonetta, Mahmood e Alessandro Raina. I pochi secondi di quello che sembrava il ritornello non hanno accesso grande curiosità/attesa sui contenuti e le qualità del brano.

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A questo punto il cerino è in mano al Cts. Amadeus rimane, Fedez rimane, ma se non ora - nel senso di 2-6 marzo - quando? E come? Sul terreno le incognite sono, infatti, molte: dalla rognosa questione del pubblico di figuranti tamponati a quella di un rinvio della manifestazione sperando che la campagna di vaccinazione ingrani e permetta di affrontare con maggior serenità l'ambaradan sanremese, allontanando il rischio - comunque sempre presente - di trovarsi alla fatidica ora X in zona arancione, o peggio ancora gialla.

Entro domani la Rai deve inviare ai tecnici il protocollo, pronto da tempo, ma ancora al centro di un lavoro di lima che medi tra le indicazioni degli esperti e le esigenze dello spettacolo. «Faccio parte di una squadra e mi uniformo a quello che dice l'allenatore», svicola Walter Vacchino, il patron del teatro Ariston di Sanremo sull'ipotesi di spostamento delle date del Festival: «Spetta ad altri decidere e noi assecondiamo la scelta», aggiunge. Come tutti i cinema e i teatri, al momento l'Ariston è chiuso per l'emergenza sanitaria da Coronavirus, ma, come molti studi televisivi, pullula di tecnici ed addetti ai lavori, sempre nel rispetto delle norme adottate contro la pandemia.

A questo punto, si aspetta la decisione del Cts prima di riprendere le trattative in corso (dopo Elodie, Matilda De Angelis e Naomi Campbell si parlava di altre due primedonne del calibro di Carla Bruni e Monica Bellucci), come il progetto di coinvolgere cinque teatri, tra cui il San Carlo, per collegamenti dedicati all'emergenza cultura.
«Chiamami per nome», insomma, ma, soprattutto, tu dimmi «Quando, quando, quando» per dirla con il classico che Tony Renis presentò al Sanremo 1962, in doppia esibizione con Emilio Pericoli. Anche perché il 10 febbraio era previsto l'inizio delle prove dei cantanti con l'orchestra, a Roma. 

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