Sanremo Giovani, ecco gli otto finalisti. E all'Ariston arriva il dramma Ilva

Sanremo Giovani, ecco gli otto finalisti. E all'Ariston arriva il dramma Ilva
di Federico Vacalebre
Venerdì 20 Dicembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 10:05
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Eccoli gli otto di Sanremo Giovani, pronti a debuttare all'Ariston il 4 febbraio prossimo, tra big che in qualche caso potrebbero non essere più adulti di loro. Gabriella Martinelli e Lula («Il gigante d'acciaio») e Matteo Faustini («Nel bene e nel male») vengono da «Area Sanremo»; la quindicenne Tecla Insolia («8 marzo») da «Sanremo young, gli altri dai duelli di ieri sera in diretta su Raiuno dal teatrino del casinò: il figlio e nipote d'arte Leo Gassmann («Va bene così») ha battuto per un soffio Thomas («Ne80», dance-funky a presa rapida che cita Queen, Sting e «Billie Jean»), l'italonigeriano Fadi («Due noi») i Rèclame («Il viaggio di ritorno», roba da figli di un Battiato molto minore, ma comunque sopra la media della gara), Marco Sentieri da Casal di Principe («Billy Blu», pezzo postumo di Giampiero Artegiani su un bullizzato che salva dal suicidio il suo antico «torturatore») Shari («Stella»), il trapper Fasma («Per sentirmi vivo») l'altro trapper Jefeo («Un due tre stella»), gli Eugenio in via Di Gioia («Tsunami», uno dei pezzi migliori, non a caso griffato Dardust/Faini) Avincola («Un rider»).

Tra poche donne e poco Sud, musicalmente schiacciati su trap, rap, indie e persistenze melodiche, i giovani di Sanremo Giovani 2020 sono il ritratto di un paese per vecchi, una cronaca di ordinaria precarietà e palpabilissimo disagio generazionale. Cantano il dramma dell'Ilva di Taranto (Martinelli e Lula): «Mio padre lavora in un posto grandissimo,/ lui lo chiama il gigante d'acciaio/ Con grandi camini che fumano sul mare/ e gli ho sentito dire che da lavoro a 10.000 persone./ Eppure papà da lì se ne vuole andare./ Dice sempre Non possiamo scegliere se vivere o lavorare.../ Se scappare o morire». Cantano la forza delle donne e il giorno della loro festa (Insolia). Cantano di rider innamorati e perplessi (Avincola), di chi balla mentre il mondo affonda (gli Eivdg), di amori sbagliati (Fasma), di periferie e case popolari (Jefeo), di spaesamenti totali (i Rèclame), di amiche scomparse tragicamente (Shari), di febbre del sabato sera (Thomas). Di bulli senza pupi (Sentieri).

Vengono dai talent (soprattutto «Amici») come dalle feste di piazza, dal nulla come dai circuiti alternativi. Escluso Fadi e un po' Thomas, qualificati ed eliminati sembrano non aver ragione di essere allegri, o almeno non lo mettono in canzone, non a Sanremo. Più integrati che apocalittici, di sicuro non trasgressivi, aspettano perplessi e attoniti i voti di Baudo, Clerici, Conti, Chiambretti e D'Alessio, oltre che del pubblico di casa, della giuria demoscopica e dei selezionatori, Amadeus in primis, che ha officiato la serata come chi preferisce prendere il Festival da lontano, rompendo il ghiaccio nell'attesa del debutto all'Ariston.

SuperPippo, 83 anni, è stanco ma qui si sente come a casa, è a casa: «Questi ragazzi sono in sintonia con i tempi, non puoi chiedere altro al Festival, se non quello di sfornare canzoni che siano l'orologio del tempo e, magari, anche di essere capaci di durare. Ero qui anche l'anno scorso di questi tempi, quando fu selezionato Mahmood, intuendo che qualcosa stava sbocciando. Quella cosa è sbocciata, succederà anche stavolta». Antonellona: «Io scommetto sulla mia Tecluccia, non solo perché è brava e viene dal mio babytalent, ma perché credo che nella musica come nello sport si debba emergere da giovanissimi, avere il tempo di maturare, ma anche di sbagliare e di riprovarci. Lei avrà 16 anni al Festival, altro che Gigliola Cinquetti: la Insolia ha l'età per sfondare». Carlo: «Mahmood, Ermal Meta, Irama, Ultimo, Gabbani vengono da qui, dal vero talent show della canzone italiana». Gigi: «Bravi, questi ragazzi, ma sono tutti tristi e incazzati: noi adulti dovremmo riflettere sul mondo che gli abbiamo consegnato».
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