Sanremo, Rula Jebreal: «La Rai mi ha chiesto di fare un passo indietro, ho rifiutato»

Sanremo, Rula Jebreal: «La Rai mi ha chiesto di fare un passo indietro, ho rifiutato»
Sanremo, Rula Jebreal: «La Rai mi ha chiesto di fare un passo indietro, ho rifiutato»
Lunedì 6 Gennaio 2020, 10:50 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 10:09
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Ancora polemiche sul caso Rula Jebreal dopo l'esclusione della giornalista dal festival di Sanremo. «Sabato scorso mi hanno telefonato pregandomi di fare io il passo, di rinunciare spontaneamente. Mi sono rifiutata. Gli ho mandato un messaggio scritto: se volete censurarmi dovete essere voi ad assumervene la responsabilità», spiega in un'intervista a Repubblica la giornalista palestinese naturalizzata italiana, consigliera del presidente francese Macron per il gender gap, analista di politica estera, nota al pubblico tv dagli inizi a La7 all'Annozero di Michele Santoro (2006), autrice di romanzi, impegnata in campagne sui diritti umani.

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«Evidentemente - aggiunge - qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi, a persone diverse come me che appartengono a un'Italia inclusiva, tollerante, aperta al mondo, impegnata in missioni di dialogo e di pace. In Rai c'è un brutto clima», sottolinea la Jebreali.
«Si trasmette un'immagine chiusa vecchia dell'Italia. Cosa vuol dire essere italiani? Avere tutti la pelle dello stesso colore e le stesse idee? L'Italia che noi sogniamo per i nostri figli è un paese collegato al resto del mondo. È un'Italia in cui c'è posto per Salvini ma anche per Liliana Segre e, se permettete, per Rula Jebreal. Io ho solidarizzato con Giorgia Meloni quando ha subito insulti misogini. Non vorrei che donne prestigiose e testimoni di violenza si sentissero allontanate dalle nostre manifestazioni più importanti. Mia madre si è suicidata dopo aver subito uno stupro. Penso sempre a lei quando visito i paesi in guerra. Sono stata la prima donna inviata dal New York Times in Siria dopo lo scoppio del conflitto».

 

 


Quanto alle accuse di avere definito l'Italia un Paese razzista, «resto allibita - dice la Jebreal - Sono grata all'Italia, e dopo quel che è successo intensificherò le mie presenze qui, non solo per venire a trovare mia figlia. Impegnarsi contro la xenofobia e la violenza sulle donne non deve essere né di destra né di sinistra. Se qualcosa devo rimproverarmi, è di non avere spiegato meglio quel che stavo facendo all'estero anche per onorare la mia cittadinanza italiana», conclude.

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