Serena Autieri e il sabato su Rai 1: «Le dediche? Terapeutiche»

Serena Autieri e il sabato su Rai 1: «Le dediche? Terapeutiche»
di Francesca Bellino
Venerdì 12 Novembre 2021, 11:47
4 Minuti di Lettura

Ultimamente a Serena Autieri piace ripetere il termine «serendipità», non solo perché contiene il suo nome, ma perché questa parola coniata dallo scrittore Horace Walpole rispecchia il momento che sta vivendo: trovare cose non cercate mentre ne sta cercando altre. Da quando la sua attenzione si è spostata sul valore delle «dediche» le sue giornate sono piene di epifanie e di scoperte inaspettate che nascono dall'incontro con persone capaci di rintracciare la gratitudine dentro se stesse.

Dopo l'esperienza estiva, Serena Autieri torna a condurre «Dedicato» su Raiuno in una versione pomeridiana il sabato alle 14 dallo studio 5 di via Teulada a Roma. Per indagare la sfera degli affetti e delle relazioni che ogni dedica nasconde, la cantattrice napoletana sarà affiancata da Gigi Marzullo e, per la parte musicale, da Enzo Campagnoli al pianoforte e dalla sua «house band». Nella prima puntata gli ospiti che apriranno i propri cassetti dei ricordi sono Stash e The Kolors, Dori Ghezzi, Tosca d'Aquino e Il Volo.
 

Serena, cos'è per te una dedica?
«La dedica è il cuore della vita perché quando facciamo una dedica mettiamo da parte il nostro ego.

Ci fa stare bene dedicare qualcosa a qualcuno. Mettiamo da parte un pizzico del nostro egoismo e stiamo meglio. È terapeutico. Il programma in estate è andato molto bene. Tutti abbiamo bisogno di vivere le emozioni che spesso vengono schiacciate dalla vita di tutti i giorni e di rimetterle in movimento. Sono felice che il viaggio iniziato in estate continui: è un viaggio d'amore nei confronti del pubblico che ci ha seguito».

Che novità ci sono nel programma?
«Il centro è sempre la dedica che è un modo per dire grazie a qualcuno. C'è la voglia di tornare al gesto di gratitudine verso chi è stato importante. Un tempo la dedica partiva dalla radio. Chi non ha dedicato una canzone alla radio? Noi raccontiamo le dediche fatte attraverso canzoni, ma anche con spezzoni di film, ricordi, poesie».

Sarete in uno studio nuovo.
«Sì, saremo in uno studio circolare che per me è anche un po' una casa della musica. Al centro ci sarò io con gli ospiti: scrittori, poeti, registi, artisti che possono raccontare a chi hanno dedicato un premio, ma anche musicisti e cantati che avranno la possibilità di esibirsi. Poi ci sarà un pubblico speciale: persone selezionate nel mondo dell'arte tra varie generazioni che a sorpresa potranno mostrare un talento artistico».

A chi fai la tua dedica oggi?
«Ne farei tre. Una alla mia famiglia, a mio marito e mia figlia che sono il mio albero e le mie radici forti. Li ringrazio per essermi accanto. Un'altra la farei al pubblico che non lo dimentico mai. Mi fa piacere renderlo felice in questo momento storico così duro, in tv come in teatro. La terza la farei a Raiuno».
Rete su cui sarai anche il 17 novembre per condurre «Prodigi», serata benefica di canto, ballo e musica realizzata in collaborazione con Unicef.
«Sì. L'anno scorso non abbiamo potuto realizzare l'evento, ma quest'anno siamo ben felici di tornare per la quinta edizione. Flavio Insinna, con cui ho condotto la serata due anni fa, ha consegnato le chiavi di casa e me e Gabriele Corsi. Lui partecipa come giurato speciale. È una bellissima gara di talento e solidarietà».

Che bambina è stata Serena Autieri?
«Una bambina curiosa. Avevo sempre voglia di fare e di imparare. A casa ballavo e cantavo. Non riuscivo mai a stare ferma, come oggi. I miei mi hanno portato spesso a teatro. Sono cresciuta nella musica. Mamma e papà ascoltavano Mina, Celentano, Morandi, Pino Daniele, Battisti, ma anche la musica classica. Ricordo Se telefonando e Grande grande grande, mentre la canzone napoletana l'ho conosciuta a casa di nonna Pasqualina e nonno Carmine. Non l'ho apprezzata subito, ma quando sono cresciuta me ne sono appropriata. La voce si arricchisce di armonici quando canti la melodia partenopea. Ci sono armonie incredibili. È Come un flusso che va da se, una cosa ancestrale che vive dentro di me».

Qual è la trasmissione che meno le piace della tv di oggi?
«Il Grande fratello. Amo le trasmissioni dove c'è il talento».
 

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