Serena Rossi: «La mia Mina Settembre napoletana ma moderna»

Serena Rossi: «La mia Mina Settembre napoletana ma moderna»
di Francesca Bellino
Giovedì 14 Gennaio 2021, 08:38
5 Minuti di Lettura

Mina Settembre ha tutte le carte in regola per diventare la nuova eroina della fiction italiana. Un’assistente sociale empatica, infaticabile, tenace, fiera, dinamica, sempre sorridente e con indosso un allegro cappottino rosso. A interpretarla è Serena Rossi che domenica e lunedì sarà protagonista delle prime due puntate della serie-tv di Raiuno liberamente tratta dai racconti di Maurizio de Giovanni Un giorno di Settembre a Natale e Un telegramma da Settembre (Sellerio). Gli episodi di «Mina Settembre» - coprodotti da Rai Fiction e Italian International Film di Fulvio e Paola Lucisano e diretti da Tiziana Aristarco – saranno dodici, dalla settimana prossima sempre in onda la domenica, e l’ambientazione, naturalmente, è Napoli nelle sue molteplici facce.

Mina vive al Vomero, ma prende la funicolare e va a lavorare come assistente sociale alla Sanità.
Serena, Mina è capace di aiutare tutti senza giudicare. Le somiglia un po’?
«Sì, molto. È una donna determinata, una napoletana moderna, che non punta sulla bellezza. È in continuo movimento, dentro e fuori, ed è indurita dalla vita, cosa che, per fortuna, non è un punto di contatto con me».
Avete cominciato a girare prima dell’emergenza Covid19 e siete rimasti a

Napoli anche durante il lockdown. Come ha vissuto questo ritorno nella sua città?
«È stato un dono poter trascorrere così tanto tempo a Napoli. Ho trovato i napoletani bisognosi di stare insieme e di aiutarsi. Napoli nella serie è protagonista. Viene fuori il temperamento della città. Abbiamo girato tanto nel rione Sanità e abbiamo ricevuto tanta solidarietà. È venuto fuori il grande cuore dei napoletani. Se verrà fuori anche dalla serie, ne sarò orgogliosa. Tiziana Aristarco non voleva tornare a casa. Napoli ti prende il cuore e poi sei fregato!».

È cambiato qualcosa sul set dopo l’arrivo del Covid-19?
«I napoletani volevano sempre offrirci caffè, acqua, il loro bagno. Dopo il Covid non abbiamo più potuto accettare, ma sono nate iniziative come la spesa sospesa. La gente ha sempre partecipato alle riprese, come in una delle prime scene, quando Domenico rischia di investirmi e io mi arrabbio: una signora si è affacciata e ha urlato “Ha fatto bene”».

Nel film Mina è al centro tra due uomini rivali, Giuseppe Zeno e Giorgio Pasotti, e sul set c’era anche il suo compagno, Davide Devenuto. C’è stato imbarazzo?
«Sì, Davide nella storia è il marito della mia migliore amica. È stato divertente, solo a volte c’è stato un po’ di imbarazzo. Ma sono stata felice di aver passato tempo con lui, con noi c’era anche il nostro bambino di 4 anni, Diego».

Che cosa le ha insegnato l’essere mamma?
«Che non posso avere il controllo su tutto.

L’ho capito a partire dal parto. Ma essere mamma mi viene naturale. L’ho desiderato tanto e sono molto presente nella vita di Diego». 

Riesce sempre a raggiungere i suoi obiettivi?
«Bisogna faticare per ottenere le cose. Ci vuole serietà, integrità, fatica. È quello che voglio insegnare a mio figlio. Finora mi sono sempre messa in gioco. Non mi piace mettermi i paletti. Mi lancio sempre in cose nuove che mi fanno tremare le gambe e ho una parabola che si ripete: inizio con entusiasmo alle stelle, poi ho un down totale, ma lavorando sodo vedo una luce e le cose vengono da sole. Da quando c’è Diego ho difficoltà a trovare l’equilibrio tra la Serena che vuole stare a casa e la Serena che vuole lavorare. Mi piacciono entrambe le cose. Vorrei stare ovunque».

A marzo condurrà «La canzone segreta». Di che si tratta?
«Sarà il nuovo show di Raiuno. Proporrò le canzoni del cuore a personaggi noti. Verranno fuori tante emozioni».

Le piacerebbe essere invitata al festival di Sanremo?
«Da bambina sognavo di essere la valletta mora di Pippo Baudo. Oggi ho imparato a non desiderare nulla, quello che verrà, sarà bello».
 

Perché ha abbandonato l’idea di una carriera da cantante?
«È una carriera che chiede una dedizione totale e una cifra stilistica che non ho. Una cosa è cantare in tv o nei film, un’altra è fare cd. Da ragazza volevo fare la cantante, ma quando ho scoperto la recitazione, il canto è diventato un accessorio che arricchisce la recitazione».
 

Cantante preferita?
«Amo più le grandi interpreti delle grandi voci. Mi conquista l’emozione che c’è dentro una canzone. A Mina preferisco Ornella Vanoni. Da ragazza ho amato Norah Jones».
 

Impegni futuri?
«Ho in programma altre due serie e devono uscire due film, “Diabolik” dei fratelli Manetti e “La tristezza ha il sonno leggero”, un’opera prima con Stefania Sandrelli».
 

È scaramantica?
«Mia Martini mi ha insegnato a non esserlo. Sono un po’ scaramantica e un po’ riservata».
 

I segreti del suo successo?
«Ho preso tante porte in faccia ma sono andata avanti a testa bassa. Sono fiera di essere arrivata senza scorciatoie. È la mia rivincita contro i pregiudizi: mi consideravano inadatta al cinema perché avevo fatto “Un posto al sole”. Mi spingevano a scegliere se recitare o cantare. Ma io volevo fare tutto come le americane, alla fine ci sono riuscita e oggi parlo con i registi, i produttori, i direttori di rete senza avere santi in paradiso: se me l’avessero detto qualche anno fa non ci avrei creduto». 

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