Stefano De Martino torna in tv: «Riecco Made in Sud con le gag post-pandemia»

Stefano De Martino torna in tv: «Riecco Made in Sud con le gag post-pandemia»
di Giuliana Covella
Martedì 16 Giugno 2020, 10:00
4 Minuti di Lettura

«Torneremo con un'edizione post Covid-19 con tutte le dovute restrizioni, ma sarà la nostra carica per ricominciare con una nuova ottica sul mondo». Grintoso e versatile, Stefano De Martino, ex ballerino di «Amici» e marito di Belen Rodriguez (di cui preferisce non parlare), snocciola a piccole dosi i nuovi «ingredienti» di «Made in Sud», che condurrà su Raidue da stasera alle 21.20 per sei puntate. Niente pubblico in sala, sketch a debita distanza tra gli attori che saliranno sul palco dell'auditorium del centro di produzione di Napoli e applausi registrati tra le novità, come annuncia il produttore Nando Mormone della Tunnel: «Avremo tre grandi ospiti fissi, Sal Da Vinci, che inizierà con un medley sotto le mentite spoglie di uno chef; Enzo Avitabile che rileggerà il suo repertorio con ospiti, si comincia con Clementino; Lello Arena che darà voce con Paolo Caiazzo al mondo degli anziani post-coronavirus. Poi tanti comici storici ed emergenti; il Virus buono, per sdrammatizzare agli occhi dei bambini il trauma della pandemia; un omaggio a Renato Carosone a 100 anni dalla nascita».
 


De Martino, è il suo secondo anno alla conduzione di «Made in Sud».
«È vero, ma mi sento più uno showman, perché mi piace ballare, cantare e intrattenere».

Quali sono i suoi modelli?
«Essendo dell'89 sono legato all'analogico. Sono cresciuto con programmi come Indietro tutta di Arbore. Quel modo di fare televisione era all'avanguardia per quei tempi. Si lasciava spazio agli attori di improvvisare e c'era la cultura dell'intrattenimento. Venendo a tempi più recenti, Fiorello incarna lo showman italiano per eccellenza».

Come sarà il nuovo «Made in Sud»?
«Avremo una particolare attenzione, dato il periodo, per i temi di attualità e non più come prima puntate monotematiche a cui erano legate le gag. Tutto sarà dedicato in una chiave diversa a questo evento storico (il Covid) che ha cambiato le nostre vite».

Anche quest'anno sua compagna d'avventura sul palco sarà Fatima Trotta con le incursioni comiche di Biagio Izzo: com'è il rapporto con loro?
«Squadra che vince non si cambia. Tutto ciò che è meccanicismo toglie spontaneità al programma. Tra noi c'è un equilibrio che ci ha resi un trio rodato e affiatato. Insieme naturalmente ai comici che si esibiranno, molti dei quali sono volti storici della trasmissione».

Com'è stata la sua quarantena in vista del ritorno in tv?
«Tra slanci da assecondare e sana pigrizia. Ho visto tanta televisione, che con la pandemia è tornata ad essere la compagna delle nostre giornate, come accadeva una volta. Mi sono dedicato poi a progetti tutti miei su cui ho iniziato a lavorare, tra cui un programma tutto mio».

Un varietà?
«Sì, sarebbe il mio sogno».

Intanto nei prossimi mesi la vedremo, anzi la ascolteremo nelle vesti di doppiatore...
«Ho doppiato una volpe artica nel film d'animazione Artic - Un'avventura glaciale, la cui uscita è stata rinviata e per cui ho imparato a far sparire ogni inflessione dialettale grazie al mio coach Patrizio Prata. Ho accettato questa sfida per mio figlio Santiago, per cui vedermi doppiare un cartone animato è stato motivo di orgoglio».

A settembre festeggerà dieci anni di carriera. Cosa ricorda della sua prima volta sul palco?
«Debuttai come ballerino ad Amici con Maria De Filippi, mentre il giorno prima facevo il fruttivendolo a Torre Annunziata».

Come affronterà il debutto di stasera?
«Salirò sul palco ripensando a un ricordo di bambino».

Quale?
«Era il 4 giugno 1994. Avevo 5 anni e nella mia mente oggi riaffiora l'immagine di mio padre in cucina mentre diceva a mia madre che era morto Massimo Troisi.
Scoppiai in lacrime pensando fosse una persona di famiglia. Per ogni napoletano che mette piede su un palcoscenico Troisi sarà sempre un importante punto di riferimento». 

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