Dopo tre mesi lontano dal set, anche Alberto Rossi è tornato a vestire i panni di Michele Saviani, l'amato giornalista di Un posto al sole che - nella soap - per motivi di lavoro era dovuto partire per Milano. Una partenza che aveva allarmato i suoi fan generando un certo scalpore sui social: «Io avevo postato un paio di video su Instagram dove spiegavo che non potevo dare notizie importanti per motivi contrattuali». Anche dopo un'uscita gli attori non possono spoilerare nulla: «Questo ha decisamente destabilizzato i miei fan che però mi hanno supportato». L'attore ammette che non è stato affatto facile affrontare questo periodo di pausa dal set: «È stato un periodo particolare. Tra i mesi di pieno inverno, e la pandemia, è stata davvero dura». Durante questo intervallo di tempo lontano da Upas, si è dedicato alla famiglia, alla figlia, e ha rimesso al centro il proprio benessere. Così, tra un allenamento e l'altro, Alberto è tornato sul set con un look del nuovo: non solo ha perso 10 kg, ma ha anche optato per un taglio di capelli più sbarazzino.
A quanto pare è stato un distacco non solo utile per rigenerarlo, ma anche necessario per motivi di sceneggiatura: «Dopo tutta la storia che abbiamo vissuto io e Silvia, un allontanamento, a livello di sceneggiatura, poteva dare respiro e agio a questa coppia.
Il suo è indiscutibilmente uno tra i volti più "fedeli" di Un posto al sole: «Qui ho trascorso quasi più della metà della mia vita». Poi racconta: «Quando ho iniziato ho avuto la fortuna di avere un fratello che lavorava in un giornale, non come giornalista ma nella parte finanziaria, e gli ho chiesto di incontrare alcuni dei suoi redattori. Così ho creato il mio personaggio». Una fonte d'ispirazione che l'ha aiutato a perfezionare e conquistare in modo crescente la sua fetta di telespettatori. E si può dire che mentre vestiva i panni del giornalista Michele Saviani, il set di Un posto al sole l'ha visto cresce, diventare uomo e formare famiglia. Anche il personaggio interpretato nella soap sembra averlo seguito nel suo percorso di crescita personale e professionale: «Michele mi ha accompagnato e continua ad accompagnarmi. Mi ha anche aiutato. Mi è servito». «In quasi 30 anni di Un posto al sole ho avuto la possibilità, con un unico personaggio, di fare una serie infinita di cose: affrontare situazioni sentimentali, professionali, genitoriali, amicali: un po' di tutto». Ed «è inevitabile che ci siano degli aspetti di Michele che mi appartengono, però quando svesto i suoi panni, li lascio in camerino, e vesto i miei». Perché «il personaggio lo vivi e lo crei solo nel momento in cui deve essere creato».
Guardando all'avvenire e ai suoi progetti: «Di cose ne ho fatte, poi però mi sono detto: perché spingere più di tanto? Poi rischi di aggrovigliarti come le eliche che finiscono per girare a vuoto. Così mi sono ripetuto: fai bene quello che fai. Se poi capiteranno altre cose sarà ancora meglio, ed ovviamente mi opererò per farle capitare, ma se non capitano va bene così. Per ora sono un privilegiato, e se sono rimasto per più di 26 anni, vuol dire che qualcosina l'ho saputa fare», conclude con ironia.