Agnano, il presidente D'Angelo:
«Un progetto sempre più europeo»

Agnano, il presidente D'Angelo: «Un progetto sempre più europeo»
di Francesco De Luca
Domenica 22 Settembre 2019, 14:00
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Ci sono storie che cambiano e miracoli imprenditoriali che si realizzano proprio quando la situazione sembra disperata. Come è accaduto ad Agnano. Sei anni fa sull'orlo del fallimento, l'ippodromo del prestigioso Gran Premio Lotteria, la casa di Varenne, venne rilevato da un gruppo di appassionati guidati da Pierluigi D'Angelo e dai suoi fratelli, già proprietari dell'impianto del Garigliano. Il miracolo si è realizzato, come testimonia l'organizzazione per la terza volta del Derby di trotto, quello che era un evento romano, assegnato ad Agnano - e alla sua società Ippodromi Partenopei, presieduta da D'Angelo - perché «questo è l'ippodromo più efficiente», come precisato dal Mipaaf, il ministero delle Politiche Agricole.

Presidente D'Angelo, come siete riusciti a rafforzare Agnano in questi anni?
«Lavoriamo nell'interesse dei nostri 80 dipendenti e di una filiera che complessivamente riguarda mille famiglie, considerando tutti coloro che a vario titolo operano quotidianamente dall'esterno per il funzionamento dell'ippodromo. Nel 2013 abbiamo sottoscritto con il Comune il primo accordo di gestione e rilevato la massa dei dipendenti: sono stati loro la nostra priorità, oltre alla salvaguardia del grande parco, dei seicento cavalli e del prestigio di una struttura, da tempo ammirata nel mondo ippico internazionale. Ma le premesse erano altre».

Quali?
«C'è stato un momento di difficoltà con il Comune quando ha ritirato la proposta di gestione ventennale che ci avrebbe dato la possibilità di pianificare a lungo termine e di individuare partner. Questo è accaduto perché palazzo San Giacomo ha inserito Agnano tra gli immobili da vendere creando incertezza su prospettive e investimenti. Poi il cambio di rotta, con una gestione biennale: l'accordo fino al 2021 è stato raggiunto nella scorsa primavera, ci aspetta tra l'altro il progetto di restyling delle scuderie. Confesso che ci troviamo in difficoltà perché siamo tra Comune e Mipaaf, enti pubblici che cambiano spesso le regole. Abbiamo cercato di non far incidere questo stato di cose sull'operatività. Ci siamo confrontati con le parti sociali e i dipendenti e per la prima volta si è creata una sinergia che ha prodotto ottimi risultati: un accordo da portare ad esempio. Il merito è dei sindacati e dei soci, che non hanno ricavato un euro, così come nessun compenso vi è per gli amministratori. Abbiamo investito soldi, passione e tempo impegnandoci per evitare che non vi fosse il collasso dell'ippodromo. Perché sarebbe stato come far sparire il San Paolo, con quello che lo stadio rappresenta per il suo prestigio e il suo indotto. E oggi, con orgoglio, possiamo dire che nel trotto siamo in una posizione dominante, non soltanto a livello nazionale».

Domani il Derby, un evento romano trasferito a Napoli.
«Per la terza volta lo organizziamo ad Agnano, però c'è una sostanziale differenza rispetto alle altre due edizioni, in cui vi era un'emergenza per la chiusura di Capannelle. Stavolta abbiamo vinto una gara, superando anche un ricorso presentato al Tar del Lazio. È stato significativo che il ministro leghista Centinaio, fino a poco fa alla guida del Mipaaf, abbia sottolineato che era stato scelto l'ippodromo di Napoli perché era il più efficiente».

Perché dedicare l'evento a Luciano De Crescenzo, il filosofo scrittore scomparso due mesi fa?
«Anzitutto, in casa mia sono state sempre ammirate le opere di Luciano e siamo cresciuti avendo questo personaggio come punto di riferimento. Dopo la sua scomparsa siamo stati colpiti da un articolo che De Crescenzo scrisse per Il Mattino alla vigilia di un Lotteria in cui rivelava di aver lavorato ad Agnano e di essere in particolare ammiratore di Birbone. E ricordo che in «Così parlò Bellavista» c'è uno sketch che testimonia il suo affetto verso il mondo dell'ippica. Ne abbiamo parlato con la figlia Paola, che ci ha raccontato quando accompagnava il padre alle corse: scommettevano sui cavalli, solo che la ragazza vinceva e lui no... L'attenzione dello scrittore verso l'ippica evidenzia che questo mondo non è un brutto mondo. Se un grande uomo di cultura ha coltivato questa passione, significa che qui vi sono valori sportivi e imprenditoriali e ci fa piacere che Paola De Crescenzo abbia voluto donarci una scultura per il Derby: la sua attenzione ci stimola a fare sempre meglio e saremmo orgogliosi se un altro grande napoletano, Peppino di Capri, volesse dedicarci la sua canzone Champagne nella serata della premiazione. Luciano era affascinato dalle corse e certamente anche dal magnifico parco. Tra gli obiettivi che abbiamo raggiunto in questi anni ce ne sono due di cui siamo particolarmente fieri. Non producendo rifiuti tossici abbiamo creato una green economy e i nostri studi sulle scommesse sono ammirati a livello internazionale. Esiste un'enorme distanza tra scommessa compulsiva e scommessa scientifica, quella che proponiamo noi attraverso il lavoro di esperti».

Cosa c'è nel futuro di Agnano?
«Ci sono traguardi che si possono raggiungere con il lavoro, la passione e la sinergia con i dipendenti. Cominciamo dai soggetti più importanti, i cavalli: ne abbiamo seicento e vogliamo continuare a farli seguire con cura, visto che per tre di essi serve la presenza di un artiere. Siamo consapevoli delle difficoltà del nostro settore, la crisi dell'ippica ha creato situazioni di grande sofferenza. Se da un lato il Mipaaf ci considera l'ippodromo più efficiente e ci assegna il Derby, dall'altro dobbiamo registrare che sui montepremi è stato sottratto il 25 per cento delle risorse ai proprietari napoletani per fare una ridistribuzione delle quote tra i vari ippodromi. Eppure, al Nord sono totalmente improduttivi, a differenza di Agnano, dove la raccolta scommesse è un quarto di quelle nazionali. I problemi sono tanti e quotidiani, come quello della rete idrica interna: vi sono molti punti di criticità, decine di tubi che si rompono e frequenti infiltrazioni, attendiamo un piano per la messa in sicurezza. E ci fa male constatare che ci sia chi consideri la zona antistante l'ippodromo una discarica, visto che spesso troviamo mobili abbandonati davanti alle scuderie. Così si danneggiano Agnano e la città. Noi continueremo a lavorare con l'impegno che abbiamo messo in questi anni per difendere un patrimonio di Napoli e salvaguardare posti di lavoro. È una missione che portiamo avanti con un qualificato gruppo di soci».
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