Rugby Italia, banana marcia a Cherif Traoré: squalificato sei mesi per razzismo Ivan Nemer, pilone della nazionale e del Benetton Treviso. La sentenza (Pdf)

Banana marcia a Cherif Traoré, squalificato sei mesi Ivan Nemer, pilone della nazionale e del Benetton Treviso
Banana marcia a Cherif Traoré, squalificato sei mesi Ivan Nemer, pilone della nazionale e del Benetton Treviso
di Paolo Ricci Bitti
Venerdì 27 Gennaio 2023, 15:37 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 20:10
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Ivan Nemer squalificato fino al 30 giugno per un gesto di razzismo: stagione finita per il pilone della nazionale e del Benetton che alla vigilia del Natale scorso aveva regalato, davanti a tutta la squadra trevigiana, giovanili comprese, una banana marcia a Cherif Traoré, 28 anni, a sua volta pilone del Treviso e della squadra azzurra. Un dono avvenuto in maniera anonima durante la cerimonia Secret Santa di derivazione anglossassone, anche se già in serata si era capito chi era l'autore del gesto che è rimbombato in tutto il mondo ovale con vasto clamore mediatico, com'era logico che avvenisse anche in relazione all'inclusività che di solito accompagna mischie e placcaggi.  Un gesto davvero inatteso in un club in cui da sempre giocano atleti di almeno quattro continenti e di ogni religione.

Quella volta Traoré, nato in Guinea, ma dall'età di sei anni in Italia, non era stato zitto forse perché si è sentito tradito da qualcuno che considera fratello e compagno di squadra e non da qualche maleducato razzista di quelli che si incontrano per strada o sui social. In particolare aveva sofferto per le risate che si erano alzate da qualche giocatore nella sala del club che ospitava anche le giovanili.

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La nota della Fir

 La Federazione Italiana Rugby informa che Ivan Nemer, pilone della Benetton Rugby, 11 caps, (24 anni, di origine argentina) è stato squalificato sino al 30 giugno 2023.

La sanzione è stata irrogata dal Tribunale Federale, successivamente alla richiesta di rinvio a giudizio della Procura Federale ed in osservanza del Regolamento di Giustizia FIR e della Regola 18 di World Rugby, sulla base delle indagini svolte in relazione a quanto verificatosi in occasione di un pranzo privato organizzato dagli atleti della Benetton Rugby il 20 dicembre e pubblicamente reso noto a mezzo social media dal compagno di squadra di Ivan Nemer, Cherif Traorè, ed alla successiva richiesta di patteggiamento.

Nel definire la sanzione il Tribunale Federale, in accoglimento della richiesta di patteggiamento, ha tenuto in considerazione la  volontà di Nemer di fare piena chiarezza su quanto avvenuto, il rammarico rappresentato nei confronti del proprio compagno, il riconoscimento del disdoro arrecato dal proprio comportamento all'immagine della Franchigia Benetton Rugby, del rugby italiano e del Gioco in generale, nonchè  l'esemplare comportamento sempre mantenuto dall'atleta in campo e fuori nel corso della propria carriera.

Il giocatore ha rinunciato al diritto ad appellare la sentenza.

La Federazione Italiana Rugby, nel prendere atto della determinazione assunta dal Tribunale Federale, ha definito in accordo con Benetton Rugby che il giocatore partecipi attivamente quale specialista della mischia ordinata al Progetto Migranti di FIR e che, contestualmente, prenda parte ad un percorso di formazione e sensibilizzazione su tematiche di integrazione presso una struttura indipendente, che verrà per lui appositamente individuato.

Il futuro coinvolgimento dell'atleta nell'attività internazionale FIR è subordinato alla partecipazione a tempo indeterminato ed al successivo, positivo completamento del percorso di formazione e sensibilizzazione, che dovrà essere certificato dall'ente organizzatore.

La dichiarazione del giocatore

Ivan Nemer ha chiesto di poter rilasciare la seguente dichiarazione: "Il razzismo non ha e non avrà mai alcun ruolo nella mia vita, come non dovrebbe averne nella vita di ognuno di noi.

Sono fortemente rammaricato da quanto è accaduto, dalla stupidità del mio gesto, dal dispiacere causato ad un amico, dall'aver arrecato danno alla mia squadra, ai compagni, al Paese che rappresento ed al Gioco che amo.

Vengo da un Paese multiculturale come l'Argentina, dove le culture si mescolano da oltre un secolo, e divido da sempre lo spogliatoio ed il campo con compagni ed amici provenienti da tutto il mondo. 

Quanto è accaduto non mi rappresenta, ma al tempo stesso deve farmi e farci riflettere su quanto ancora debba essere fatto per modificare la nostra cultura, superare gli stereotipi più beceri, avvicinarci gli uni agli altri ancor più di quanto già non accada.

Accetto la squalifica ed il percorso di reinserimento con serenità ma soprattutto confido, nei mesi e negli anni a venire, di poter contribuire con la mia testimonianza a sensibilizzare sempre più giovani rugbisti su temi che devono essere affrontati e compresi per rendere migliore non solo il nostro sport, ma il mondo in cui viviamo".

Lo scenario

Traoré, una meta decisiva anche quest'estate contro il Portogallo, aveva postato sui social: «Oltre al fatto di reputare il gesto offensivo, la cosa che mi ha fatto più male e vedere la maggior parte dei miei compagni presenti ridere.

Come se tutto fosse normale».

«Sono abituato - prosegue il giocatore - o meglio, mi sono dovuto abituare, a dover fare buon viso a cattivo gioco ogni volta che sento battute a sfondo razzista per cercare comunque di non inimicarmi le persone vicine. Ieri è stato diverso però. Fortunatamente, alcuni compagni, soprattutto stranieri, hanno cercato di supportarmi. Fuori dall'Italia un gesto come questo è condannato gravemente anche all'interno di piccole realtà, e questa volta voglio dire la mia... Ho deciso di non stare in silenzio questa volta per fare in modo che episodi come questo non succedano più per evitare che altre persone si ritrovino in futuro nella mia situazione attuale. E sperando - conclude - che il mittente impari una lezione». 

Il "mittente", da quanto si è appreso, si è poi scusato con Traoré, ma doveva pensarci prima. Molto banalmente il suo gesto ha fatto rimbalzare il Benetton Treviso sui siti web dei media di mezzo mondo, dal Times in giù per capirsi, con una "copertura" che i trevigiani non avrebbero nemmeno se vincessero una coppa europea. 

 

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