Coppa del Mondo, il napoletano
Curatoli trascina l'Italsciabola in vetta

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di Diego Scarpitti
Domenica 3 Febbraio 2019, 19:40
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Non lascia anzi raddoppia. Fine settimana da incorniciare per il napoletano Luca Curatoli in Coppa del Mondo, straordinario e incontenibile sulle pedane polacche. Argento nella prova individuale, oro a squadre nella sciabola maschile in meno di ventiquattr’ore. Suona meritatamente l’inno di Mameli per il quartetto azzurro a Varsavia. Sul gradino più alto del podio il livornese Aldo Montano (classe’78), il foggiano Luigi Samele (1987), il romano Enrico Berrè (1992) e il più piccolo della spedizione Curatoli (1994). Sortilegio spezzato per l’Italsciabola che si acquartiera nuovamente in vetta a distanza di venti mesi dall'ultimo successo conseguito a Madrid nel maggio del 2017. «Bellissima vittoria. Attesa da più di un anno e mezzo, dopo sei secondi posti. Stava diventando quasi un incubo. Per fortuna è arrivato il primo posto. Siamo contentissimi. Abbiamo tirato bene e possiamo ancora fare meglio. La nostra qualità è che siamo una grande squadra», ammette lo schermidore (nelle foto di Augusto Bizzi) che torna con due pesanti medaglie all’ombra del Vesuvio.

«Anche se non sempre siamo al 100% della condizione, riusciamo comunque a portare a casa il risultato. E’ emersa la nostra grinta e si è evidenziata la nostra volontà di imporci sugli avversari. Davvero al cardiopalma con la Francia: emozionante 45-44». In vantaggio ad ogni step, Curatoli fissa il 25-24 contro i transalpini, Berrè sigla il 30-28, Samele per il 35-34, Berrè riprende a costruire (40-38). Si assume la responsabilità di chiuderla, di indurre il suo rivale prima all’errore poi a capitolare definitivamente Curatoli: 44-43, pareggio e infine la stoccata che vale oro, messa a bersaglio dal più giovane del gruppo. Fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo assalto. «La dedico ai miei genitori, ai miei fratelli Leonardo e Raffaello Caserta, al mio preparatore Roberto De Cesare e a quanti mi seguono con affetto». D’obbligo brindare al trionfo. «Stasera si festeggia con una bella mangiata italian style e un bicchiere di vino rosso. E poi un giro per Varsavia, in modo da scaricare la tensione accumulata in questi giorni». Lecito celebrare il trionfo internazionale, maturato non al meglio della forma. «Ginocchio sinistro bene ma non benissimo: occorrono altri quattro-cinque giorni per tornare a pieno regime».

Percorso convincente dei vicecampioni del mondo in carica. Colombia superata 45-21, ai quarti Romania battuta per 45-27. In semifinale la sfida più impegnativa contro Aron Szilagyi, due volte oro olimpico a Londra 2012 e Rio 2016. Ungheria piegata 45-37. «Un grande campione il magiaro: fa sempre effetto trovarselo davanti. Ho cercato di tenergli testa», rivela Curatoli. «Era da Madrid 2017 che non si vinceva. Alle spalle sei secondi posti. Finalmente la vittoria è arrivata! I ragazzi sono partiti a cannone con la Romania poi match sofferto con l'Ungheria e infine punto a punto con la Francia, che aveva battuto la Corea numero nel ranking e la Russia», racconta il maestro Leo Caserta, che allena il suo prodigioso fratello alla Champ Napoli a Massa di Somma. «Spingiamo, vai ora, affonda, forza, concentrato, andiamo, senza paura», si è sentito ripetutamente in sottofondo nella diretta della finale unicamente la voce di Caserta, pronto ad incitare Luca in ogni fase. «Grande gara.

I ragazzi sono stati bravissimi e finalmente torniamo a festeggiare dal gradino più alto del podio. Siamo sempre stati ai vertici ma negli ultimi tempi quel primo posto sembrava stregato. La «guerra» ( ovvero la qualificazione olimpica) inizierà ad aprile ma a Varsavia abbiamo vinto una battaglia importante», commenta il Commissario tecnico Giovanni Sirovich. Italia da urlo. Esulta Curatoli e Napoli ringrazia.

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