Coronavirus, il disappunto di Sibilio:
«Quanto mi manca la pista»

Alessandro Sibilio
Alessandro Sibilio
di Diego Scarpitti
Venerdì 8 Maggio 2020, 21:58
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La rincorsa tra mille difficoltà. «Sono ancora a casa», asserisce il napoletano Alessandro Sibilio, atleta delle Fiamme Gialle, stesso gruppo sportivo di Filippo Tortu e Gianmarco Tamberi. Atletica a rilento, almeno all’ombra del Vesuvio. Si dice pronto ad indossare nuovamente le scarpette e a scattare. Vuole riaccendere il sogno ma non ci sono le condizioni. Impianti chiusi: Virgiliano, Collana, Albricci sbarrati all’utenza e soprattutto interdetti, almeno per ora, agli atleti di interesse nazionale. E’ il de profundis, salmo penitenziale 129.

Voce inascoltata e desiderio ardente di ritornare in pista. «Tutto da decidere», spiega il finanziere classe 1999, studente federiciano di ingegneria meccanica. «Tanti punti da mettere sulle i, che qualcuno li metta. Servirebbe una spinta per ripartire e un portavoce che si faccia sentire, raccogliendo in questo momento le istanze degli sport a cinque cerchi», afferma insoddisfatto la freccia tricolore.

Controvento. «Noi a Napoli siamo fermi, nel resto d’Italia sono già in campo. I miei colleghi altrove hanno ripreso regolarmente l’attività da lunedì 4 maggio. Noi, invece, siamo gli ultimi e gli unici ancora al palo», sottolinea rammaricato Sibilio.

Quando e dove interrogativi di fondo. «Tampone effettuato: siamo negativi. Non siamo, dunque, un pericolo per gli altri. Siamo tre atleti di interesse nazionale (con Andrea Romani e Federico Crisci), più Gianpaolo Ciappa, il nostro medico-allenatore. Siamo, quindi, doppiamente monitorati e autorizzati dalla Fidal ma non abbiamo il campo a Napoli, non una novità ma il solito problema». Atletica sport individuale e non di contatto, percentuali di contagio molto basse. «Possibili allenamenti in sicurezza». Niente assembramenti.

Lo sprint tarda ad arrivare. Eppure Sibilio e Romani, alfieri dell’Atletica Riccardi Milano 1946, sono campioni del mondo under 20. A Tampere, in Finlandia, nel 2018 Sibilio il capitano dell’armata che ha scritto la Storia nella staffetta da sogno 4x400 con Klaudio Gjetja ed Edoardo Scotti: record italiano di 3’04”05 (primato mondiale stagionale), battendo le corazzate degli Stati Uniti (3’05”26) e della Gran Bretagna (3’05”64). «Sono due mesi che siamo fermi. Noi dell’atletica siamo ancora alla Fase 0». Triste primato, davvero.

La nostalgia della normalità. «Quasi impensabile e impossibile», lamenta il fratello della calciatrice Sara, attaccante del Napoli femminile, protagonista della sottoscrizione in favore dell'ospedale Cotugno, impegnato in prima linea contro il Coronavirus. «Le azzurre sperano di ripartire in campionato, per chiudere il discorso promozione». Tifoso d’eccezione Alessandro.

Ansia di sgambettare rinviata. Così come il Golden Gala 2020, intitolato a Pietro Mennea, quinta tappa della Diamond League della stagione olimpica. Appuntamento previsto allo stadio San Paolo il 28 maggio, evento posticipato a data da destinarsi. Calendario internazionale scompaginato.

Motore da riaccendere. «Occorrono tre - quattro mesi per ritrovare la giusta condizione. La Fidal Campania è pronta a sostenerci e a sbloccare la questione dei campi. Il presidente Sandro Del Naia si è prodigato anche lo scorso anno. Farà di tutto per consentire il nostro ritorno in pista. Ci tocca aspettare. Speriamo di attendere poco e non tanto», auspica Sibilio.

Arte di arrangiarsi. Post Universiadi in salita. «Siamo sempre stati accolti a braccia aperte dal direttore Davide Tizzano al Centro di Preparazione Olimpica Bruno Zauli a Formia». Solita spola e soliti disagi. «Prima del lockdown siamo stati al Collana. Sogno la comodità San Paolo». Si aggiunge anche la sfortuna. «Vogliamo riprendere gradualmente e rivedere la pista. Attendiamo indicazioni. E’ un momento di confusione», conclude Sibilio.

La corsa al mattino, negli orari consentiti e stabiliti dalla Regione Campania, una boccata d’ossigeno e niente più, una piccola parentesi «evasiva» tra il programma d’esame e la serie tv «The last dance». La ricerca di una pista d’atletica la vera spina nel fianco.
 
 
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