Da tempio del basket a rudere:
22 anni fa l'ultima al Mario Argento

Gianluca Agata
Gianluca Agata
di Gianluca Agata
Giovedì 16 Aprile 2020, 18:27
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Le due tribune diroccate ad ergersi come braccia verso il cielo alla ricerca di un aiuto che solo da lì può arrivare e, man mano che passa il tempo, tanti progetti, tante idee, tante soluzioni tutte seppellite dalle pietre del Mario Argento. Tempo di celebrazioni, allora, perché ventidue anni fa, il 16 aprile 1998, l'ultima sirena suonava su una partita di basket. Il play by play non chiarisce l'ultimo canestro da chi fu centrato, fatto sta che, giusto ventidue anni fa, Pasta Baronia Napoli-Serapide Pozzuoli fu l'ultima partita di pallacanestro giocata nel gioiello dell'impiantistica napoletana costruito per i Giochi del Mediterraneo del 1963.
Per la chiusura e i sigilli definitivi bisognerà attendere qualche mese dopo, il 6 giugno, dopo una manifestazione di pugilato che curiosamente aprì anche l'impianto nel '63 prima di cedere il passo al basket. Fu inaugurato, appunto,  per i Giochi del Mediterraneo. Prima un match di pugilato, poi, la stessa sera, corsa contro il tempo per montare il parquet. L’indomani, il 22 settembre 1963, esordio dell’Italia con una sonante vittoria sulla Siria (78-49). L’ultima partita disputata il 16 aprile 1998: Partenope-Pozzuoli (82-73) con Paolo Pepe in panchina.

In mezzo l’epopea della Fides Partenope. La vittoria della coppa Italia del 1968 contro l’Eldorado a Bologna ed il trionfo europeo nella doppia finale di coppa delle Coppe contro il Jean d’Arc Vichy nel 1970. Walter Berry, Lee Johnson, Rudy Woods, Manfredo Fucile; ed ancora Williams, Bufalini, Maggetti, paron Zorzi, Taurisano, Mirko Novosel. Giocatori ed allenatori entrati nella storia, come il Napoli basket dell’ingegner De Piano con la conquista della serie A1 con i marchi storici Seleco, Febal, Paini, citati in ordine sparso ma tutti nel cuore dei napoletani che amano il basket. Questi sono fatti. Poi, dal 6 giugno del 1998, solo chiacchiere e degrado. Un'assemblea della Coldiretti nel 2014 lo ha reinventato come punto ristoro e parcheggio. In tanti ci hanno giocato ma le sfide erano quelle dei derby con Caserta dove, raccontava Giovanni Dalla Libera, che con la canottiera di Pozzuoli giocò quell'ultima partita di trent'anni fa, ti lasciava le orecchie doloranti.«Avete presente quando uscite dalla discoteca o dai concerti? Contro Caserta non si riusciva nemmeno a parlare tanto era il rumore. Il Mario Argento lo ricordo come un fratello mai sbocciato, una opportunità mai colta fino in fondo».
Cosa ricordare allora? «Le sfide contro Charlie Yelverton oppure Chuck Jura» ha detto qualche tempo fa Massimo Sbaragli, bandiera partenopea dal 1981 al 1986. «Ma consentitemi un tuffo nel passato. Io del Mario Argento ricordo tutto, dal saggio di minibasket alle sfide contro Oscar che hanno sicuramente suggellato la mia carriera. E poi Nando Gentile, Vincenzo Esposito, con quanti amici si siamo incrociati su quel parquet».
Parquet che poi è diventato ramingo tra la palestra del Collana, aiutando a vincere la Phard Napoli, per finire in un inceneritore del salernitano. Del progetto Corradetti che nel 2005 prometteva l'apertura dell'impianto in 820 giorni lavorativi, resta solo un plastico che giace (forse) in uno scantinato e le nuove normative sulle costruzioni in zona sismica che hanno imposto lo stop definitivo dopo aver abbattuto la copertura e lasciato le tribune. Il presidente del Coni Petrucci chiese anche la disponibilità per ospitare i mondiali di basket del 2014. Così come l'impianto doveva essere il centro del Forum delle culture. E allora scorrono come ricordi i match mondiali combattuti da Patrizio Oliva, concerti epocali come quello dei Genesis tenutosi nel lontano 1974 e ancora sfide di tennis al cardiopalma come quelle disputate tra Lendl e McEnroe. Ma il PalArgento ha assolto anche compiti istituzionali, spesso utilizzato quale deposito di schede elettorali; e socio-sanitari (le maxivaccinazioni durante l’epidemia del colera del ’73). Ora è un parcheggio. E nemmeno le Universiadi sono riuscite a salvarlo
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