Piscine, Pariso: «Lo sport a Napoli
potrebbe subire un colpo mortale»

piscina
piscina
di Diego Scarpitti
Giovedì 30 Aprile 2020, 21:57
3 Minuti di Lettura
In apnea. Strada in salita per le piscine e gli impianti. Non semplice la fase 2. Emersione ancora lontana. Una partita da giocare in mezzo a tante contraddizioni, poche le certezze. E allora stimolare il dibattito e promuovere proposte con senso di responsabilità è quanto si propone la neonata Associazione Gestori Impianti Sportivi Italiani (AGISI), presieduta da Giorgio Lamberti, il primo nuotatore a vincere una medaglia d'oro in un campionato mondiale, inserito nella Hall of Fame nel 2004, rappresentata a Napoli e in Campania dall’allenatore rossoverde di pallanuoto Vincenzo Pariso.

Mettere in sicurezza le piscine, luoghi di vittorie e di lavoro, l’obiettivo primario, vista la portata straordinaria dell’emergenza senza precedenti. Conterà un approccio graduale, per evitare la recrudescenza del contagio da Covid-19. Da qui l’adozione di misure «rigorose», in linea con i protocolli sanitari.

Strategia clorata. «Le recenti vicende della pandemia, con la conseguente chiusura degli impianti sportivi, hanno determinato l’immediata costituzione della AGISI, la cui realizzazione rappresenta un progetto in cantiere da tempo», spiega Pariso. «Lo sport potrebbe subire un colpo mortale a Napoli e in Campania, quindi lo scopo principale è rappresentare un settore che, come tanti, affronterà una crisi mai vista in passato».

Tempo sospeso. «Tutto ciò ha il sapore della beffa all’indomani delle Universiadi, che ci hanno lasciato un patrimonio in termini di impiantistica sportiva», osserva l’avvocato civilista napoletano ed esperto di diritto sportivo. Tanti gli atleti che hanno iniziato la trafila giovanile con Pariso: Vincenzo Renzuto, Davide Truppa, i fratelli Gennaro e Giuliano Mattiello ed altri pallanuotisti nati dal 1988 al 1999.

Interlocuzione. «Sarà importante sollecitare, ma soprattutto sostenere, le istituzioni per i provvedimenti da adottare, affinchè tutti gli impianti sportivi attualmente chiusi riprendano a vivere. E’ riduttivo pensare soltanto al livello agonistico ma lo sport ha anche un indotto lavorativo non trascurabile, una forza aggregante immensa con risvolti sociali di enorme portata, oltre ad essere uno strumento di prevenzione di numerose patologie, che interessano tutte le fasce di età. I campioni non potranno esistere, se la macchina non sarà in grado di ripartire».
 
Il Comune di Napoli è di fatto proprietario in via prevalente delle strutture date in gestione. Si ipotizza a breve un tavolo tecnico con gli enti pubblici: un passo necessario per fronteggiare la situazione contingente ma con una prospettiva per il futuro. «Come per ogni singolo settore produttivo, soltanto chi gestisce gli impianti sportivi conosce a fondo le problematiche da affrontare in sede di riapertura, una riapertura che dovrà essere sostenuta proprio dalle istituzioni».
 
Mission. AGISI associazione di categoria, sorta per tutelare i gestori di impianti sportivi e piscine, mediante tavoli di concertazione. «E’ fondamentale trovare il giusto punto di equilibrio per la riapertura degli impianti e la sostenibilità degli stessi, pur consapevoli di dover affrontare un periodo di grandi criticità», riferisce Pariso.

Soluzioni. «Stiamo raccogliendo i suggerimenti e le richieste degli operatori del settore, che stanno pervenendo, per fornire sostegno e favorire la rinascita che tutti auspichiamo», conclude Pariso.
 
Recente il grido d’allarme lanciato dal presidente della Federnuoto, Paolo Barelli. «Servono certezze, il Governo deve assumersi le proprie responsabilità e annunciare quando sarà possibile riaprire gli impianti per l’attività di base. Altrimenti come è possibile per i gestori coprire i costi di una riapertura, per far allenare pochi campioni?». Questa la richiesta avanzata dal presidente della Fin al Governo.

Dialogo sì ma progetti concertati all’insegna dell’unità d’intenti.
 
 
 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA