Federica Pellegrini, la "divina" nuoterà fino a Riccione

Federica Pellegrini, la "divina" nuoterà fino a Riccione
di Piero Mei
Mercoledì 24 Novembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 25 Novembre, 09:22
4 Minuti di Lettura

Centoventinove volte possono non bastare se ci si chiama Federica Pellegrini: si parla di titoli italiani vinti nel nuoto, ogni vasca, ogni stile, ogni distanza, ogni acqua, ogni cloro. Così ecco l’annuncio: la “Divina”, epiteto che fu riservato a signore tipo Greta Garbo o Maria Callas, non si fermerà in quel di Eindhoven, Olanda, dove nel fine settimana, con la squadra del suo “moroso” Matteo Giunta, gli Aqua Centurions, tenterà un difficile approdo alla finale di Isl, che ambisce a essere la Champions League del nuoto. Ci mette un’emozione in più, per se stessa e per gli appassionati di nuoto e di lei: gareggerà nei due giorni di campionato italiani il 30 novembre e il 31 dicembre nella piscina di Riccione, che ben conosce avendo realizzato record a raffica e vinto medaglie da riempirne un caveau. I “suoi” 200 stile libero sono in calendario l’1 pomeriggio, da non perdere. Saranno gli ultimi 200 in Italia, “quasi sicuramente”: la direbbe così. 

IL SOGNO ROMANO
Più che alle parole, attenzione ai concetti: in Italia perché poi, a metà dicembre, si disputeranno in vasca corta i mondiali ad Abu Dhabi e magari una mano (e tante meravigliose bracciate) a qualche staffetta, che è una specialità che sempre l’ha intrigata come diversivo all’individualismo del nuoto solitario, potrebbe pur scegliere di darla. E Federica sembra in forma smagliante, almeno a leggere i crono che sta ottenendo nelle luccicanti gare della Isl. Poi c’è addirittura chi guarda più in là e alimenta un sogno piccolo piccolo: in fondo quella di Riccione è una bella faccenda ma, senza pubblico, può essere “un bagno e basta”; magari di qui al prossimo agosto, Roma 2022, Europei al Foro Italico, potrebbe esserci perfino quel “bagno di folla” che una atleta, una campionessa, una ragazza come Federica Pellegrini meriterebbe, come in quel “2009 style”, quella “settimana da Dio” dei mondiali di Roma quando surriscaldò il cloro e i cuori del Foro Italico con quegli ori e quei crono uno dei quali (quello dei 200 stile libero) è ancora mondiale. E questo non perché nessuno pensi, e men che meno lei, che dal “giorno dopo” si potrebbe sentire un pesce fuor d’acqua.

La Pellegrini ha già mostrato, nella sua trasformazione di vita da ragazza un po’ sulle sue che a 16 anni saliva sul podio olimpico di Atene 2004, alla splendida donna che è oggi, di essere a suo agio perfetto nello star system, nel mondo degli influencer (ma non di quelli a vuoto), dello show business e del fashion (o la fashion?) e anche in quello della dirigenza sportiva (ottimo esordio a difesa degli atleti come membro Cio, combinando il suo essere stata sempre dalla parte delle donne e delle cause civili con il nuovo ruolo). 

DURI A LASCIARE
Però, c’è quel però eterno che accompagna gli sgoccioli di carriera sportiva delle leggende, anche quando si tratta di sgoccioli preziosi, come è stato il suo raggiungimento della finale olimpica alla quinta personale presenza ai Giochi. Vengono in mente campioni senza tempo: l’andirivieni di Michael Jordan o quello di Michael Phelps (non fate gli schizzinosi: il livello emotivo è quello); o, per restare in acqua, che il cloro dà dipendenza, perfino Mark Spitz che ci riprovò addirittura vent’anni dopo facendo i tempi di vent’anni prima ma che non bastavano più; per non dire del recentissimo Valentino Rossi che «se sapevo che era così, quasi quasi smettevo pure l’anno prossimo»; e quanta fatica Roger Federer a dire basta, e Fernando Alonso a quarant’anni va sul podio ancora, perché lo sport è così, e puoi essere Felix o Ibra, fa lo stesso, l’odore del campo, il sapore della vittoria, mica solo il direttore di banca o il logo dello sponsor. Vogliamo restare in acqua pur se non nuotando? Josefa Idem, Alessandra Sensini, e quante ancora. Ma sono cose del domani o, chissà, del dopodomani, per Federica Pellegrini, che, in quel di Riccione, indosserà la cuffia dell’Aniene. Lo ha annunciato sui social in divisa ufficiale: «Quando la tua famiglia chiama, devi rispondere» (il dg del Circolo, Gianni Nagni, ha rivelato di averglielo chiesto personalmente per celebrare i 15 anni di appartenenza al club). Bene: sotto quella cuffia, in quei due minuti scarsi che nuoterà i suoi “quasi sicuramente” ultimi 200 stile libero in Italia, chissà che turbinio di pensieri avrà. Noi solo uno: grazie Federica. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA