Fiamme Oro, il no delle atlete
alla violenza sulle donne

Lamberti-Grimaldi-Raia
Lamberti-Grimaldi-Raia
di Diego Scarpitti
Mercoledì 25 Novembre 2020, 10:15
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Codice rosso. Come il colore della maglia e la striscia in viso. Lanciano l’allarme le atlete delle Fiamme Oro, convinte assertrici di una battaglia di civiltà contro un fenomeno dilagante. «Dobbiamo tutti insieme fermare la violenza sulle donne. Anche se difficile, e’ molto importante che chiunque abbia subìto un qualsiasi tipo di violenza, denunci prontamente l’accaduto», spiega la plurititolata nuotatrice Martina Grimaldi, Hall of Fame e Collare d'oro al merito sportivo.

«E’ un passo certamente doloroso da compiere ma e’ proprio dalle donne che inizia il primo step per arginare il fenomeno», osserva la campionessa mondiale nella 10 km (Roberval 2010) e nella 25 km (Barcellona 2013), campionessa europea nella 25 km (Berlino 2014), nonchè medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012. Dal 26 settembre Grimaldi è consigliere Fin Campania, insieme alla collega Fabiana Lamberti. «Lo sport mi ha insegnato che entrambi sessi possono raggiungere gli stessi risultati, senza nessuna discriminazione», afferma Lamberti, protagonista in Coppa del Mondo, con l’argento e il bronzo messi in bacheca nel 2014-2015. Cultura di parità e tutela dei diritti.

«La violenza di genere, la discriminazione e gli stereotipi sono problemi che le donne devono affrontare tutte insieme con intelligenza, non sottovalutandone la gravità», sottolinea la judoka Daniela Raia. «Ogni giorno, in televisione, sentiamo notizie sulla violenza contro le donne. Ritengo che tutto questo sia ingiusto e che le donne debbano lottare contro i soprusi e denunciare eventuali violenze subìte», conclude la campionessa del tatami, bronzo mondiale categoria cadetti (2011) e bronzo alle Olimpiadi giovanili nello stesso anno.

Quadro preoccupante e aumento delle richieste di aiuto. Con il lockdown, –dicono le statistiche-, si è registrato l’incremento del fenomeno. «Anche in questo anno, segnato dalla pandemia ancora in corso, la Polizia di Stato ha svolto in ogni possibile forma, azioni di contrasto alla violenza di genere e di prossimità e assistenza alle vittime», riferisce Nunzia Brancati, dirigente della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Napoli.

«In linea con i dati nazionali, i reati connotati da violenza contro le donne (in particolar modo femminicidi e maltrattamenti in famiglia) nella provincia di Napoli, sono aumentati rispetto al 2019».

Si contano 22 omicidi da gennaio a settembre 2020, 18 invece negli stessi mesi dello scorso anno. Ammontano a 1146 i maltrattamenti contro familiari e conviventi nell’anno in corso, a fronte dei 1058 del 2019.

Esserci sempre. «L'attenzione all'ascolto delle vittime, attraverso personale preparato ed interventi di Polizia qualificati in caso di chiamate d'emergenza, è il primo ed imprescindibile dovere del nostro quotidiano impegno, che innanzitutto deve stimolare l'emersione del reato, spesso relegato al silenzio dell'intimità familiare», prosegue Brancati. «L'attenzione a percepire segnali premonitori di contesti violenti, utilizzando anche gli strumenti di prevenzione, come i provvedimenti di ammonimento, emessi dal questore Alessandro Giuliano, consente di fronteggiare il fenomeno della violenza di genere anche nelle fasi esordienti, prevenendo azioni più gravi».

Impegno tenace. «In questo contesto la missione della Polizia di Stato non termina nella trattazione delle singole violenze, ma si esplica quotidianamente anche con la propria presenza e divulgazione nelle scuole della cultura del rispetto della legalità e della parità di genere oltre che di contrasto ad ogni forma di discriminazione», conclude Brancati. E naturalmente con gli esempi di vita e le testimonianze concrete degli atleti del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro con le loro vittorie, sempre in linea con il rispetto delle regole e degli avversari.

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