Coraggio e bellezza. Per la prima volta a Napoli la Final Six di ginnastica artistica. Il PalaVesuvio si prepara ad accogliere il nuovo format, che assegnerà lo scudetto di serie A1-A2 nel fine settimana dal 20 al 22 novembre. Più che «autunno napoletano», la manifestazione vuole essere una vera rinascita, una primavera all’ombra del Vesuvio, in linea di continuità con le Universiadi 2019. Porte chiuse, niente pubblico, zero introiti, ma diretta televisiva su Canale 9, per gustare, in tempo di pandemia. uno sport olimpico meraviglioso quanto di sacrificio.
«Le migliori 6 squadre italiane (maschile e femminile) si sfideranno in un duello diretto, ginnasta contro ginnasta, per la conquista del tricolore 2020», spiega entusiasta Marco Castaldo, già competition manager ai Giochi universitari dello scorso luglio. E l’evento, patrocinato dal Coni, da Federginnastica e da Palazzo San Giacomo, organizzato in maniera impeccabile dalla società Campania 2000, sa di impresa storica, per il momento non certo favorevole. Dopo i festeggiamenti dei 150 anni della Federazione Ginnastica d’Italia, celebrati alla Mostra d’Oltremare, Napoli si riscopre nuovamente capitale, epicentro della Grande Bellezza.
«Proviamo a ridare vita ad un palazzetto riqualificato in occasione delle Universiadi, gettando i semi per future competizioni internazionali», prosegue fiducioso Marco, figlio di Aldo Castaldo, presidente del comitato regionale di Federginnastica (nella foto di Simone Ferraro). Sforzo congiunto con il numero uno Gherardo Tecchi e il vicepresidente federale Rosario Pitton.
Due ore la durata televisiva della Final Six, per rendere fruibile al grande pubblico la disciplina a cinque cerchi tanto apprezzata da appassionati e addetti ai lavori. Ciò è stato possibile attraverso il gioco di squadra e un programma avvincente. La prima volta a Napoli, ma non l’ultima.