Il napoletano Postiglione «re Mida»
del canottaggio a cinque cerchi

Giovanni Postiglione
Giovanni Postiglione
di Diego Scarpitti
Venerdì 13 Agosto 2021, 06:14
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Napoli c’è sempre. Non il solito refrain campanilistico, non il consueto slogan da sbandierare al momento opportuno. Sul tetto del mondo e sull’Olimpo, non in senso metaforico né figurato. Dal Circolo Posillipo, troppo bistrattato da chi non è del settore, a Tokyo. Parabola umana e professionale di un uomo mosso da inesausta passione, capace di superare ostacoli, imprevisti e difficoltà sopravvenute, tanto da aggirare disagi e complicazioni. Invidiato da molti, calorosamente accolto all’estero, dove le porte si sono spalancate per la sua indubbia competenza remiera. «Nemo propheta in patria», si dirà, ma con Partenope nel cuore. L’impegno paga sempre, il lavoro premia. E’ solo questione di tempo. Prima o poi arriva il momento opportuno e così Giovanni Postiglione si è preso la sua «rivincita». A cinque cerchi naturalmente. Costruita meticolosamente, imbastita pazientemente, inanellata a dovere.

 

Stefanos Ntouskos, un nome sconosciuto ai più, ha vinto la prima medaglia d'oro olimpica nella storia del canottaggio greco. E l’eroe ellenico non ha esitato ad abbracciare, ringraziare e mettere al collo del suo mentore quell’alloro pesante quanto impensabile. Terminata l’esperienza con lo staff tecnico della Nazionale italiana, ecco aprirsi le porte della Federazione impiantata nella madrepatria dei Giochi Olimpici. Chiusa una porta, si è spalancato un portone di opportunità. Colte con intelligenza e praticità. Classe 1951, Coaching Director della FISA e tecnico di livello internazionale, Gianni Postiglione si è saputo «reinventare» in qualità di consulente per la Grecia e la Lituania, nazioni da lui portate ai vertici del canottaggio mondiale. Trasformazioni epocali e cambiamenti rivoluzionari. «Non mi sento assolutamente un emigrante. Enormi e indissolubili i legami con Napoli», spiega Postiglione, raccontando il suo incredibile percorso.

«Nel 2001 sono andato via dal canottaggio nazionale: divergenze senza nessun rancore». Quelle visioni discordanti sono servite per affinare la strategia, rivelatasi efficace. «Periodo italiano molto formativo», ammette. «Scovo e alleno talenti», afferma soddisfatto il re Mida del canottaggio. «Da 16 anni in Grecia, sempre presenti in tutte le Olimpiadi. Ho portato sempre due equipaggi in finale», osserva orgoglioso Postiglione. «In Grecia esistono soltanto 30 società di canottaggio, l’equivalente della Lombardia». Numeri totalmente diversi rispetto all’Italia e al resto del globo. Bacheca sontuosa. «A Pechino 2008 argento e sesto posto, a Londra 2012 bronzo e quarto posto, sfortuna a Rio 2016 con un quarto e sesto piazzamento, a Tokyo 2020 il gradino più alto del podio e un quinto posto». Decisamente meglio rispetto a quanto ottenuto da Sandro Campagna nel periodo ellenico dal 2003 al 2008 (medaglia di bronzo ai Mondiali di nuoto di Montréal 2005, il quarto posto ai Giochi di Atene 2004 e due terzi posti nella World League di pallanuoto, Long Beach 2004 e Atene 2006).

«Fino al 2005 la Grecia ha raccolto una sola presenza a medaglia, mai in finale, non solo alle Olimpiadi ma anche in altre manifestazioni internazionali», precisa il direttore tecnico made in Naples, che ha avviato un nuovo ciclo e un nuovo corso all’ombra del Partenone, con sistemi di preparazione degli atleti nettamente differenti. Mano rossoverde ben visibile e c’è sempre la Grecia nelle prime posizioni. Postiglione ha plasmato e trasformato il destino di una nazione, partendo dalla nostra città. «E’ proprio così. Prima di me in Grecia sono passati tanti allenatori (Thor Nilsen, Giuseppe De Capua, i tedeschi) ma bisognava capire i meccanismi, attivare le forze positive e bypassare le problematiche burocratiche, che rischiavano di bloccare le possibilità di crescita degli atleti». A riprova che il talento va valorizzato e curato.

«Al contempo la Grecia è stata generosa nei miei riguardi, concedendomi la possibilità di poter essere consulente anche di altri paesi, in base al mio ruolo di direttore tecnico della Federazione internazionale, che adesso si chiama World Rowing». Dietro la medaglia d’oro del Sud Africa nel 4 senza pesi leggeri alle Olimpiadi di Londra 2012 c’è ancora una volta l’impostazione napoletana di Gianni Postiglione. Dalla polvere alle stelle il paese di Nelson Mandela. «Ho collaborato inoltre con la Lituania fino al 2016: due medaglie d’argento e di bronzo nel doppio maschile e femminile a Rio». E non è finita qui. «Fino a marzo 2021 Russia disperata per non aver qualificato nessun equipaggio. Hanno insistito a tal punto da richiedere il mio supporto, nel rispetto dei rigidi protocolli e dei costanti controlli antidoping, e a febbraio si sono spostati in Grecia. Con la mia supervisione hanno qualificato due equipaggi nel singolo femminile e nel doppio pl femminile ad aprile. A maggio hanno qualificato altri cinque equipaggi a Lucerna: impresa mai riuscita a nessuno».

Oltre l’impensabile, oltre i limiti, nella storia.

«Vincere a Tokyo l’oro olimpico nel singolo, con la barca immagine, nella categoria assoluta, è stata davvero un’impresa storica per la Grecia. E poi le due medaglie d’argento della Russia, che partiva con zero equipaggi, non un miracolo ma una magia, un risultato impronosticabile». Nessuna delle 9 edizioni vissute da Postiglione alle Olimpiadi può essere paragonata a quelle nipponiche. Competenze e know how: il prestigioso risultato della Grecia è solo la punta dell’iceberg. La consacrazione internazionale partendo dalla sua Napoli. Nel 2006 e nel 2011 riceve il premio di allenatore dell’anno, riconoscimento autorevole conferito dalla Federazione internazionale. «Coach of the Year una sorta di Pallone d’oro», per intenderci. Conoscenza della materia, facilità di dialogo e applicazione del principio di Vilfredo Pareto al canottaggio: il 20% delle cause provoca l'80% degli effetti. Risultato di natura statistico-empirica.

Nella sua intensa giornata Postiglione non si fa mancare nulla. «Raccolta dati e analisi dei risultati, riunione via Zoom con gli atleti, monitoro gli equipaggi. Se occorre, metto anche un chiodo al pontile». E snocciola primati. «Attualmente detengo ancora il record come unico allenatore che ha vinto 7 titoli mondiali consecutivi con l’otto pesi leggeri italiano. Dal 1985 al 1991 con Thor Nilsen direttore tecnico», rivendica fiero. Nel ruolo di Coaching Director della FISA, Postiglione ha raccolto l’eredità del celebre norvegese, colui che nei primi anni ’80 gli affidò la guida del College Remiero Federale di Piediluco riservato agli atleti junior: tra i suoi promettenti allievi quel Davide Tizzano, «esuberante e talentuoso», bicampione olimpico a Seoul 1988 e Atlanta 1996. Giramondo, marito esemplare e padre affettuoso. Si trasferì in un'altra città con sua moglie Teresa e (all’epoca) con due bambini: Francesca (lavora oggi a Pavia, appassionata e arbitro nazionale di canottaggio) e Giovanni Luca (sta studiando Fisiologia biomeccanica relativa al nuoto, nel bel mezzo del lockdown a Sydney, avendo mosso le prime bracciate alla Canottieri Napoli).

Non si è mai arreso. Cuore ed anima, alzando l’asticella e la professionalità dei tecnici a livello mondiale. «Ripartire e cambiare a 50 anni una scommessa vinta. Mi sono rinnovato, ho messo a frutto tutto il mio know how. Nello sport se non migliori, non puoi mantenere le posizioni di vertice». 40 anni di canottaggio internazionale, medaglie olimpiche e non solo, successi disseminati ovunque. «La mia filosofia di allenatore è dimostrare che si può vincere con un canottaggio sostenibile. Ho portato un paese povero ai vertici del mondo. Prima di me era inimmaginabile». Italremo griffato Napoli da applausi. «Straordinario il 4 senza a Tokyo e Marco Di Costanzo atleta di altissimo livello: gli inglesi hanno perso il controllo barca». Posillipo «circolo martoriato ma resta un Paradiso. Le istituzioni devono riconoscere il suo ruolo sociale in città». Nell’urbe di Partenope «lo sport è un gate, consente un passaggio sociale, come dimostra la vicenda di Marco Di Costanzo. Lo sport conferisce opportunità ai giovani, perchè lo studio non è per tutti». Il trionfo della Grecia avalla la grandezza di Giovanni Postiglione. From Naples with love.

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