In pensione Mario Marano,
anima e storia del Circolo Savoia

In pensione Mario Marano, anima e storia del Circolo Savoia
di Gianluca Agata
Martedì 30 Novembre 2021, 18:36
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Giovedì 2 dicembre andrà in pensione Mario Marano, anima e storia del Reale Yacht Club Canottieri Savoia. Uno zio per gli atleti, un fratello maggiore per il personale e un riferimento per i Soci bianco blu. Mario ha varcato la soglia del Circolo per la prima volta nel maggio del 1962, aveva otto anni. Il papà gestiva il bar e la mensa, lui, bambino, lo aiutava nelle giornate più impegnative. Trent’anni seguendo le orme del genitore, poi nel 1991 venne tirato fuori dal bancone del bar da Pippo Dalla Vecchia. «Una mattina – racconta Mario – consegnarono alcune piante in banchina, presi a sistemarle con il presidente. Decise di assumermi».

È stato al fianco di Pippo per ventidue anni, poi è rimasto l’affetto: «Ci siamo visti ogni lunedì mattina a colazione, fino alla sua morte. Abbiamo macinato chilometri, insieme: per un banchetto a base di carciofi arrivavamo a Roma, per la carne e il vino in Irpinia… Voleva solo prodotti di prima scelta. Ha sconvolto il Circolo, ci ha fatto conoscere Presidenti della Repubblica, grandi artisti, la famiglia Savoia… Era un padre? No, io lo chiamavo nonno».

 

Nel corso della sua vita professionale in bianco blu, Mario ha lavorato con sei presidenti: Guido Pepe, Mario Farina, Aldo Ciaramella, Pippo Dalla Vecchia, Carlo Campobasso e attualmente è vicino al timoniere bianco blu, il presidente Fabrizio Cattaneo della Volta: «Mario è il discreto ed elegante custode e occulto consigliere che tutto conosce e tutto sa di questo Circolo.

Con lui va in pensione la memoria storica del Savoia e i segreti di un passato che non tornerà; senza avere lui al fianco mi sentirò più solo al timone. Gli auguro un futuro sereno accanto ai suoi cari, anche se gli ho estorto la promessa che ogni qual volta io e il Savoia avremo bisogno dei suo consigli, correrà qui alla banchina Santa Lucia».

Mario racconta che lavorare al Savoia«è stata un’esperienza di lavoro ma soprattutto di vita, che mi ha permesso di conoscere grandi personaggi». Una mattina aprì la porta al Presidente Cossiga: «Voleva fare una passeggiata». Emanuele Filiberto gli chiedeva le Marlboro, ha conosciuto attori e cantanti come Fiorello e Bocelli, la Incontrada, Serena Rossi e lo chef stellato Cannavacciuolo nel corso di una puntata di Masterchef registrata all’ombra di Castel dell’Ovo: “Sono stato anche attore, nelle fiction in cui spesso noi camerieri facevamo da comparse».

Sicuramente il personale è il vero punto di forza del Circolo Savoia, custodi di arredi spettacolari, di libri unici nel mondo e dei segreti della nobiltà e della borghesia napoletana. «È proprio vero, come diceva Pippo Dalla Vecchia, che quando si scendono i trenta scalini da via Partenope si entra in un altro mondo, di gentiluomini e di grandi sportivi. Tra i tanti ne ricordo solo uno, Matteo Castaldo, che ci ha regalato due medaglie olimpiche nel canottaggio».

E adesso, Mario? «Lascio un Circolo in pieno fermento, il Savoia continuerà ad essere un grande club, riconosciuto nel mondo. Continuerò a collaborare, come ho promesso al presidente Cattaneo della Volta, ma vorrei un po’ riposare, godermi la famiglia e la mia nipotina»

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