Inviato a Torre Annunziata. La città festeggia i suoi campioni, quelli vittoriosi. Quelli che ce l'hanno fatta. Ciro Immobile, centravanti della nazionale di calcio che si è aggiudicata gli Europei, e Irma Testa, medaglia di bronzo di pugilato alle Olimpiadi. Ciro e Irma, Irma e Ciro, il calcio sport milionario per eccellenza e la boxe sudore in palestra e rimborsi spese. Ma per una sera i due volti di Torre Annunziata sono soprattutto l'orgoglio di una città, come sottolinea il sindaco Vincenzo Ascione.
All'aperto nella nuova sede comunale, 200 inviti, un palco con uno schermo gigante dove scorrono le immagini dei sei sponsor tutti locali. La gente aspetta i suoi concittadini, all'ingresso un manipolo di tifosi del Savoia calcio protesta: «Noi siamo Torre Annunziata» dicono i loro cartelli, che lamentano una manifestazione riservata a pochi.
I selfie e le richieste di autografi sono in gran parte per lui, Ciro Immobile, il ragazzo che ha iniziato a tirare calci al pallone proprio qui in una scuola calcistica locale. Ricorda: «Ho lasciato la mia città a 15 anni per andare a giocare con i giovani del Torino, ma qui torno sempre. Non dimentico le mie radici». E nonno Ciro ricorda il nipote: «Un ragazzo terribile, che si sapeva far valere sin da piccolo».
Irma, la timida ragazzina del difficile quartiere Provolera, ha acquisito sicurezza. Ha saputo farsi valere a suon di cazzotti, ma è cresciuta nella scuola della vita con un padre assente e una mamma che ha saputo trasmetterle valori sani e esempi. Una mamma che ha cresciuto quattro figli, due ragazze e due ragazzi, sempre lavorando e cercando di dare loro un esempio positivo. E Irma, sorridente nella sua maglia con i colori dell'Italia, dice: «So che ci vorrebbero qui molte Irma e Ciro, perché il nostro esempio dovrebbe spingere i torresi a fare sacrifici in modo giusto per arrivare, senza scorciatoie o strade sbagliate».
«Sì, vorrei che il mio quartiere diventasse migliore, che i ragazzi non si perdessero» dice Irma, da tre anni in polizia e atleta delle Fiamme oro. E aggiunge Ciro: «Sto avviando un'iniziativa ufficiale per aiutare chi vuole farcela nella mia città. Sono nato qui e cresciuto alla Nunziata. So cosa significhi emergere, in una realtà non semplice». Padre pensionato dell'Avis, mamma casalinga, uno zio ex presidente del Savoia calcio, Ciro Immobile si mostra disponibile a decine di selfie. È la stella più conosciuta, ma per una sera si sente sullo stesso piano di Irma. E dice: «Ho ammirato il suo successo, quello di una ragazza di Torre Annunziata che ha fatto parte e ha contribuito al folto medagliere italiano alle Olimpiadi».
Irma ricambia l'ammirazione: «Ho gioito con tutti gli italiani, quando la Nazionale ha vinto gli Europei. Una squadra dove gioca un ragazzo di Torre Annunziata». I due volti dello sport, due discipline con riflettori e luci diverse: nel calcio si è stella a lungo e quasi sempre; nella boxe solo quando si vince e si sale sul ring.
Stelle uguali per una notte, nell'abbraccio di Torre Annunziata. La grande festa voluta con forza dal sindaco Ascione si apre con l'inno di Mameli cantato dal tenore Marco Riccio. Scorre l'immagine del tricolore nel grande schermo. Poi, è un vero e proprio spettacolo con programma definito, presentato da Dino Piacenti e Cinzia Profita. Scorrono immagini, danzano le ragazze di una scuola di ballo locale, poi salgono sul palco a turno Irma e Ciro. È il loro grazie a una città che mostra orgoglio per i suoi due figli ora famosi, ma che non sempre è generosa con chi vi nasce. Ma stasera non c'è spazio per discorsi sociologici, brillano i successi dei due figli di Torre. E non a caso lo spettacolo-manifestazione è stato battezzato «Le stelle di Oplonti». Uguali e diversi, da oggi Ciro e Irma torneranno al loro impegno sportivo. Immobile è atteso da mister Sarri nelle rifiniture precampionato, forte di contratto e ingaggio consolidati. Irma Testa tornerà a tirare pugni in palestra, pensando a una prossima medaglia. Uguali e diversi.