Manferlotti sul tetto d'Europa, d'argento
Maddaloni e Terranova a Bucarest

Vincenzo Manferlotti
Vincenzo Manferlotti
di Diego Scarpitti
Martedì 20 Luglio 2021, 22:17
2 Minuti di Lettura

Nel 2017 si è fatto scattare una foto insieme a Fabio Basile, campione piemontese che a Rio 2016 mise al collo l’oro, risultando la prima medaglia dell'Italia nell’edizione brasiliana a cinque cerchi, nonchè la 200esima nella storia azzurra. Vincenzo Manferlotti tiferà per l’autore del libro «L'impossibile non esiste», impegnato ai Giochi di Tokyo proprio come il napoletano Christian Parlati, atleta delle Fiamme Oro, che con la Nippon Club ha iniziato la scalata verso l’Olimpo. E il judoka partenopeo (categoria 55 kg) ha hatto risuonare l’inno di Mameli in Romania, chiudendo sul gradino più alto del podio l'European Cup cadetti a Bucarest.

 

Nella «Piccola Parigi» si è fatto valere Manferlotti, affrontando la gara con grinta e senza timore reverenziale. «Sono contento di aver vinto il mio primo European Cup. Mi sentivo in forma. Ero consapevole di poter ben figurare.

Ringrazio la mia società, Nippon Club Napoli, i miei tecnici, Raffaele e Massimo Parlati, e i miei compagni di allenamento, senza i quali nessun risultato sarebbe raggiungibile. Da domani subito in palestra a lavorare ad obiettivi più importanti. Dedico la medaglia d'oro al mio compagno di allenamento, Davide Esposito, che ha subìto un infortunio una settimana fa». Si è classificato al quinto posto il figlio d’arte Manuel Parlati (60 kg).

Ottima prova delle azzurrine impegnate sul tatami nell'ultima European Cup prima dei Campionati Europei cadetti. Argento per Serena Maddaloni (63 kg) della Star Judo Club e silver medal per Michela Terranova (52 kg) dell’Ischia Judo. «Sono soddisfatta della medaglia, perché è stata la mia prima gara dopo due anni e anche in una nuova categoria. Potevo ovviamente fare di più, però sono fiera di me stessa per aver portato la medaglia a casa. Ringrazio mio padre e maestro Gianni Maddaloni», dichiara Serena.

«La gara è stata una delle più impegnative del circuito. Quando sono sul tatami mi diverto, dando spazio alla mia fantasia judoistica in ogni incontro. Credo di aver disputato una buona competizione dal primo all'ultimo incontro, anche se il risultato finale non è stato quello che volevo. Sono contenta, ma non dispero, poichè continuerò a lavorare con mio padre Rosario e mio fratello Rocco Terranova per migliorare», conclude Michela. «Sarà stata l'onda lunga degli Europei di calcio, ma in tanti hanno cantato il nostro inno», le considerazioni entusiastiche del coach Sandro Piccirillo.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA