Kenya e Lelia sorelle vincenti
per la gioia di papà Antonio Ciano

Kenya e Lelia
Kenya e Lelia
di Diego Scarpitti
Martedì 20 Ottobre 2020, 20:10
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Ai vertici del judo tricolore c’è Napoli con i suoi straordinari interpreti. Bottino pesante ai campionati italiani juniores, disputatisi al PalaPellicone di Ostia. Brilla il titolo vinto da Gennaro Pirelli (90 kg – Kodokan), analogo il risultato conseguito da Antonio Bottone (60 kg – Star Judo Club) e spicca il podio interamente partenopeo con Rocco Terranova (Ischia Judo) e Daniele Di Capua (Nippon Club). E poi il terzo gradino conquistato da Alessandro Pippa (55 kg – Nippon Club, la società classificatasi al secondo posto a livello nazionale). Si fanno valere le figlie d’arte Kenya Perna (52 kg) e Lelia Ciano (70 kg): oro e argento a completare il quadro.

«Sapevate quanto sarebbe stato difficile ma non come sarebbe stato bello il giorno dopo. Dio mantiene le sue promesse», dichiara soddisfatto Antonio Ciano, tecnico delle Fiamme Gialle e padre delle due atlete. Sport e fede: si riconferma il binomio. Capitolo 41, versetto 10. «Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte, ti vengo in aiuto, e ti sostengo». Ciano cita il profeta Isaia. Mesi difficili vissuti durante il lockdown, palestre chiuse ma allenamenti e duro lavoro non sono mancati: a casa e in bici. Sacrifici ripagati e passi in avanti compiuti.

 

Ottobre 2015 – ottobre 2020. «Papà vogliamo iniziare judo», l’esplicita richiesta delle due ragazze. «Non era tardi, perché non lo è mai nella vita. Cominciare dopo gli altri, rende le cose più difficili», prosegue Ciano. «Mille pensieri, emozioni e preoccupazioni. Sapevo bene la strada da percorrere». Ed ecco i frutti raccolti in finale nazionale juniores. «Oro e argento in un gara particolare e surreale». Il tempo ha dato ragione a Kenya e Lelia. «Ci sarebbero tante persone da ringraziare, soprattutto chi le ha dato la possibilità di crescere in questi 5 anni. Un ringraziamento a Salvatore Ferro, che ha seguito le ragazze in modo esemplare. Evidente lo zampino del maestro-orso Gianni Maddaloni», sottolinea Ciano, ribadendo il debito di riconoscenza contratto.

Tre incontri, altrettante vittorie per ippon. Precede Federica Silveri (Banzai Cortina), Alessia Tedeschi (Castellanza) e Miriam Leone (Judo Club Leone). «Sono così contenta di aver partecipato a questa competizione dopo quasi un anno di stop. Sono evangelica, credo nel Signore e ho pregato ogni giorno per questo momento così importante», afferma Kenya, che annuncia il suo prossimo impegno. «Parteciperò all’Europeo di Porec in Croazia.

Dovevo dimostrare a me stessa che valgo e che la strada intrapresa è quella giusta. Ringrazio mio padre Antonio per tutto quello che fa. Non smette mai di credere in noi, anche quando le cose vanno in un’altra direzione», conclude la judoka classe 2000.

Trasformazione e rinsavimento. Dall’abbandono del tatami al ritorno sulla materassina e conseguente successo. Dal tunnel dell’incertezza alla strada ritrovata. «Un anno nel buio. Non riuscivo a capire cosa volevo, non avevo più motivazioni. Ho lasciato nel 2019. Insomma non volevo sapere più niente del judo». La preghiera ha illuminato la sua mente, diradato le ombre, reso tutto più chiaro. «Sento di avere il judo nel sangue. Devo ringraziare mio padre, che non ha mai smesso di credere in me», racconta Lelia. Adottati accorgimenti e battute nuove piste. «Grazie al dottore Francesco Fagnani per il percorso alimentare che sto seguendo. Non mi sono mai sentita così motivata, ho capito che il judo mi rende libera», spiega la 19enne tesserata del Centro Polisportivo Pomilia.

«Mi aspettavo che la gara andasse bene, perché mi sentivo senza pressioni e paure, nonostante il periodo di stallo. Conosco le mie potenzialità». Preceduta solo da Irene Pedrotti (Dojo Equipe), Lelia ha messo alle sue spalle Vincenza Amendola (Kodokan Brienza) e Giorgia Freschi (Judo Vittorio Veneto). «E’ stato difficile nel periodo particolare che tutti stiamo vivendo, ma sono sicura che ne usciremo al più presto», auspica fiduciosa Lelia. «Dedico la medaglia ai miei genitori, al maestro Gianni Maddaloni, un punto di riferimento, ai miei fratelli, alla Pomilia e al maestro Bruno D'Isanto, ai ragazzi della Star Judo Club e della Fitness Club Nuova Florida, al maestro Salvatore Ferro e a Sandra per essermi stati vicini», conclude emozionata Lelia.

Sorelle e atlete, credenti e vincenti.

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