L'allarme di Parlati: «Lo sport
rischia di morire nel silenzio generale»

Nippon Club
Nippon Club
di Diego Scarpitti
Martedì 2 Febbraio 2021, 23:45
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Palestre chiuse, grido comune. Montano rabbia e preoccupazione. Inascoltata la voce dello sport, sempre più bistrattato e confinato ai margini. Nel momento di maggiore difficoltà si compattano per la medesima battaglia Nippon Club Napoli, Star Judo, Pomilia e Olympic, supportate dal comitato campano della Fijlkam. Disagio diffuso e criticità condivise a Ponticelli, Scampia, Pomigliano d’Arco e Torre del Greco. Judo in sofferenza, si rischia l’imminente catastrofe.  

«E' trascorso ormai un anno da quel sipario calato per le palestre di tutto il territorio nazionale e regionale. Numerose sono le associazioni sportive che, ormai in ginocchio, hanno chiuso o stanno pensando di chiudere. Lo sport ai tempi del lockdown e del Coronavirus muore», racconta Raffaele Parlati.

Chiede che il suo appello venga ascoltato e seguano immediati provvedimenti per «salvaguardare le palestre, avamposti di sport e legalità in periferia». Si lotta sulla materassina e non solo. Impegno sul tatami e nei quartieri a rischio degrado e delinquenza. Emblematica la storia dei fratelli Antonio e Giovanni Esposito, tesserati con le Fiamme Azzurre (Polizia Penitenziaria) e Christian Parlati delle Fiamme Oro (Polizia di Stato), atleti di caratura mondiale in corsa per Tokyo 2021, che coltivano un sogno a cinque cerchi, nati e cresciuti con i colori della Nippon.

«Siamo al collasso. Non bastano più gli sforzi della famiglia Nippon per andare avanti», afferma il maestro Parlati, fiero dei tre titoli iridati conseguiti nel corso degli anni dai suoi validi ragazzi. «Non esistono ritorni economici ma soltanto passione.

Ci siamo accollati spese aggiuntive e abbiamo ospitato gli atleti agonisti campani, le cui società hanno deciso di chiudere, in quanto non riuscivano a sostenere i costi di gestione». Nippon centro tecnico regionale di alta specializzazione. «Abbiamo stretto la cinta e siamo andati avanti. Non abbiamo mai abbandonato gli ideali dettati dallo sport, non abbiamo abbandonato i ragazzi», rivendica Parlati.

Ci si muove tra divieti e rispetto delle disposizioni ministeriali e regionali, sanificazione, sicurezza e misure di prevenzione Covid-19.  «La situazione è diventata insostenibile, rischiamo seriamente di chiudere». Legislatore assente e situazione acuita dalla crisi di Governo. «A pagare le conseguenze sono i bambini e i ragazzini non agonisti, reclusi nelle loro camerette, rinchiusi in un silenzio assordante, desiderosi di tornare a praticare semplicemente sport».

Il danno e la beffa. «Si resiste anche contro le mire espansionistiche della criminalità, impaziente di impossessarsi di tutte quelle «piccole oasi» create dalla passione per lo sport. Infatti fanno gola alla malavita le serrande abbassate delle attività sportive ormai arrivate all'esasperazione. Investiranno a discapito di tanti operatori onesti, forze sane del territorio». Lancia l’allarme sociale Raffaele Parlati.  

«L’indifferenza non è più giustificabile. Si rischia, in questo quadro complicato, di non riuscire a qualificare i giovani del quartiere alla kermesse olimpica, vanificando i loro sforzi e sacrifici di anni. E' arrivato il momento di intervenire seriamente, è arrivato il momento di rialzare il sipario di questo teatro, che da sempre regala emozioni», auspica Parlati. Il mondo dello sport invoca l'apertura delle palestre.

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