L'appello di Scotti Galletta: «De Luca
ci aiuti a riaprire la Simone Vitale»

Andrea Scotti Galletta
Andrea Scotti Galletta
di Diego Scarpitti
Lunedì 4 Maggio 2020, 14:58
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Sprazzi di (pseudo)normalità. Al via il secondo tempo di una partita di cui non si conosce, al momento, il fischio finale. Sport di squadra e di contatto, la pallanuoto si trova confinata in un limbo, in attesa di conoscere il proprio destino. Se diverse evidenze mostrano come il Covid-19 sia inattivato con concentrazioni di cloro superiori a 0,5 parti per milione, non è il caso di farsi prendere in controfuga né abbassare la guardia. Chiedono a gran voce di fare chiarezza i pallanuotisti. Riaprire le piscine e ripartire? Sì, no, in che modo? Imperversa il dibattito.

Salerno chiama De Luca. «Mio padre mi ha insegnato ad essere positivo, a guardare il bicchiere mezzo pieno, ad avere sempre speranza, a combattere fino alla fine. L’Italia è stata in ginocchio, abbiamo sofferto per tutti i morti dovuti a questo dannato virus, ma adesso è ora di rialzarsi. In Campania la situazione è sotto controllo da settimane, la Regione ha costruito un ospedale che fortunatamente non è servito», spiega Andrea Scotti Galletta, capitano della Campolongo Hospital Rari Nantes Salerno.
 
Fase 2. «Come le graduali riaperture di numerose attività commerciali e produttive, mi auguro che il ministro dello sport Vincenzo Spadafora ed il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca autorizzino la riapertura delle piscine, delle palestre e dei centri sportivi. Al di là del campionato di A1, che probabilmente non verrà portato a termine, ci sono ancora i campionati giovanili, che in estate potrebbero essere conclusi, osserva il figlio d’arte, che indossa la calottina numero 5.
 
Pallanuoto nel sangue. Suo padre Mario è stato quattro volte campione d’Italia con la Canottieri Napoli di Fritz Dennerlein negli anni dispari (1973, 1975, 1977, 1979), vincitore della Coppa dei Campioni disputata a Palermo, bronzo iridato a Calì, in Colombia, nel ’75 e l’oro con il Settebello al Mondiale di Berlino nel ’78. Stesso nome ovviamente per Scotti Galletta junior, il nipote che può vantare un nonno con trascorsi anche cinematografici. Celebre la scena del rigore parato nella piscina di Acireale a Michele Apicella, ovvero Nanni Moretti in Palombella rossa.
 
Timori. «Abbiamo la responsabilità di far praticare attività a tanti ragazzi, che hanno vissuto due mesi surreali: molti avranno paura di uscire, altri paura del contagio, altri non avranno più motivazioni, si prospettano casi di abbandono in netto aumento», rileva il difensore classe 1982.
 
Nodo impianti. Necessario l’adeguamento sulla base della evoluzione epidemiologica e garantire, a spese delle società e della Fin, specifiche condizioni: espletamento di test diagnostici sugli atleti, al fine di accertare la negatività al Coronavirus; assicurare la disponibilità di spazi delimitati di allenamento (rigorosamente a porte chiuse) ad uso esclusivo di ciascun atleta per tutta la sessione; limitazione dell’uso degli spogliatoi ed altri spazi comuni, per consentire il rispetto della distanza interpersonale di almeno due metri. Con la raccomandazione ai singoli club e alla federazione di appartenenza di disporre l’accesso agli impianti degli atleti già in tenuta di allenamento. Rientro a fine seduta presso le proprie abitazioni, evitando l’uso di spogliatoi e docce della struttura sportiva. Prioritario il controllo medico con periodicità almeno settimanale sugli atleti. Infine regolamentazione e contenimento dell’accesso e tutela degli utenti, adozione di adeguate misure igienico-sanitarie, secondo gli standard previsti. Doveroso contenere e contrastare i rischi derivanti dalla diffusione del Coronavirus.
 
«Le piscine comunali come la Simone Vitale, la Scandone, lo Stadio Del Nuoto di Caserta hanno il dovere di ripartire, appena sarà stabilito un protocollo sanitario per tutti i centri sportivi. Dovremo cambiarci sugli spalti? Faremo la doccia a casa? Staremo più attenti al distanziamento. Sono aspetti con cui dovremo convivere per ancora qualche mese, ma fermare la pallanuoto per sei mesi, ritornando a settembre, sarà la fine del nostro sport», sentenzia Andrea Scotti Galletta.

Fase critica e sport a geometria variabile. «Annullare il campionato di A1 vuol dire fare autogol, ma potrebbe essere l’anno zero. Ci sono talmente di quei problemi da risolvere, che forse è arrivato il momento di riflettere e trovare soluzioni. Ho molte idee e suggerimenti da condividere, ma bisogna essere disposti ad ascoltare», afferma il capitano giallorosso. «Conosco tutti i campionati, le problematiche e le migliorie da poter apportare. Spero che un giorno la voce dei giocatori e degli allenatori possa essere seriamente presa in considerazione», conclude Andrea Scotti Galletta.

Il valore sociale e preventivo dello sport non va certamente tralasciato.
 
 
 
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