Esposito day con le affermazioni
al Grand Slam di Giovanni e Martina

Giovanni e Martina Esposito
Giovanni e Martina Esposito
di Diego Scarpitti
Domenica 23 Ottobre 2022, 14:58 - Ultimo agg. 19:05
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«Le tanto bistrattate periferie napoletane sempre più capitali del judo mondiale». E’ questa la sintesi perfetta, tratteggiata dal tecnico della Nazionale italiana Raffaele Parlati. «La seconda giornata del Grand Slam di Abu Dhabi regala due prestigiose medaglie all'Italjudo, medaglie entrambe targate Napoli», ribadisce con orgoglio il coach azzurro. Dopo l’argento mondiale a Tashkent di Christian Parlati (Fiamme Oro) nella categoria 90 kg e il bronzo iridato di Assunta Scutto (Fiamme Gialle) in Uzbekistan, nei 48 kg, arrivano altri due metalli pesanti dalla capitale degli Emirati Arabi Uniti.

«Giovanni Esposito conquista l'ennesima medaglia, che lo consacra nei 73 kg tra i più forti al mondo. Martina Esposito, invece, conquista la sua prima medaglia ad un Grand Slam, medaglia che la fa rientrare nella top 36 della ranking mondiale», avverte Parlati.

Fiamme Azzurre. Silver medal per Giovanni Esposito, poco incline al sorriso e alle considerazioni. Protagonista sul tatami, il judoka partenopeo procede spedito contro il gambiano Faye Njie (due wazari-seoi nage e o uchi gari), scavalca il tedesco Alexander Bernd Gabler (wazari di seoi nage e tre sanzioni), supera il moldavo Petru Pelivan (tre sanzioni al golden score) e in semifinale si impone sull’uzbeko Obidkhon Nomonov, infilato con un uchi mata nel golden score. Stop in finale con lo svizzero Nils Stump, abile a sorprendere il 24enne napoletano e lasciarlo così ad una incollatura dal gradino più alto del podio.

«Bella gara, ero veramente in forma, peccato per la finale», ha commentato Giovanni Esposito, precedendo lo spagnolo Salvadro Cases Roca e l’uzbeko Shakram Akhadov. «Dedico la medaglia alla mia famiglia, in particolare a mio fratello Antonio, al gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre e infine al mio allenatore Raffaele Parlati, che mi sopporta e mi supporta ovunque».

Carabinieri. Congiunge le mani, poi le porta al viso. Sguardo al cielo e judogj blu. Graffia la tigre di Scampia. Cresciuta con il maestro e mentore Gianni Maddaloni (come Assunta Scutto e non solo), l’atleta 20enne dell’Arma si prende la sua rivincita in campo internazionale. Prima medaglia in un Grand Slam per Martina Esposito.

 

Percorso nitido e interessante: ippon al golden score per immobilizzazione sull’ecuadoregna Celinda Corozo ed ancora ippon al golden score (ma con sode tsuri komi goshi) sull’inglese Kelly Petersen Pollard. Fermata in semifinale dalla belga Gabriella Willems, l’immediato riscatto. Doppio wazari di seoi nage sulla romena Serafima Moscalu, che vale la meritata medaglia di bronzo. «E’ stata una gara molto intensa, poteva andare sicuramente meglio, perché in semifinale ho compiuto degli errori che non avrei dovuto fare», riferisce sincera Martina.

«Va bene così, sono felice perché quest’anno è stato duro. Ho avuto tante batoste in gara e ho potuto dimostrare a me stessa quanto valgo e che tutto ha il suo tempo”. Dal bronzo ai Giochi del Mediterraneo ad Orano, in Algeria, a quello negli Emirati. Punta a staccare il pass per le prossime Olimpiadi di Parigi 2024. «L’incontro più bello è stato quello con l’inglese Petersen, perché avevo perso agli Europei per penalità. Vincere dopo 11 minuti di incontro con un wazari, mi ha fatto capire che ero concentrata. Ringrazio il Centro Sportivo Carabinieri, che mi sostiene sempre, Matteo Marconcini, Giovanni Carollo e Francesco Bruyere, la mia famiglia e il mio ragazzo Carmine», conclude Martina.

«Una grande prestazione quella di Martina, che rende onore al suo valore reale. È una medaglia che le spetta e che si è guadagnata con tanto lavoro e sacrificio. Martina ha qualità tecniche e fisiche sopra la media e se usa bene la testa, fa la differenza», conclude Francesco Bruyere (nelle foto di Emanuele Feliciantonio). «Spero che questa possa essere per lei la prima medaglia Slam di tante altre. Complimenti a lei e al suo gruppo sportivo dei Carabinieri».

E’ l’«Esposito day», è il giorno di Napoli e delle sue vitali periferie.

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