La Canottieri Napoli riparte nel segno
di Antonio Cammarota e Vincenzo Sticco

Canottieri Napoli
Canottieri Napoli
di Diego Scarpitti
Sabato 19 Giugno 2021, 20:49
4 Minuti di Lettura

Ripartenza giallorossa. Si rinnova il parco barche al Molosiglio con due armi e uno skiff. Nel piazzale della Canottieri Napoli la cerimonia commemorativa nel segno di Antonio Cammarota e di Vincenzo Sticco. Folta la partecipazione del Sodalizio partenopeo. «Sono questi momenti molto importanti della vita del CCN, perché ricordano persone che, con grande amore e passione, hanno dedicato le loro energie e la loro competenza allo sviluppo, ai successi, all’affermazione costante delle nostre tradizioni, a scrivere pagine importanti della storia del Circolo», il messaggio inviato dal past president Giancarlo Bracale. Vicinanza espressa dal titolato pallanuotista Nando Lignano, che «onora la memoria di un amico, cui mi univa e mi unisce un viscerale attaccamento al nostro Circolo».

 

Visibilmente emozionato Achille Ventura. «Questa cerimonia commemorativa, oltre ad essere un atto dovuto nei confronti dei due soci a cui gran parte del Circolo era molto affezionato, segna l’inizio della nuova apertura post pandemia della Canottieri e il suo rilancio con dei dati abbastanza significativi: la squadra sperimentale di pallanuoto si è salvata e rimane in serie A2, con il chiaro intento di rinforzarla, due nuotatori qualificati alle Olimpiadi di Tokyo, Mario Sanzullo e Stefania Pirozzi, stiamo iniziando un lungo lavoro di rinforzo della sezione del canottaggio, che tra qualche anno, a conclusione di questo quadriennio olimpico, ci porterà a dei buoni risultati. Ci sono tutte le premesse per ben sperare che la Canottieri non solo mantenga le posizioni acquisite ma possa scalarne qualche altra ancora», auspica fiducioso il presidente canottierino. E a Rosario Esposito l’onore di scoprire una targa in memoria del professor Antonio Cammarota, «maestro di sport e di vita», ad un anno dalla sua scomparsa. La presenza di numerosi dirigenti, soci e atleti (il tecnico Fabio Di Costanzo, fratello del campione olimpico Marco, Stefano Correale, il vicepresidente sportivo Marco Gallinoro, Luca Piscopo, Lello Avagnano ed altri ancora) è la testimonianza del grande affetto che ha sempre meritato.

«Antonio Cammarota è stato un elemento trasversale a tutta la nostra storia di atleti, soci e amici, un gruppo di persone che si è sempre speso per il canottaggio, che in Italia è basato sulla volontà dei singoli e non come nel mondo anglosassone, dove l’organizzazione è universitaria, che spinge verso questo sport», osserva Antonio Castaldo, papà di Matteo, bronzo a Rio 2016, pronto per le Olimpiadi nipponiche. «Ci siamo conosciuti nel ’70 e l’attività remiera all’epoca iniziava a 14 anni.

Antonio ha curato la parte della leva, quindi i ragazzi che approcciavano al canottaggio. Il suo garbo, la sua gentilezza naturale e la sua riservatezza affascinavano quanti venivano al Circolo dai posti, dall’educazione e dai ceti più disparati. Antonio ha trattato tutti allo stesso modo. Non ricordo mai in 50 anni che Antonio abbia mai perso la pazienza», prosegue Castaldo.

«Cammarota ha messo in barca mio figlio Matteo. Negli anni ’80 insieme a Franco Borrelli una naturale simbiosi e un naturale modus convivendi. Matteo ha incominciato nel 1995 ad allenarsi con delle barche inaffondabili in legno. Antonio aveva un naturale rapporto con i bambini, sempre sorridente e tranquillo, non urlava mai, tendeva al gioco, sostenendo che i ragazzini devono divertirsi con i loro coetanei. Mostrava sempre un atteggiamento sereno e non si sforzava di esserlo con il suo sorriso. Silenzioso e schivo, lontano dalle luci della ribalta», evidenzia  il suocero dell’ex presidente di Federvela, l’indimenticabile Carlo Rolandi, che riteneva primario investire nello sport. Emerge «un ricordo tenero e di apprezzamento umano. C’era un momento per scherzare e per essere seri, sempre sottovoce. Tante generazioni di atleti e non solo hanno apprezzato l’opera di Antonio. Ci è sembrato logico, lasciare, a futura memoria dei ragazzini che arriveranno alla ripresa delle attività sportive, una targa. Mossi da curiosità i piccoli giallorossi chiederanno in merito», conclude Castaldo, che ha donato il mini skiff «per i bambini che vogliono scendere in acqua e imparare i primi rudimenti. Remare è arte nobile, soprattutto nell’Europa che conta e nei paesi di cultura anglosassone, contrassegnata da disciplina e gioco di squadra».

Da sempre Antonio Castaldo e la sua famiglia hanno mostrato legame e affetto ai colori giallorossi ed in particolare alla sezione canottaggio. Commossa la signora Marialuisa, consorte del compianto Cammarota, così come la signora Rosa, moglie del defunto Sticco. «Perennemente in tuta, dotato di quella simpatia che ispirava in noi tutti fiducia e voglia di metterci alla prova. A Cammarota il merito di avermi fatto salire per la prima volta su una barca di canottaggio», il ricordo sentito di Davide Tizzano, bicampione olimpico a Seoul 1988 e Atlanta 1996, che in un pomeriggio dell’ottobre 1979 mise piede per la prima volta in un club nautico. Ad accoglierlo alla Canottieri Napoli proprio Nino Castaldo e Antonio Cammarota.

© RIPRODUZIONE RISERVATA