Castaldo fa rotta su Tokyo:
«Un sogno più forte della pandemia»

Il quattro senza bronzo a Rio de Janeiro
Il quattro senza bronzo a Rio de Janeiro
di Gianluca Agata
Venerdì 15 Gennaio 2021, 14:44 - Ultimo agg. 15:53
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«Se cominciassimo a pensare a tutto quello che si dice dovremmo soltanto tirare i remi in barca e tornarcene a casa. Ed invece per sputare sangue e allenarti ogni giorno devi avere una motivazione e questa motivazione, per noi, sono i Giochi Olimpici di Tokyo». Parola di Matteo Castaldo. Bronzo nel quattro senza alle Olimpiadi di Rio de Janeiro il 35enne atleta delle Fiamme Oro punta dritto su Tokyo. La pandemia sta incidendo nella preparazione dei canottieri azzurri per i Giochi. Il Gruppo Olimpico della Nazionale si è diviso in due per prendere parte al primo raduno dell'anno agonistico 2021 che si chiuderà il 24 gennaio. Terminate le vacanze natalizie, infatti, un primo gruppo di atleti composto da 31 unità (26 Senior e 5 Pesi Leggeri) si è ritrovato a Sabaudia, mentre un secondo gruppo, forte di 20 atleti appartenenti alla categoria Senior, è in questi giorni Piediluco presso il Centro Nazionale di Preparazione Olimpica e Paralimpica. Praticamente a Piediluco ci sono tutti gli atleti che cercano ancora il pass olimpico. A Sabaudia quelli che hanno già virtualmente staccato il biglietto per Tokyo. 

«Il fatto di non stare tutti insieme - spiega Castaldo - è importante dal punto di vista del contrasto alla pandemia, ma non aiuta la crescita dei singoli che hanno nel confronto continuo un plus per l'allenamento. Il fatto di non avere al fianco le barche più forti negli allenamenti, ovviamente non ti aiuta, non ti fa prendere punti di riferimento negli allenamenti ed aver diviso la Nazionale è un qualcosa che non aiuta anche se si deve fare di necessità, virtù». Le difficoltà hanno forgiato la carriera di Castaldo.  Lo racconta la sua storia, fatta di molti titoli italiani, di importanti successi giovanili – ha conquistato due volte la medaglia d’argento iridata tra gli Under 23, nel 2004 da peso leggero sul quattro senza e poi nel 2007 sul due senza – ma di una maturità agonistica giunta attorno ai 30 anni: nel 2015, il classe 1985 ad Aiguebelette si laurea campione mondiale assoluto nel quattro senza, e da lì non si ferma più, aggiungendo al suo palmares l’anno dopo il bronzo olimpico nel quattro senza a Rio de Janeiro (sua prima Olimpiade in carriera), e poi sempre nel quattro senza due medaglie d’argento iridate (2017 e 2018), il titolo europeo nel 2017 e infine la carta olimpica per Tokyo.

«Il nostro direttore tecnico dice che vincerà chi riuscirà a confermarsi con i tempi.

La pandemia ha picchiato duro in tutto il mondo ma ognuno ne paga le conseguenza in modo diverso. Noi siamo in due gruppo, gli inglesi sono a casa con i remoergometri. Solo i neozelandesi si stanno allenando come se niente fosse. Da loro c'è una bolla. E' come se la pandemia non fosse mai arrivata e questo a sette mesi dalle olimpiadi è fondamentale». Ma l'Italia non molla. "Siamo in una bolla mentale. Se pensassimo a tutte queste cose non ci sarebbe più la voglia di continuare". Tokyo? E' un sogno, una idea, un motivo per cui lottare: "Me l'aspetto supertecnologica. Un villaggio olimpico spaziale,  un wow continuo. Nulla a che vedere con Rio. Quando arrivammo ancora dovevano essere terminate le camere. " noi ci adattammo". E arrivò un bronzo: "Ma per la medaglia olimpica posso anche dormire a terra". 

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