Non incredibilmente e non meravigliosamente. Rafael Nadal è il terzo semifinalista in ordine di tempo a prender posto alle semifinali del Roland Garros, e verrebbe quasi da domandarsi «dove sta la notizia?». Probabilmente non c'è, in effetti: dal 2005, anno in cui da esordiente vinse il torneo, ad oggi, che lo detiene da campione in carica per la tredicesima volta, sono solo tre le volte in cui il maiorchino non è arrivato almeno sino a questo punto. In una delle quali uscì sconfitto addirittura non da un avversario, ma da un polpaccio lamentoso che lo costrinse a ritirarsi.
Centosei vittorie, due sconfitte, un ritiro. Con un fisiologico intoppo biennale tra il '15 e il '16. Dal 2017 però è di nuovo luce: trentasette incontri consecutivi vinti, solo una manciata di set concessi. Quattro titoli di fila da allora, inseguendo la sua stessa miglior striscia (5) che durò dall'apertura dello scorso decennio al 2014. Ha fermato il tempo Rafa, affidandosi ad un orologiaio che tira indietro la lancetta dei secondi e dei minuti ogni volta che il mancino di Manacor sfila al Philippe-Chatrier, danzando su quella terra dove con sfrontatezza spagnoleggiante torna ad esser quel che era nei tempi di maggior vigore.
Musetti-Djokovic, l'italiano si ritira nel quinto set, Nole ai quarti a Parigi (7-6 7-6 1-6 1-6 0-4)
È Diego Schwartzman, oggi, la sua preda.
Nadal dans l'adversité 💥
Diego Schwartzman est le premier joueur à prendre un set à Rafael Nadal depuis sa finale contre Dominic Thiem en 2019. C'est toutefois l'🇪🇸 qui a eu le dernier mot...
Retour sur le match 📝👇#RolandGarros— Roland-Garros (@rolandgarros) June 9, 2021