«Napoli con l’Ucraina»,
in campo con la Fondazione Valenzi

Pasquino-Boni-Vitale
Pasquino-Boni-Vitale
di Diego Scarpitti
Sabato 19 Marzo 2022, 12:58 - Ultimo agg. 14:07
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«Napoli con l’Ucraina». Scendono lacrime dal viso di un uomo e una donna. Gialloblu i colori dell’opera, come i lineamenti dei due volti posti di fronte, ideata dall’artista urbano Iabo, proiettata sullo sfondo del Teatro Mercadante, dove la Fondazione Valenzi ha inteso trasmettere, in questo tragico momento, alle giovani generazioni i valori della democrazia e del rispetto dell’altro. Impegno portato avanti con il progetto #CriticaMente, nell’ambito del programma «Scuola Viva–Azioni di Accompagnamento» della Regione Campania, mediante un evento rivolto alle scuole secondarie di secondo grado. Non casuale la partecipazione di tre campioni di diverse discipline (nuoto, scherma e sitting volley), che hanno preso parte alle Paralimpiadi di Tokyo e che incarnano a pennello «Una mente critica contro le discriminazioni».

«È sempre bello trasferire ai giovani la propria testimonianza, affinchè comprendano che lo sport è soltanto uno e che il movimento paralimpico rappresenta una vera opportunità», ha spiegato Vincenzo Boni, tesserato per le Fiamme Oro e il Caravaggio Sporting Village, vincitore di due medaglie d’oro di recente a Lignano Sabbiadoro. «Sul palco un momento bello e importante, anche se sono giorni di buio, che fanno crollare le certezze. Per il mondo si delinea un futuro incerto», ammette il plurititolato nuotatore paralimpico, già bronzo a Rio 2016

«Pregare e sperare: questo è quanto possiamo fare. Augurandoci che il sanguinoso conflitto che ha investito l’Ucraina possa finire presto. Costanza e caparbietà sono insiti negli sportivi e le impiegheremo in un gesto di vicinanza e sostengo ai nostri amici sportivi ucraini, che non stanno vivendo il loro periodo migliore. Confidiamo di rivederli presto in vasca e di riabbracciarli nuovamente», ha ammesso Boni, Cavaliere della Repubblica. «Lo sport completa la vita, è la chiave di volta per l’inclusione. Il nuoto è l’elemento del mio quotidiano, riempie le mie giornate, mi ha insegnato il rispetto e a fare squadra: una lezione di vita e di impegno», ha concluso il classe 1988.

Trasmette energia e luminosità Rossana Pasquino, sciabolatrice e spadista dal robusto palmares, nonché professoressa associata alla Federico II. «Ho iniziato a praticare scherma nel 2011. Mi sono appassionata grazie a Sandro Cuomo e al Club Schermistico Partenopeo. Inizialmente per recuperare funzionalità, ma ho trovato una famiglia. E poi l’adrenalina, i ritiri, le gare in pedana, il poter girare il mondo insieme agli amici: esperienze che restano nella pelle. Una sorpresa la qualifica per Tokyo». Prova a sintetizzare il suo brillante percorso Pasquino, sempre animata da evidente umiltà. «E’ una vita di affanni ma che regala tante soddisfazioni».

 

Entusiasma anche la vicenda sportiva di Alessandra Vitale, capitano della Nazionale di sitting volley a Tokyo e vicepresidente Cip Campania. «Stiamo ripartendo. Non tutti, però, conoscono ancora l'esistenza del Comitato paralimpico. Pasquino e Boni dimostrano di essere esempi virtuosi, contraddistinti da coraggio e da una forma di resilienza molto alta. La nostra presenza intende combattere ogni tipo di discriminazione».

La foto sul palco con Patrizio Rispo (che ha condotto la kermesse), i campioni paralimpici e Lucia Valenzi ha lanciato un segnale di civiltà e un messaggio per la pace. «Attraverso la soluzione delle criticità dei disabili, miglioriamo la vita di tutti. E la Fondazione Valenzi, che ha sede al Maschio Angioino, intende essere presente ai problemi attuali», ha dichiarato la figlia d’arte, definita un «panzer per la pace», dall’attore napoletano di Un posto al sole, conosciuto ai più come Raffaele.  

«Napoli è la città che durante la Seconda Guerra Mondiale ha subìto più di 100 bombardamenti. Napoli è perciò tra le città che meglio possono comprendere ed essere vicine alle sofferenze del popolo ucraino. È quanto vogliamo segnalare, mentre cerchiamo di raccogliere fondi per aiuti concreti», ha ribadito Lucia Valenzi, presidente della omonima Fondazione.

Il segretario generale Alfonso Trapuzzano ha tratteggiato brevemente il significato dell’opera di Iabo. «Testimonia la vicinanza al tormento della guerra, il senso progressivo del cammino e del dolore. Sarà collocata alla stazione di Porta Nolana della Circumvesuviana, grazie all’utilizzo gratuito degli spazi 6 metri x 3, concessi da EAV. Saranno messe in vendita 50 stampe dell’opera, il cui ricavato verrà devoluto alle comunità ucraine che si stanno consolidando nel nostro Paese». Dal Mercadante un appello lanciato per l’ospitalità dei profughi.

Sono intervenuti Ida Carbone, vice capo di gabinetto della Prefettura, in rappresentanza di Claudio Palomba («l’arrivo di 7 mila profughi dimostra la grande generosità della nostra città»), Simonetta Fraschetti, componente del consiglio di amministrazione della Stazione Zoologica Anton Dohrn, in rappresentanza del presidente Roberto Danovaro, Renato Del Mastro, componente della giunta del Coni Campania (che ha conferito la fascia di ambasciatrici dello sport a quattro atlete ucraine), ricordando le vittorie di Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino del 1936 («sport quale migliore antidoto contro la xenofobia, l’antisemitismo e il razzismo»), Lida Viganoni, presidente del comitato scientifico della Fondazione Valenzi, don Francesco Rinaldi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della scuola in rappresentanza dell’arcivescovo metropolita di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, che ha inviato un messaggio.  «E’ opportuno e bello parlare ai giovani, confrontarsi con loro, usare il loro linguaggio, prestare attenzione e vicinanza alle loro idee e alle loro aspettative, perché ci aiuteranno a convertire il nostro sguardo e il nostro cuore e ad essere più adeguati, per accompagnarli e sostenerli nel loro processo di crescita e di protagonismo nella costruzione di un mondo nuovo».

Luca Pancalli, presidente Cip, non ha fatto mancare la sua vicinanza. «Oggi più che mai la cultura rappresenta uno strumento essenziale per la crescita civile del nostro Paese.

La cultura ci fornisce le lenti per osservare il mondo con più chiarezza, per vedere ciò che spesso passa inosservato ai nostri occhi, per spingere il nostro sguardo al di fuori della nostra comfort zone e comprendere meglio gli altri, per conoscere nuove realtà». 

Messaggio denso di significato. «La lezione delle Paralimpiadi ha insegnato al mondo che lo sport non conosce differenze. Lo sport è l’eterna sfida dell’uomo ai suoi limiti, è la forma mentis dell’atleta impegnato a raggiungere il proprio obiettivo, è l’attività dove ciascuno, -se messo nelle condizioni di esprimersi al meglio-, può mettere in mostra le proprie potenzialità, qualunque esse siano», prosegue Pancalli. «Grazie allo sport il nostro movimento sta lentamente contribuendo a cambiare la percezione della disabilità nel nostro Paese. Le gesta degli atleti paralimpici hanno acceso un riflettore sull’importanza dei percorsi di benessere e inclusione per ogni individuo, a partire da coloro che vivono una condizione di maggiore fragilità. Perché ogni cittadino deve essere messo nelle condizioni di potersi esprimere al meglio e di coltivare i propri sogni», conclude Pancalli, che ha inviato un ideale abbraccio a Rossana Pasquino e Vincenzo Boni, «due atleti che rappresentano la massima espressione dello sport paralimpico. Due campioni sul campo di gara e nella vita che hanno ispirato e continueranno a ispirare tante ragazze e tanti ragazzi».

L’evento, inizialmente pensato per il 27 gennaio ma la recrudescenza del Covid ne ha suggerito il rinvio, è terminato con la proiezione del documentario «Rising Phoenix–La storia delle paralimpiadi».

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