Nuoto artistico, l’Italia si classifica quinta nel team libero ai Mondiali di Doha e strappa il pass olimpico

Nuoto artistico, l’Italia si classifica quinta nel team libero ai Mondiali di Doha e strappa il pass olimpico
di Piero Mei
Venerdì 9 Febbraio 2024, 22:18
5 Minuti di Lettura

Diceva Audrey Hepburn nel film di culto “Sabrina” che Parigi è sempre una buona idea”: per l’Italia del nuoto artistico adesso sarà anche una splendida realtà: la squadra ha preso, classificandosi quinta nel team libero, il pass olimpico che veniva dato sommando i risultati di tutte le specialità (tecnico, libero e routine acrobatica) e aprendo la porta olimpica, per trascinamento, anche al duo. Del reto Linda Cerruti e Lucrezia Ruggiero, le ragazze del duo, fanno parte anche della squadra.
Ci saranno, dunque, a Parigi 2024 gli azzurri, che non si può più dire le ragazze giacché tra di loro, nei Giochi di squadra, dovrebbe esserci anche Giorgio Minisini ora che questa disciplina non discrimina più i maschi come faceva andando a mano contraria sul mondo ordinario sportivo e no: il biglietto per Parigi è di gruppo e dunque è immaginabile la “rivoluzione francese”, con Minisini in vasca per l’Italia e il suo idolo, il 45enne Bill May, l’americano pioniere di questo sport (lo chiamavano beffardamente “il sirenetto”) in acqua per gli Stati Uniti: Bill aveva deciso di allungare la carriera fino a questo obiettivo.
“APNEA” E FUTURO
Ha portato bene il video che la squadra ha registrato prima di partire per Doha, mettendo in vasca (e in scena) le proprie acrobazie per accompagnare la canzone di Sanremo “Apnea” con cui è in gara Emma.
Ha portato bene anche il titolo dato alla coreografia della qualificazione: “Il nuovo mondo in cui si troverà l’umanità in futuro”: per l’Italia del nuoto artistico il nuovo mondo è già qui. “Missione compiuta _ dice Patrizia Giallombardo che ha creato questo gruppo da Giochi _ ci sono stati incidenti di percorso nella preparazione ma li abbiamo superati”.
“Abbiamo percepito che l’ultima routine non era venuta proprio perfetta, e per questo abbiamo aspettato il risultato” dice Enrica Piccoli, capitano del gruppo. Ma l’attesa, fin troppo prolungata sul divano da psicanalista a bordo vasca, s’è conclusa con un’esplosione di gioia: nessun basemark, 282 punti e passa e ne bastavano 264 per balzare davanti al Canada e chiamare l’agenzia di viaggio, destinazione Parigi.
Così Linda Cerruti, Marta Iacoacci, Sofia Mastroianni, Enrica Piccoli, Lucrezia Ruggiero, Isotta Sportelli, Giulia Vernice e Francesca Zunino, le ragazze della vasca, potevano danzare e festeggiare a secco, come Giorgio Minisini fuor d’acqua, i babbi tifosi arrivati fino a Doha e tutto lo staff.
“Ce l’abbiamo messa tutta, e non ho ancora realizzato quel che abbiamo fatto” parla per tutte Isotta Sportelli. “Abbiamo affrontato il mondiale _ dice _ con tranquillità e sicurezza concentrandoci sugli esercizi che ci riescono meglio”.
UNA BANDIERA PER CHIARA
Il “gruppo artistico” preparava una bandiera tricolore, con tanto di firme, ed era quella che veniva portata nella piscina accanto per dare supporto a Chiara Pellacani, la romana che, più giovane di tutti, era riuscita di mattina a superare la semifinale dei tuffi individuali da 3 metri ed addirittura classificandosi al terzo posto, il primo della Terra dietro le due marziane cinesi. Era uscita di scena Elena Bertocchi.
Chiara aveva ottenuto, in semi, 302.10 punti. In finale, però, cominciava subito in ombra ed alla fine concludeva soltanto decima (che comunque non è solo decima punto: è decima al mondo) con 272.05 punti: un tuffo (anzi di più) all’indietro. Oro e argento in Cina, naturalmente.
LACRIME E PROMESSE
Piangeva di delusione la Pellacani: “Credevo tanto in questi mondiali, ma ho fatto un po’ troppi errori. Ho avuto per tutto il tempo sensazioni strane. Forse il fatto di essere venuta qui avendo già conquistato la qualificazione olimpica nelle due gare non mi ha fatto arrivare con quella testa che avevo per esempio per Tokyo quando mi sono qualificata all’ultimo.
Ora devo tornare a casa, riposarmi qualche giorno e poi pensare alle Olimpiadi, a come prepararle: mi metterò al lavoro, ma tanto, tanto, tanto…”. Lo farà da Miami, dove ora studia psicologia e si allena.
Ma già domani potrebbe avere un’occasione di riscatto nella gara del sincro misto con il suo “amichetto” Matteo Santoro.
Domani ultima gara dei tuffi in piscina con quelli più spettacolari: i maschili dalla piattaforma. La finale è il pomeriggio, la semi la mattina. Ci saranno sia Riccardo Giovannini che Andrea Sargent Larsen: sono prossimi al biglietto per Parigi anche loro, o forse l’hanno già staccato, questione di scarti e ripescaggi che avverranno più in là. A meno che domani non arrivi il “risultatone”.
UN RAGAZZO DI CENTO ANNI
Ha commosso il tuffo dal trampolino da un metro, per celebrare il countdown per i prossimi campionati Master che seguiranno quelli Assoluti, di un ragazzo di cent’anni. E’ il tuffatore iraniano Taghi Askari che nel 1951 rappresentò per primo l’allora Impero Persiano ai Giochi Asiatici di Nuova Dehli e conquistò l’argento dalla piattaforma e il bronzo dal trampolino: “Ho per i tuffi lo stesso amore di allora _ ha detto _ e di quando per l’ultima volta, quasi sessanta anni fa, ne avevo 42, sono diventato campione iraniano”.
Bello lo stile natatorio del ragazzo nel tornare a bordo vasca, lacrime per la medaglia e messaggio universale: a Doha si è visto il bambino cinese quasi 13enne vincere l’oro e il ragazzo iraniano di cent’anni imitarlo a modo suo.
SETTEBELLO: ADESSO L’AMERICA
Il Settebello è tornato in vasca dopo la brutta botta subita perdendo ai rigori contro l’Ungheria. Ha battuto la Romania 16-10 ma che fatica e che fantasmi! Quattro rigori a favore nei primi otto minuti e tre sbagliati; poi, di altri tre concessi due sbagliati. “Ci deve essere la voglia di fare gol, la gioia di tirare e non la paura di tirare” ha detto Sandro Campagna.
Ora negli ottavi da dentro o fuori al Settebello toccano gli Stati Uniti: bisogna batterli per andare a Parigi.

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