Nuova bufera su Giro d'Italia e Rai:
«Hanno esaltato il museo Lombroso»

Nuova bufera su Giro d'Italia e Rai: «Hanno esaltato il museo Lombroso»
di Antonio Folle
Giovedì 13 Maggio 2021, 13:26 - Ultimo agg. 14 Maggio, 08:07
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Non accennano a placarsi le polemiche sul Giro d'Italia 2021. La più antica e importante competizione ciclistica italiana che quest'anno celebra il centosessantesimo anniversario dell'unità italiana è già finita nel mirino delle critiche per aver estromesso quasi del tutto il sud dalla gara a vantaggio delle tappe del nord Italia. Nelle ultime ore, però, una nuova polemica ha preso vita sui social network e sta montando fino a coinvolgere la Rai e i suoi telecronisti. A portarla avanti il Movimento Neoborbonico. 

Durante una delle ultime tappe che si è svolta a Torino i telecronisti hanno esaltato in diretta nazionale il museo Lombroso che raccoglie reperti anatomici - parti di corpi umani, soprattutto teschi - che nelle intenzioni del suo fondatore, dovevano fare da "puntello" alle teorie legate alla fisiognomica. Oggi, però, da più parti Cesare Lombroso è ritenuto il precursore del razzismo anti-meridionale che ancora oggi aleggia nel resto del Paese.

«Non possiamo non citare Cesare Lombroso - le parole della telecronaca - anche perché qua a Torino c'è il suo splendido museo di antropologia criminale. E' il padre della criminologia moderna, sosteneva che i criminali non fossero criminali per le condizioni di vita difficili, ma per nascita. Le caratteristiche del criminale si potevano capire da subito dalla forma del suo cranio e da come era fatto fisicamente».

Parole che hanno scatenato le ire di quanti hanno interpretato il racconto dei telecronisti Rai come una vera e propria apologia di un museo, quello di Cesare Lombroso, che una parte sempre crescente dell'opinione pubblica italiana ritiene un vero e proprio museo degli orrori. E, del resto, le stesse teorie di Lombroso furono più volte smentite dagli studiosi d'epoca.

Non a caso, per queste sue discusse idee, lo stesso Lombroso fu radiato dalla Società Italiana di Antropologia ed Etnologia nel 1882. 

Oggi il museo ospitato nella città di Torino contiene circa 700 crani e poco meno di 200 cervelli umani. La gran parte di questi "reperti anatomici" fu raccolta personalmente dallo stesso Lombroso che, all'epoca, era medico militare al seguito dell'esercito Piemontese inviato nell'ex Regno delle Due Sicilie per reprimere le rivolte scatenate dopo l'annessione forzata al regno Sardo. Negli ultimi anni si sono formati vari comitati "No-Lombroso" che, oltre a chiedere a gran voce la chiusura del museo, spinge per la restituzione dei reperti ai Comuni di appartenenza allo scopo di dare a quegli uomini e a quelle donne vittime di un visionario e delle sue teorie una degna sepoltura.

«Ci lascia perplessi - la denuncia di Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico - la coincidenza di diverse notizie. Il giro che celebra i 160 anni dell'Italia unita di fatto esclude tutto il sud dal suo percorso, diventando di fatto il Giro d'Italia del nord. E qualcuno potrebbe pure dire che è tutto coerente visto che da 160 anni il sud ha la metà dei diritti e dei servizi del resto dell'Italia e l'unità è stata realizzata solo in una parte di essa. E per finire - prosegue De Crescenzo - la celebrazione di Lombroso passando per Torino. Si tratta di uno scienziato che fu ritenuto inaffidabile fin dalla scienza del tempo e di fatto inventò le prime teorie sul razzismo anti-meridionale, quelle che fornirono un alibi per il massacro dei briganti e che ancora oggi riaffiorano quando si parla di questione meridionale».

In poche ore le pagine social della Rai e dello stesso Giro d'Italia sono state prese d'assalto da centinaia di commenti di protesta da parte di chi ha ritenuto quantomeno "infelici" le parole dei telecronisti della tv di Stato. Un'altra gatta da pelare per i vertici di viale Mazzini ancora alle prese con gli strascichi della polemica scatenata da Fedez durante il concertone del primo maggio.  

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