“Un bel dì vedremo”, dunque, per stare nel clima giapponese: Federica Pellegrini andrà a Tokyo per la sua quinta Olimpiade personale, quante Phelps, per restare nel nuoto. Ha nuotato i 200 stile libero ieri agli Assoluti di Riccione in 1:56.69: la richiesta per il pass olimpico era 1:56.9. Ne dubitava qualcuno? Se sì, solo quei pochissimi che da quasi vent’anni, diciassette dalla prima medaglia olimpica, l’argento di Atene 2004, per la precisione, non hanno o non sanno di avere Fede. Lei lo sa. Lo sport italiano pure. E ora, con questa impresa, lo sanno proprio tutti. Ha dovuto aspettare anche qualche minuto in più: il cronometro che sarebbe stato il giudice, ha voluto la sua parte. S’è dovuto resettare, per essere sicuri, ma proprio sicuri sicuri, che quello segnato fosse il tempo. E’ tornata ai blocchi dopo averli sfiorati una prima volta. S’è aggiustata gli occhialini e la cuffia, s’è sistemata le spalline del costume. Via! Ha nuotato subito da nuova Pellegrini che cerca presto la velocità, ben sapendo che le avversarie di qui, per quanto le meravigliose Panziera e Quadarella (curiosità: in vasca era Giulia Vetrano, classe 2005: non era nata quando Fede era già “la Divina”), non la avrebbero portata alla bagarre finale.
IL GESTO
La bagarre alla Pellegrini questa volta doveva garantirla Federica. E l’ha fatto: 26.81 ai 50, 56.2 ai 100, i secondi cinquanta veloci come non mai. Poi la piastra, il suo Golden Buzz. Tocca. Si volta verso il pubblico che non c’è, il tabellone che c’è e che indica il bersaglio centrato; apre a tutte dita la mano sinistra.