Dopo 18 anni Pino Porzio rimette piede al Circolo Posillipo. Già campione e allenatore del Settebello rossoverde, ne sarà il direttore tecnico. Seguirà da vicino la prima squadra e attraverso la valorizzazione del vivaio porrà le basi del rilancio di una squadra che da tempo non è più tra le big della pallanuoto e che anzi è scivolata sempre più in basso.
Il ritorno di Porzio, che dopo aver chiuso l'esperienza da ct del Canada si sta dedicando all'attività di manager dello sport nella sua città, è anche altro. È un segnale per l'altro sport napoletano, per tutto ciò che non è il calcio. Il Napoli è meritatamente sotto la luce dei riflettori e dopo 33 anni di attesa (e anche di autentici drammi sportivi, come il fallimento del 2004) è lanciato verso il terzo scudetto. Ma tutto il resto? Certo, c'è una squadra di futsal che è in prima in classifica ma gioca a Cercola perché qui sarebbe stato complicato utilizzare un impianto. Il Posillipo è nelle zone basse della classifica di serie A di pallanuoto, la Canottieri è in A2. Il basket soffre, nonostante gli sforzi del presidente Federico Grassi e dei suoi soci. Il problema vero è rappresentato, più che dai risultati, dall'assenza di un Palasport. Il Mario Argento, gioiello negli anni Sessanta, è stato chiuso nel 1998 e poi demolito.
Il segnale che lanciano Porzio e il Posilipo è importante. È una spinta verso il futuro con un grande uomo di sport che studia da vicino i mutamenti, e i tormenti, dello sport nella sua attività manageriale.
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