Piste napoletane ancora chiuse
Sibilio e Romani emigrano a Caserta

GianPaolo Ciappa e i suoi atleti
GianPaolo Ciappa e i suoi atleti
di Gianluca Agata
Martedì 12 Maggio 2020, 16:34
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Le Universiadi hanno consegnato alla Napoli dell'atletica piste che difficilmente si possono ritrovare tutte insieme in altre parti d'Italia. Il San Paolo è equivalente a Tokyo dove il prossimo anno si disputeranno le Olimpiadi. Il Virgiliano è un gioiellino per gli allenamenti. Il Collana è stato da poco rimesso a nuovo. L'Albricci è in buone condizioni per le esigenze degli atleti. Per non parlare della pista del Cus Napoli, privata. Eppure è tutto chiuso. Un atleta di interesse nazionale è costretto a lasciare la città ed a chiedere ospitalità altrove. Alessandro Sibilio e Andrea Romani sono i campioni del mondo della staffetta 4x400 juniores, solo uno dei titoli che hanno conquistato in una giovanissima carriera. Non sono state stelle delle Universiadi perché la Federazione ha preferito per loro la rassegna europea Under 23 di Gavle, in Svezia, magari meno affascinante dell'appuntamento partenopeo, ma indubbiamente più probante da un punto di vista tecnico. Assieme a Federico Crisci ottocentista nazionale Under 23 hanno chiesto, ed ottenuto, ospitalità al casertano incassando la disponibilità immediata dei campi di San Marcellino e del Pinto. «Le nostre peregrinazioni per trovare una pista sono ormai note - racconta Gian Paolo Ciappa, tecnico dei tre atleti napoletani - ci siamo allenati dappertutto ed ora ci troviamo nelle condizioni che le bellissime piste napoletane sono tutte chiuse. Non voglio entrare nelle motivazioni, ma la realtà è questa. Fortunatamente abbiamo avuto questa possibilità che non intendiamo lasciarci scappare e di cui ringraziamo l'amministrazione comunale».  Come da protocollo tutti gli atleti sono stati controllati ed autorizzati. «Noi a Napoli eravamo ancora fermi mentre nel resto d’Italia sono già in campo - il commento di Sibilio -  I miei colleghi altrove hanno ripreso regolarmente l’attività da lunedì 4 maggio. Noi, invece, eravamo gli ultimi e gli unici ancora al palo» prima dell'accordo con Caserta. 
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