La Supercoppa è di Perugia:
Modena si arrende al tie break

L'esultanza di Perugia (foto Fabrizio Zani)
L'esultanza di Perugia (foto Fabrizio Zani)
di ​Vanni Zagnoli
Sabato 2 Novembre 2019, 21:24 - Ultimo agg. 3 Novembre, 00:18
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E’ la seconda supercoppa di Perugia, con Leon miglior giocatore, prestazione da numero uno al mondo, 3-2 su Modena in una finale tiratissima. E’ il 5° trofeo nella storia umbra, contro i 41 gialloblù, finisce come la semifinale scudetto di maggio. E' festa bellissima per il volley, nella due giorni di Civitanova. Qui è come se Perugia giocasse in casa, nonostante la rivalità, a bordo campo ci sono il ct Blengini, che aveva conquistato nelle Marche gli unici trofei da allenatore di club, e il dirigente azzurro Papi. 

La difesa di Holt origina il contrattacco del vantaggio geminiano, l’11-9 arriva grazie a un attacco sbagliato dall’idolo Atanasjievic. Il nuovo tecnico di Perugia Heynen comanda ogni azione, Giani prende appunti. Bednorz sorprende Leon in ricezione ma è un attimo, il contrattacco di Zaytsev dà il 16-14. Il livello di gioco è alto, con battute insidiose, Mazzone alza il muro su Leon, confermando la super condizione evidenziata in semifinale. Bednorz detto Benji è puntuale, escluso nel contrattacco che potrebbe chiudere il primo set e nella ricezione del 21 pari, su Atanasjievic. Leon è vulnerabile in difesa, ogni azione Colaci e l’opposto serbo guardano il replay sul tabellone. Si affaccia Russo, con Ricci è il tallone d’Achille del sestetto in maglia verde, vicecampione d’Italia. Servono due aces di Leon (uno fortunoso) a capovolgere il set, per 25-27. Resta il più pagato della Superlega, con un milione di euro, e ambitissimo da molti club. Quando un primo tempo di Holt viene contenuto dalla Sir Sifety si capisce che non è giornata, per Modena. E quando batte Zaytsev, la curva umbra fa il massimo del baccano, per disturbarlo. Mostra comunque grinta, per il 7 pari, non sempre la precisione del braccio, con copertura sponsorizzata. Stesso frastuono quando batte l’altro grande bombardiere di Modena, Anderson, che a Kazan vinse 4 Champions. Il suo turno porta al 13-11, con la partecipazione di Zaytsev. La rotazione al servizio di Christenson offre il 19-16, con un contrattacco di Anderson. Leon dà il -1 e poi sbaglia la parità. Entrano per un attimo Zhkouski e Plotnytskyi fra gli umbri, non basta per capovolgere il secondo parziale, con il 23-20 di Zaytsev al servizio. Chiude proprio lo zar, con sicurezza. 

Sulla panchina di Modena manca Cantagalli, vice di Giani, uscito dall’ospedale di recente. Trepidano la presidentessa di Modena, Catia Pedrini, che neanche guarda molti scambi, e la vice Giulia Gabana, figlia di Marcello, mister Gabeca, proprietà e sponsor storico di Montichiari, scomparso in incidente in elicottero, 10 anni fa. Il presidente umbro Gino Sirci, da solo in piedi, in un angolo, sotto la curva perugina. Che è quasi psicologa, nell’incitare Lanza, lo schiacciatore in estate aveva perso il posto in nazionale per Antonov, fra qualificazione olimpica ed Europei. I leader in campo sono spesso i liberi, Colaci e Rossini, che invitano a giocare, a pensare al punto successivo. Serve proprio allo stesso libero di Perugia, sull’ace di Anderson dell’11-9, dopo il muro di Mazzone. Mancano i muri di Podrascanin (la moglie è in dolce attesa, resta nell’area giochi l’altra figlia), arriva quello di Leon, per il 15-16, e poi il +2 di Ricci. Giani chiama timeout ma il terzo set è girato, tantopiù con l’ace di Leon. Che sbaglia in ricezione e fa impattare Modena, a 21. Si vince in battuta, con Atanasijevic, +2 e 2-1, 25-23, con la chiusura di Leon, quasi senza muro. 

Leo Shoes scappa nel quarto (4-0), è ripresa subito, ha Kaliberda per Bednorz, che era sceso nelle percentuali d’attacco. Il tedesco era stato miglior schiacciatore dell’Europeo di due anni fa, con la Germania allenata da Giani, avrà maggiore spazio rispetto a Velasco. Con il piccolo martello Modena va sul 15-8, nell’unico set squilibrato, in cui Heynen dà spazio anche a Russo, al centro, e poi a Hoogendoorn, che dà il 21-17, e ad Haut. Il 25-18 spedisce al quinto, con superiorità emiliana in ricezione, in attacco e a muro. 

Il videocheck garantisce il primo break a Perugia, Christenson respira e si distende ogni volta che va in battuta, dal suo turno Zaytsev pareggia. E’ tornato Bednorz e mura Atanasijevic, poi scappa la ricezione a Colaci, 7-5. Podrascanin a muro evita la fuga gialloblù, l’8 pari è di Leon che si oppone a Zaytsev. Colaci per spezzare la tensione parla addirittura con Papi, a bordo campo. Leon al servizio propizia il 10-9, Giani chiama timeout ma inutilmente, perchè l’ace è su Rossini. Torna Kaliberda ma sbaglia un servizio. Il 13-11 è di astuzia, di Bata Atanasijevic, nello scambio infinito. Bissato di potenza. Aveva deluso nel tiebreak con Civitanova, che festeggiò lo scudetto a Perugia. Urla sotto la curva, di rabbia, dopo la mancata qualificazione olimpica della Serbia, si fa il segno della croce. Con Podrascanin ha appena vinto l’Europeo. 

E’ stato il grande evento della Legavolley, che riavrà come presidente Diego Mosna, di Trento, l’aveva già retta per un decennio, in due momenti. Anche la Pedrini lo ritiene super partes. Intanto festeggia Perugia, sino a notte, all’infinito. 
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