Venezia è campione d'Italia: superata
la Dolomiti Trento, è scudetto dopo 74 anni

Venezia è campione d'Italia: superata la Dolomiti Trento, è scudetto dopo 74 anni
Martedì 20 Giugno 2017, 23:23 - Ultimo agg. 21 Giugno, 12:15
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E’ il terzo scudetto della Reyer Venezia, non il primo di Trento. I lagunari ne vinsero due di fila durante la Seconda Guerra mondiale, nel ’42 fu nella finale contro la squadra nientemeno che di Vittorio Gassman, più un terzo non omologato. Anche gara6 è emozionantissima, finisce 78-81.
L’avvio è orogranata con Ejim, al quarto d’ora però è Trento a involarsi sul 33-23. La Reyer recupera rapidamente e va all’intervallo sul +1 e sul 50-56 alla fine del terzo quarto. L’ultimo parziale è di Venezia, come domenica, con precisione da tre, mentre gli attacchi trentini diventano pasticciati. A 2’40” dalla fine il 67-71 lascia qualche spiraglio ai biancoblù, con il canestro di Hogue. Sutton va a bersaglio e sbaglia il tiro libero supplettivo, sul 71-75. La Dolomiti sbaglia, in particolare con Beto, uno su 10 al tiro, serviva lui per raggiungere i supplementari. Flaccadori mette da 3 il 74-77, a 55” dalla fine. Haynes sbaglia a -16”, Sutton va a schiacciare. Resta un punto da recuperare, a -10”. Haynes si accomoda in lunetta, li mette entrambi e il 78-81 vale il titolo. Perchè Flaccadori neanche arriva al ferro e Sutton colpisce il tabellone. 

 
 


E’ il tricolore di Walter De Raffaele, allievo di Recalcati, a cui è subentrato un anno e mezzo fa, portando Venezia anche alla semifinale di Champions League. E poi di Ariel Filloy, argentino naturalizzato, che Messina dovrebbe portare in nazionale, come playmaker, e capace di aggiudicarsi lo splendido confronto a distanza con Toto Forray, altro gaucho cresciuto da noi. E’ lo scudetto di Haynes, signor tiratore, al pari di Stone, fondamentale; del croato Peric, lungo atipico con movimenti efficaci, significativo in semifinale contro Avellino. Ci sono la propulsione di McGee e il talento di Stefano Tonut, stasera limitato a 5’ per problemi fisici, l’esperienza di Batista, campione uscente con Milano, e di Ortner, che l’aveva sostituito per l’infortunio in gara3. E di Tomas Ress, al 7° titolo della carriera, mentre la sorella Katrin passa agli ottavi, agli Europei, con la nazionale. “Era la mia nona finale - racconta l’ex lungo azzurro -, la precedente l’avevo persa a gara7 contro Milano, con Siena”.
E soprattutto c’è stata quella tripla di Bramos, che domenica ha risolto. “Abbiamo vinto due volte a Trento - spiega De Raffaele, che perse lo scudetto a Livorno, da giocatore, contro Milano, per quel canestro di Forti annullato per centesimi - e questo è un grande merito. E’ stata una finale dura, molto fisica, grazie anche alla Dolomiti. Farò il bagno nel canal Grande, se il sindaco me lo permetterà”.
E' Luigi Brugnaro, dal 2006 proprietario della Reyer, caso unico di sindaco scudettato. Trento aveva battuto Sassari e compiuto la vera impresa, eliminare Milano. “Lo scudetto è uno, l’hanno vinto loro”, si complimenta Buscaglia, candidato alla nazionale, dopo Messina. 
Mvp è Melvin Ejim, decisivo in vari momenti della serata.
Sei anni fa, Venezia era in A2, mentre l'Aquila c'era sino a tre anni fa. Vince l'Umana 4-2. Come Milano un anno fa, contro Reggio, e ha meritato. 







 
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