Kobe Bryant, così è precipitato l'elicottero:
una leggerezza del pilota, era vietato volare

Bryant, ecco perché è precipitato: forse una leggerezza del pilota
Bryant, ecco perché è precipitato: forse una leggerezza del pilota
Lunedì 27 Gennaio 2020, 15:47 - Ultimo agg. 17:24
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Non sono ancora state accertate le cause dello schianto dell'elicottero nell'area di Los Angeles in cui hanno perso la vita la star Nba Kobe Bryant, sua figlia Gianna Maria e altre sette persone. La National Transportation Safety Board (Ntsb) ha inviato un team per valutare tutte le circostanze, a partire dalla fitta nebbia (con una umidità del 100%) che aveva indotto il dipartimento di polizia di Los Angeles a lasciare a terra i suoi elicotteri.
 

 

Secondo i dati del tracker di volo dell’elicottero riportati da TMZ, in prossimità dello zoo di Los Angeles il velivolo ha incontrato le prime difficoltà a causa della nuvolosità e della nebbia. A quel punto il pilota ha deciso di volare a un’altitudine molto più bassa della norma per evitare problemi, in attesa che la foschia si schiarisse (circa 260 metri dal suolo). La collina contro cui l’elicottero si è schiantato è alta circa 500 metri e secondo diverse fonti riportate da TMZ questa sarebbe la ragione dello schianto.
 

Un portavoce della polizia, citato dalla Cnn, ha affermato che le condizioni meteo non rispettavano gli standard minimi per volare. Ma gli investigatori intendono valutare anche la documentazione sulla manutenzione dell'elicottero, un Sikorsky S-76B del 1991, quanti passeggeri poteva portare, l'esperienza del pilota. Sotto la lente di ingrandimento anche il proprietario e l'operatore del velivolo.
 

«Quando pensiamo che tutto sia solido, c'è un grosso buco nel muro». Con queste parole in una rara intervista Jack Nicholson ricorda l'ex star dei Los Angeles Lakers.
L'attore premio Oscar, grande fan e soprattutto grande amico del cestista, ha detto con il cuore spezzato che «è stato un evento terribile». Nicholson ha ricordato anche il momento in cui ha conosciuto Kobe: «L'ho preso in giro la prima volta che ci siamo incontrati - ha detto a Cbs - È stato al Madison Square Garden di New York, gli ho offerto un pallone da basket e gli ho chiesto se voleva che lo autografassi per lui. Mi ha guardato come se fossi pazzo». «La mia reazione è la stessa di quasi tutta Los Angeles - ha concluso - Ci mancherà». 

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