Mattia Acunzo da Caserta agli Usa
per il basket: «Io sulle orme di papà»

Mattia Acunzo da Caserta agli Usa per il basket: «Io sulle orme di papà»
di Ferdinando Gagliotti
Venerdì 4 Novembre 2022, 18:01 - Ultimo agg. 20:46
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Che ci piaccia o no, il “sogno americano” esiste ancora. Se sei un giovane che ama il gioco del basket, non puoi che fare le valigie e partire alla volta degli Stati Uniti d’America. È quello che ha fatto Mattia Acunzo, qualche anno fa: originario di Caserta, ha lasciato l’Italia dopo il terzo anno al liceo e si è tuffato nel mondo del college basketball statunitense. «Al momento sto lavorando su me stesso, individualmente, per prepararmi alla prossima stagione. A maggio mi laureo, poi vedremo quali opportunità ci saranno». Mattia studia alla Youngstown State University, nello stato dell’Ohio. «Ho promesso a mia madre che mi sarei dedicato allo studio, poi al basket ci penserò totalmente dal prossimo anno».

Il cestista classe 2000 è reduce da due anni di ottime prestazioni alla high school alla Kennedy Catholic, due anni alla University a Toledo - poco basket durante il primo dei due, a causa di un serio problema al piede. Il riscatto è arrivato però l’anno successivo, in cui è tornato a giocare ad alti livelli partendo dalla panchina. Poi il trasferimento alla Robert Morris University, in Pennsylvania. Quindi il passaggio alla Youngstown State, la cui formazione maschile di pallacanestro milita nella Division I.

«Da quando sono partito, qui negli States sono arrivati molti atleti. Alcuni dalle giovanili, altri dopo qualche anno da professionista. La laurea in America attesta comunque che sei bilingue, poi l'esperienza a livello sportivo è impareggiabile. Cestisticamente, sono uscito dalla high school con molto “hype”. Sono stato fortunato a trovare qui una bellissima hosting family. È bello vedere che arrivano più italiani, vuol dire che in Italia il movimento sta crescendo».

La determinazione e la forza di volontà di Mattia, che in piena età adolescenziale ha abbandonato le sue certezze per perseguire il suo sogno, hanno trovato terreno fertile oltreoceano: «Io sono partito perchè volevo giocare a basket, ma qui sport e studio vanno di pari passo. È una cosa che in Italia facciamo ancora molta fatica ad accettare: quante volte sentiamo dire “o fai questa cosa o quest'altra”.

Lo studio è sempre stato fondamentale, la mia famiglia ci tiene tanto. Qui lo chiamano requirements, se non rispetti certi requisiti scolastici vengono presi provvedimenti anche pesanti. Chi dice che qui è più facile andare bene nello studio non afferma il vero: negli Stati Uniti ti insegnano ciò che ti serve per il lavoro per cui ti stai preparando».

A casa Acunzo, il basket è una certezza. Mattia “studia” da papà Claudio, che vanta una lunga carriera nel basket italiano durante la quale si è laureato campione d'Italia con la Juvecaserta, club in cui ha militato dal 1990 al 2003. «Il mio primo pensiero è la carriera da cestista professionista: ho sempre voluto provare a emulare mio padre - o magari fare meglio. In questo momento della mia vita, la mia priorità è prepararmi a diventare professionista il prossimo anno, con una laurea in tasca che mi sarà sicuramente utile più avanti. Quali sono le prospettive? Qui in America c’è la Nba, la G-League - lega di sviluppo della Nba - e poi dopo il nulla. Economicamente non conviene entrare in altre leghe, chi non smette dopo il college va a giocare fuori. Molti giocatori di altissimo livello sono costretti a lasciare gli States, perchè entrare in Nba è un’impresa. Tanti accettano la proposta più vantaggiosa a livello economico a loro disposizione, sia in Europa che in altri paesi».

Mattia, oggi, ha un obiettivo nell'obiettivo: «Il sogno per chi vuole giocare in Italia, al momento, si chiama sicuramente Milano o Bologna. Mi piacerebbe un giorno poter vestire la maglia della Juvecaserta, che però è fallita. So com’è la situazione economica del basket in Italia, però chissà, magari un giorno». Lì dove ha vinto papà Claudio: sarebbe la perfetta chiusura di un cerchio.

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