Tempo di March Madness, la macchina milionaria che ferma anche la Nba

Tempo di March Madness, la macchina milionaria che ferma anche la Nba
Tempo di March Madness, la macchina milionaria che ferma anche la Nba
di Marino Petrelli
Lunedì 15 Marzo 2021, 07:30
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Il “Grande Ballo” comincia il 18 marzo e gli Usa sono pronti a fermarsi. Come ogni anno, la March Madness, la cavalcata delle magnifiche 68 squadre del basket universitario, monopolizza l’attenzione sociale e mediatica dell’intero paese oltre oceano. Il perché è presto detto: nel 2019 la Ncaa ha raggiunto la cifra record di 1 miliardo di dollari di ricavi tra diritti televisivi, vendita di biglietti, sponsorizzazioni e spot pubblicitari durante le partite. Una macchina che lo scorso anno si è improvvisamente fermata a causa del Covid-19 che ha impedito la disputa del torneo finale provocando una perdita, stimata ma molto vicina alla realtà, di quasi 375 milioni di dollari. Quest’anno si riparte e Barak Obama è pronto a fare i suoi pronostici. L’ex presidente degli Stati Uniti ogni anno si diverte a dare le sue favorite partita dopo partita. Lui dice di studiare e impegnarsi molto. Non sempre ci prende, ma ai tifosi piace così. 
 

SI RICOMINCIA DA INDIANAPOLIS
Si gioca a Indianapolis con severissime misure anti pandemia e con mini bolle in stile di quella che l’Nba ha usato a Orlando la scorsa estate. Ci sarà anche il pubblico: ogni arena potrà essere riempita fino al 25% della sua capienza per ogni partita. Proprio il pubblico è considerato l’elemento fondamentale del “business” della Ncaa. Poco, come detto, quello sugli spalti, molti di più quello in tv, oltre 97 milioni di spettatori sintonizzati nel 2019, considerati la vera miniera d’oro di Cbs e Turner Broadcasting che nel 2010 hanno firmato un contratto da 10,8 miliari di dollari fino al 2024, accordo poi ritoccato ad aprile 2020 per una cifra ulteriore di 8,8 miliardi di dollari, che garantirà i diritti del torneo ai due network fino al 2032. In occasione delle partite, 30 secondi di pubblicità sono venduti a circa 1,5 milioni di dollari e 1,88 miliardi sono stati guadagnati solo nel torneo del 2019.  I club guadagnano indicativamente 1,67 milioni di dollari solo partecipando al torneo, indipendentemente dai risultati. Entrare nel “Round of 16” garantisce 5 milioni di dollari a team, mentre il raggiungimento delle Final Four permette un guadagno di 8,3 milioni.

Secondo l’NCAA, solo il 3% dei programmi di basket universitario generale surplus, con una perdita media di 811 mila dollari. 

LE DISTRAZIONI SUL LAVORO
Nei giorni della “follia marzolina” si calcola che i lavoratori improduttivi, distratti dall’evento sportivo, costino ai datori di lavoro circa 4 miliardi di dollari. Uno studio di WalletHub ha calcolato che il 56 per cento dei “millennials” sarebbe disposti a perdere una scadenza lavorativa a causa di una partita del torneo Ncaa. La Selection Sunday nella notte ha svelato il bracket delle 68 partecipanti. Si può accedere al tabellone principale o per invito oppure vincendo uno dei 32 tornei di conference. Già fuori Kentucky, rischia Duke. Ci saranno gli italiani Alessandro Lever con la sua Grand Canyon e Mike Anumba che guida Winthrop. Ci sarà Georgetown allenata da Patrick Ewing e ci sarà anche Iona allenata da Rick Pitino, la leggenda del basket universitario a stelle e strisce. Gonzaga avrà la testa di serie numero uno in virtù del 26-0 ottenuto fino adesso nella West Coast Conference. Si comincia giovedì per concludere con le Final Four del 3-5 aprile al Lucas Oil Stadium di Indianapolis. Che il Gran Ballo abbia inizio. 

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