Time out contro la violenza di genere,
il basket va in campo per il sociale

Time out contro la violenza di genere, il basket va in campo per il sociale
di Stefano Prestisimone
Venerdì 26 Novembre 2021, 17:52
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In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza di genere si è tenuto al Circolo Canottieri Napoli il convegno “Time out contro la violenza di genere” organizzato dall’associazione LIBA Italia, Legends international basketball association, ovvero l'organizzazione delle leggende del basket. Ad aprire il convegno il direttore generale della Liba Italia Pierluigi Marzorati (nella foto con le giocatrici Annamaria Meterangelis e Luisa Corallo) Oltre a ricordare ai presenti la mission e lo spirito con cui è nata la Liba, Marzorati ci ha tenuto a ribadire come: “Questo evento non sarà isolato, ma verrà ripetuto ogni anno, a fronte anche dei progetti che si attueranno con il supporto di enti e ministeri”. La socia Liba Annamaria Meterangelis ha invece parlato delle iniziative collaterali a questo convegno, che hanno visto coinvolti vari istituti scolastici della città (Viviani, Galilei, Bernini-De Santis, V, Veneto), con un coinvolgimento attivo di docenti e ragazzi attraverso dibattiti e discussioni su tematiche quali revenge porn, stalking, cat calling ecc. “Rispetto è stata la parola più usata in questi giorni. Credo molto nel binomio scuola-sport perché lo sport è da sempre un salvagente, che ci consente di educare i ragazzi anche sui temi trattati in relazione a questa importante giornata, in quanto valori come rispetto, educazione, parità sono universali e non conoscono barriere”.

Il Ministro per le Pari Opportunità Elena Bonetti è intervenuto con un videomessaggio: “La lotta contro la violenza di genere è un impegno di tutto il paese. Non dobbiamo soffermarci solo su strumenti e garanzie per le donne, ma è fondamentale prevenire. Dobbiamo educare al rispetto per le donne, partendo anche dall’educazione che può essere data dallo sport, in cui si trovano elementi di prospettiva per la parità. Può permettere di interrogarsi e si imparano relazioni e regole di vita. Come Governo sosteniamo questa battaglia con tutte le forze disponibili”.

Il Capo Dipartimento del Ministro per le Politiche Giovanili Marco De Giorgi ha illustrato i progetti allo studio per il prossimo futuro: “Il 2022 sarà l’anno europeo dei giovani. Dobbiamo entrare in empatia, usare il loro linguaggio, confrontarci con loro. Lo sport è uno strumento con funzione sociale e dobbiamo capire che i giovani supportano ciò che contribuiscono a creare.

In collaborazione con Sport e Salute, nasceranno cento spazi civici di comunità per avvicinarli al mondo dello sport, che può fungere da strumento per favorire la comprensione dell’importanza della parità di genere. La pandemia ha influito e dobbiamo avvicinarli alle sfide del futuro. Si tratterà di centri di aggregazione per aiutare a riprendere la socialità e rispondere a diverse esigenze”.

Vito Cozzoli, Presidente di Sport e Salute, ha parlato con estrema franchezza: “Questa situazione è inaccettabile, al giorno d’oggi non dovrebbe essere un tema da affrontare. Facciamo bene ad essere qui, perché condividere è un dovere e dobbiamo raggiungere l’obiettivo il prima possibile. Dobbiamo fare, agire in fretta. Troppi episodi sono nascosti, dobbiamo muoverci attraverso educazione, prevenzione. Ho voluto essere qui per dare la mia testimonianza. Come persone dobbiamo fare di più, lo sport deve fungere da specchio della realtà, da lente d’ingrandimento per cogliere ciò che non si vede. Lo sport ha un ruolo aggregativo, formativo, educativo, di vigilanza. Come Sport e Salute abbiamo scelto di partire dalle famiglie, dalla quotidianità per promuovere un percorso formativo e una dimensione sociale dello sport. Scenderemo in campo con un investimento di 17 milioni di euro, un milione e mezzo di bambini coinvolti, 76000 classi, il 60% della popolazione. Lo faremo coi Tutor di Sport e Salute, a Napoli saranno 441 in 387 scuole”.

Il Presidente del CONI Campania Sergio Roncelli ha trattato il tema della Carta Europea dei Diritti delle Donne nello sport, dando un taglio storico al suo intervento: “Il ruolo importante della donna nello sport c’è fin dall’antichità. Fu una maratoneta greca a protestare per non aver potuto partecipare alle Olimpiadi nel 1896. Nel 1922-1926 i Giochi Mondiali Femminili oscurarono le Olimpiadi e da quelle successive furono ammesse le donne. Nel 1985 nacque la Carta Europea dei Diritti delle Donne nello Sport, due anni dopo venne riconosciuta dalla Comunità europea e si tratta del primo documento ufficiale che riconobbe la rivendicazione dei pari diritti per le donne nello sport. Purtroppo, la Carta vale solo a livello europeo”.

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