Una rosa senza spine ma dai molteplici colori. Il mercato è finalmente in archivio e il Benevento per i prossimi due mesi e mezzo può concentrarsi solo sul campionato. Inzaghi ha a disposizione un ampio e variegato ventaglio di scelte anche se in qualche reparto c'è il rischio di trovarsi numericamente un po' corti. Il valore aggiunto di questo Benevento che SuperPippo sta plasmando è quello di avere già una sua specifica conformazione che non gli impedisce di essere camaleontico. L'identità come arma in più, ma anche la flessibilità e l'elasticità di un organico che può permettersi di indossare abiti diversi senza mutare fisionomia, passando in scioltezza dal 4-3-2-1 o 4-4-2 in avvio al 3-5-2 in corsa. Il segreto? Quello di aver sia scelto che tenuto calciatori poliedrici. Uno come Improta, per esempio, che inizialmente era in lista di sbarco, è stato preferito a Kragl proprio per la sua versatilità: può agire da esterno offensivo, da trequartista, da mezzala e addirittura da terzino. E questo pur sapendo che il tedesco, sulla singola funzione fosse maggiormente affidabile e talvolta pure decisivo. Stesso discorso per Barba, che può fare il centrale nella difesa a quattro o a tre, come pure il laterale mancino basso (non gli capiterà sempre di trovarsi di fronte un fulmine come Hakimi). Per la medesima ragione Inzaghi ha scelto di non escludere Tello, che può occupare quasi tutti le posizioni in mediana (eccetto calzare i panni del metodista), dall'interno all'esterno, e disimpegnarsi bene anche da terzino destro (contro la Reggina, ingenuità a parte, non è dispiaciuto). Ma non è finita. Letizia giostra con egual profitto su entrambe le corsie della retroguardia, Ionita può fungere da mezzala e vertice basso, Viola è all'altezza di giocare davanti alla difesa e da intermedio di centrocampo. Insigne (anche seconda punta) e Iago Falque, oltre che da rifinitori, hanno la caratteristiche per fare da ali nel 4-4-2, Sau e Caprari sono contemporaneamente trequartisti, attaccanti esterno e seconde punte, Lapadula centravanti o seconda punta. Soluzioni a iosa, che fanno apparire il roster più affollato di quello che è, e che hanno consentito di non smantellare lo zoccolo duro, la cui compattezza è stata determinante per la stagione dei record.
I nuovi si sono così integrati in un nucleo già solido, che li ha accolti a braccia aperte.