Benevento, ora serve l'impresa per riuscire a battere il Bari

In avanti confermata la fiducia al duo Pettinari-Carfora

Carfora
Carfora
di Luigi Trusio
Sabato 1 Aprile 2023, 09:42
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Se non è l'ultima spiaggia, poco ci manca. Ma di certo è quella con le sabbie mobili, e il rischio di sprofondare è più che concreto. Davanti ai 20mila del «San Nicola», con 500 tifosi al seguito, il Benevento si gioca un altro pezzetto di salvezza e va a caccia dei punti che gli consentirebbero di continuare a sperare. Meglio soprassedere su ciò vorrebbe dire perdere ancora. Per fortuna il bello della vigilia è che puoi fantasticare senza dover necessariamente fare i conti con la cruda realtà. Che se fosse quella di Pisa, dipingerebbe una squadra spacciata.

Un pari non sarebbe da buttare, ma prolungherebbe il digiuno costringendo a pensare solo e unicamente ai playout come migliore delle ipotesi. La vittoria avrebbe invece il sapore della svolta contro la quota della classe che è a un solo punto dal terzo posto. Stellone torna proprio lì dove il Benevento nel 2016 si impose per 4-0. Allora lui era sulla panchina dei «galletti» e quella sconfitta brucia ancora (il primo tempo si chiuse 0-0). Quello era però un altro Benevento: neo promosso dalla C e quasi mina vagante, imprevedibile e smaliziato, esuberante e strabordante in termini di qualità e fantasia. Il gruppo di oggi è a metà tra il deprimente e l'imbarazzante. Una squadra priva di mordente e di capacità di reazione. E soprattutto a corto di idee e mezzi tecnici. A Bari i giallorossi hanno l'occasione giusta per dimostrare perlomeno che sono usciti da quel pessimo stato in cui versavano a Pisa. Tutti aspettando un segnale, Stellone in primis.

Qualcosa a cui appigliarsi, per certificare di crederci ancora, di non mollare e di non cedere senza l'onore delle armi. È il momento giusto per provare a cambiare marcia e fare un tentativo, uno solo, per raddrizzare una stagione disastrosa. Le premesse non sono il massimo: arbitra Piccinini, che nel 2018 convalidò un gol in triplo fuorigioco al Verona al «Ciro Vigorito» e l'anno prima lasciò il Benevento in 9 ad Ascoli, propiziando la rimonta marchigiana per l'1-1 finale. Con lui il Benevento è a secco da 7 anni e l'ultima sua direzione risale allo scontro diretto con il Perugia di Santo Stefano (0-2).

Stellone per invertire il trend negativo (è riuscito a far peggio di Caserta e Cannavaro) ha scelto di iniettare una ventata di freschezza: dentro dal primo minuto il giovanissimo Lorenzo Carfora, classe 2006. Lo scugnizzo di Barra farà coppia con Pettinari, per un tandem di attaccanti titolari entrambi per la prima volta nel corso della sua gestione. L'allenatore ha svelato la formazione ma non il sistema di gioco, che dovrebbe essere un 3-5-2 di partenza, pronto però a trasformarsi in 4-3-2-1 all'occorrenza, con Letizia, Veseli e Tosca trio di retroguardia, Improta e Foulon sulle corsie, Tello e Acampora mezzali, Viviani centromediano metodista e Pettinari-Carfora duo avanzato. Con Letizia che si allarga e Foulon che si abbassa la difesa passa quattro, Improta stringe e va a fare l'interno al posto di Tello, che avanza sulla trequarti accanto a Carfora, il quale arretra leggermente sulla linea dei rifinitori. Niente da fare per Glik: Stellone dopo averlo visto all'opera in allenamento, ha deciso che non è ancora in grado di scendere in campo dall'inizio.

Stesso discorso vale per Schiattarella e Ciano, che potrebbero tornare utili a gara in svolgimento. Stellone ha diverse opzioni per modificare l'assetto in corsa, da Farias a Simy, passando per La Gumina e Koutsoupias. Sorprende l'esclusione di Karic, il più presente tra gli elementi in organico (28 caps su 29 gare, fermato solo da una squalifica), l'unico dotato di caratteristiche da incontrista anche se con un piede per nulla educato. Alla fine, considerata la situazione, un tentativo di rimescolare le carte e proporre qualcosa di nuovo ci può stare, visto l'«elettroencefalogramma piatto» dell'undici messo in campo a Pisa. Karic è sempre apparso indispensabile a tutti quelli che si sono avvicendati in panchina, ma è uno che per le caratteristiche che ha si avventa su ogni palla e a volte finisce con il trovarsi in zone esclusiva di altri compagni, alimentando la confusione. Osservando le scelte, la sensazione è che Stellone finora le abbia provate tutte e sia alla disperata ricerca della chiave giusta. Ma al di là degli uomini, la priorità è agire sulle coscienze e sulla spinta motivazionale di una squadra che i numeri, che raramente mentono e con scarse possibilità di appello, identificano come una delle peggiori dell'intera cadetteria.
 

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