Roma, Abraham: «Gli arbitri sono sotto pressione, capita di sbagliare»

L'attaccante alla vigilia della Conference League: «Le cose vanno meglio, ho avuto qualche problema alla caviglia, ma voglio esserci sempre e aiutare la squadra per questo metto da parte dei problemi fisici»

Roma, Abraham: «Gli arbitri sono sotto pressione, capita di sbagliare»
Roma, Abraham: «Gli arbitri sono sotto pressione, capita di sbagliare»
di Gianluca Lengua
Mercoledì 3 Novembre 2021, 14:22 - Ultimo agg. 15:04
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Se José Mourinho preferisce non toccare il tema arbitrale, non si può dire lo stesso di Tammy Abraham che tiene un atteggiamento indulgente verso i direttori di gara: «Mi limito a dire che gli arbitri sono sotto una pressione enorme e che commettere errori è umano ed è evidente che non vorrei che decisioni sbagliate venissero prese contro di noi, ma capita». Ecco la conferenza integrale dell’attaccante alla vigilia della partita con il Bodo. 

Roma-Bodo, la conferenza stampa di Abraham

Come valuta il suo momento attuale? Mancini a fine partita ha detto che il rigore dato a Ibrahimovic in Premier sarebbe stato ridicolo, la pensa così?

«Nel calcio capita di avere alti e bassi, momenti buoni o peggiori, ma è nei peggiori che si impara di più. Per quanto mi riguarda, è questo il momento migliore per dimostrare la mia leadership e aiutare la squadra. Ognuno vorrebbe giocare la stagione perfetta, tutti vorrebbero vincere tutte le partite, ma capita di attraversare momenti difficili e questo va superato. Per quanto riguarda la decisione arbitrale, mi limito a dire che gli arbitri sono sotto una pressione enorme e che commettere errori è umano ed è evidente che non vorrei che decisioni sbagliate venissero prese contro di noi, ma capita».

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Come sta dopo l’infortunio in nazionale? Perché quella partecipazione emotiva all’inno della Roma? 

«Le cose vanno meglio, ho avuto qualche problema alla caviglia, ma voglio esserci sempre e aiutare la squadra per questo metto da parte dei problemi fisici. Non sono scuse, un giocatore vorrebbe giocare sempre al 100% e spero di tornarci grazie all’aiuto dello staff medico. Mi sono innamorato di questo club dal primo giorno, è il modo per dimostrare la mia passione, la società ha investito molto su di me, voglio ripagarla con le prestazioni. I tifosi spero ci possano sostenere sempre». 

Quali difficoltà sta riscontrando nel passaggio dalla Premier League al calcio italiano?

«Non sto attraversando delle difficoltà in termini di ambientamento. Ho avuto modo di scontrarmi con il mister in Inghilterra e di allenarmi con lui. È un contesto di sfida, tutta la squadra si sta conoscendo ogni giorno e quando avremmo acquisito le richieste del mister saremmo una grande squadra.

D’altronde Roma non è stata costruita in un giorno». 

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Si aspettava un campionato così chiuso tatticamente? È un suo problema di ambientamento?

«Sono cresciuto giocando contro le squadre nazionali soprattutto a livello giovanile, sapevo quello che mi avrebbe aspettato. Questo fa parte del mio processo di crescita e ambientamento. Vengo da un calcio più propositivo, ma imparerò a conoscere i punti deboli di certe squadre e giocatori. Non sono il tipo da mollare certe sfide. Arriveranno tempi migliori». 

Pensava di poter perdere 6-1 una partita del girone di Conference League? Basterà vincere 1-0 o servirà dimostrare qualcosa in più?

«Quando si scende in campo non si ci aspetta mai di perdere e non in quel modo. La partita d’andata è stata negativa e domani avremmo l’occasione per dimostrare quello che valiamo davvero. Lotteremo per mettere le cose apposto, mi aspetto una bella partita e giocheremo per la vittoria».

Si sente di tirare il prossimo rigore? 

«In quanto attaccante vorrei sempre segnare, in quel momento sentivo di avere fiducia ed ero pronto a calciarlo. Prima delle partite conosciamo le gerarchie dei rigoristi, Jordan è un rigorista straordinario e spero che io riprenda a segnare e Jordan a realizzare i rigori». 

La Roma è stata sorpresa nella gara di andata? In che modo vi siete preparati per replicare alla sconfitta umiliante?

«Il modo migliore è lavorare con la squadra, dovremo essere pronti, giocare al nostro meglio e voltare questa pagina definitivamente». 

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