Agnelli: «Perdite fino a 8 miliardi. Per il calcio serve innovazione, non nostalgia​»

Agnelli: «Nel calcio perdite da oltre 2 miliardi, dobbiamo pensare al futuro »
Agnelli: «Nel calcio perdite da oltre 2 miliardi, dobbiamo pensare al futuro​»
Mercoledì 27 Gennaio 2021, 12:56 - Ultimo agg. 13:10
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Il presidente della Juventus e dell'Eca Andrea Agnelli stamattina a parlato in una diretta streaming su "News Tank Football" del futuro del calcio post pandemia: «Non siamo ancora in grado di capire a fondo cosa sia successo all'industria del calcio e cosa significhi questa crisi per i club. Deloitte Money League annuncia una perdita di 2 miliardi di euro per queste due stagioni. Temo che sarà di più. È nostro dovere pensare al futuro affinché il calcio resti, nei prossimi decenni, lo sport più amato al mondo».

«La stagione 2019-20 ha vissuto solo tre o quattro mesi di crisi, di stadi vuoti. Quando guardo le migliori informazioni che ho avuto finora, dico che stiamo osservando una perdita di bilancio per il settore compreso tra i 6 miliardi e mezzo e gli otto miliardi e mezzo per il biennio 2020-21 - spiega Agnelli nel webinar eThinkSport2021 - ci sono circa 360 club che hanno bisogno di iniezioni di liquidità».

Con impatti anche sul calciomercato: «Quest'anno ci sono stati movimenti per 3,9 miliardi di euro contro i 6 miliardi e mezzo dell'anno scorso - ricorda Agnelli - significa 2 miliardi e 600 milioni euro in meno da un anno all'altro.

Senza considerare gli aspetti della solidarietà dei club. Stiamo navigando in mari molto, molto mossi. Questa analisi vale per i campionati di primi livello: è difficile analizzare quanto è successo nei campionati minori oltre alla perdita dei posti di lavori. Questo dimostra come il calcio stia vivendo un momento molto complicato e ci dice che dobbiamo fare delle riflessioni serie per il futuro della nostra industria».

Poi sulla nascita della Superlega europea: «Abbiamo un pubblico molto più segmentato rispetto al passato. La Generazione Z in meno di cinque anni sarà il target principale. Pensiamo che ciò che viene offerto loro in questo momento sia ciò che vogliono? Dobbiamo fornire competizioni entusiasmanti. La riforma della Champions? Quello che va fatto è qualcosa di diverso. Valutiamo sempre il futuro partendo dal format e dal valore delle competizioni. Bisogna tener conto dell'interesse dei tifosi: la loro visione è che più match europei sarebbero benvenuti. Nel passato avevamo indicato alcuni obiettivi come una maggiore competitività oltre i top 5 campionati, ampliare la rappresentazione a livello europeo ma allo stesso tempo offrire stabilità nella partecipazione. Alcune di queste indicazioni sono ancora valide. Ad esempio si potrebbe valutare l’idea di un accesso per il 50% legato ai campionati nazionali e per il 50% legato ai risultati internazionali recenti, garantendo così a chi realizza performance a livello internazionale di migliorare il proprio ranking e migliorare le propre possibilità di successo. Il prossimo step guarda al futuro, all'essere brand globali - è il pensiero del numero uno della Juve - il punto di domanda è: vogliamo avere un approccio nostalgico o innovativo verso il calcio del futuro? Dobbiamo pensare ai tifosi del futuro o essere nostalgici e pensare a proteggere ciò che siamo stati fino ad ora? Credo sia nostro dovere pensare e lavorarare per fare in modo che il calcio continui a essere il miglior sport nel mondo».

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