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Argentina-Francia, febbre da finale. Messi, l’ultima occasione. Deschamps: «Da noi c’è chi tifa per loro...»

Il Mondiale in Qatar decreta la sua regina. La sfida nel segno delle stelle

Argentina-Francia, febbre da finale. Messi, l ultima occasione. Deschamps: «Da noi c è chi tifa per loro...»
​Argentina-Francia, febbre da finale. Messi, l’ultima occasione. Deschamps: «Da noi c’è chi tifa per loro...»
di Stefano Boldrini
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 18 Dicembre 2022, 00:30
4 Minuti di Lettura

Febbre da finale. Ma febbre sana, non quella del “virus da cammello” che aveva colpito cinque giocatori della Francia (Upamecano, Rabiot, Coman, Varane e Konaté) ed è sparita d’incanto prima dell’allenamento di ieri, rincuorando Didier Deschamps che ha giurato amore eterno ai Blues: enorme attesa per l’atto finale del mondiale, per vedere chi indosserà la terza stella, per godersi l’ultima esibizione su questo palcoscenico di sua maestà Leo Messi, costretto, in una staffetta simbolica, a cedere il testimone a Kylian Mbappé. Oggi Doha sarà davvero l’ombelico del pianeta: la gara sarà trasmessa in almeno 200 paesi, con una platea di miliardi di persone. 

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QUEI LEGAMI

Le due nazionali sono connesse da antichi legami di sangue – la Francia è stato il terzo paese per immigrazione in Argentina dopo Spagna e Italia -, culturali – Carlos Gardel, il maestro del tango, nacque a Tolosa, ma già a tre anni divenne argentino -, architettonici - alcuni viali di Buenos Aires ricordano Parigi -, letterari e persino calcistici. Da Higuain a Trezeguet, una sfilza di nomi illustri con i due paesi nel sangue. Trezeguet, per dire, ha confessato di essere contento se vincerà Messi. Ma le due bande rappresentano soprattutto produttori seriali di giocatori: uno studio del Cies (Centro Studi sullo Sport), datato maggio 2022, ha stabilito che la Francia con 978 giocatori impegnati nei campionati stranieri è la seconda nazione al mondo e l’Argentina è terza con 815. Due nazionali navigate, abituate a calcare i migliori palcoscenici del calcio, gente con la scorza dura e senza paura, soprattutto gli argentini, costretti a cambiare continente per fare fortuna, in una emigrazione al contrario. La Francia – mistero dei mercati – vale quasi il doppio: 1,03 mld di euro contro i 645,2 dell’Argentina. I Blues hanno il giocatore più caro del mondo – Mpappé è quotato 160 mln -, mentre il talento di maggior pregio dell’Albiceleste è l’interista Lautaro Martinez, meno della metà: 75. Messi paga i 35 anni, ma la verità è che Leo è un gioiello senza prezzo. La Francia è quarta nel ranking Fifa, l’Argentina terza, tanto per ribadire che, in partenza, si annuncia una sfida decisamente equilibrata. 

TUTTI RECUPERATI

La vigilia è stata diversa. Deschamps ha tremato fino a ieri mattina, ma quando il medico gli ha comunicato che il peggio era passato, l’allenatore francese ha ritrovato il sorriso: «Vogliamo aggiungere una stella alla nostra maglia. Guidare la nazionale è la cosa più bella della mia carriera. Qui sto benissimo. Per me è un onore guidare la Francia». Deschamps si è guadagnato la conferma con la semifinale: il futuro è nelle sue mani. Sulla partita, il tono è stato meno conciliante: «L’Argentina ha molti tifosi nel mondo e anche in Francia c’è chi si augura il trionfo di Messi. Noi abbiamo fatto di tutto per arrivare fin qui e vogliamo il secondo titolo di fila». Deschamps è a caccia del bis, impresa riuscita solo a Vittorio Pozzo (1934 e 1938). Modulo e formazione non hanno tolto il sonno al ct francese: via libera al 4-2-3-1 e alla squadra base. L’Argentina ha due pensieri fissi nella testa: come fermare Mbappé e come soffocare Griezmann, uomo chiave della Francia. Scaloni ha provato diverse soluzioni negli ultimi allenamenti: 5-3-2, 4-4-2, 4-3-3. Con la difesa a cinque, entra Lisandro Martinez. Con gli altri moduli, chance per Di Maria titolare. Al termine della seduta, gigantesca foto ricordo dell’Albiceleste, piena di ospiti illustri nel ritiro: Aguero, Lo Celso, Nicolas Gonzalez. Aguero ha condiviso la stanza con Messi: un’amicizia di ferro lega i due personaggi. Leo salirà oggi sul tetto della classifica presenze al mondiale (26), cercherà il titolo di capocannoniere (quota 5 insieme a Mbappé), ma soprattutto insegue quel titolo sfuggito nelle quattro edizioni precedenti. Scaloni, commosso fino alle lacrime, ha ringraziato la truppa: «Hanno dato tutto. Comunque vada è stato un viaggio bellissimo. Dobbiamo trascorrere queste ore divertendoci e poi goderci la finale. Il nostro popolo ha bisogno di una grande gioia. Mbappé è un campione, ma la Francia non è solo lui. E l’Argentina è grande: l’ultima partita al mondiale di Messi merita il titolo». Le nonne dell’Albiceleste sono pronte a festeggiare. Le abuelas argentine sono donne coraggiose e rispettate. Hanno sfidato i militari. Ora vogliono portare in trionfo Leo e i suoi fratelli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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