Barcellona-Atletico, è febbre scudetto
Iniesta: «Vincere la Liga? Sarebbe brutal»

Barcellona-Atletico, è febbre scudetto Iniesta: «Vincere la Liga? Sarebbe brutal»
di Benedetto Saccà
Lunedì 12 Maggio 2014, 15:29
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La Lega calcio spagnola ha tagliato un giorno di passione. La «finale scudetto» della Liga che opporrà il Barcellona all’Atletico Madrid si giocherà dunque sabato alle ore 18 nella cornice del Camp Nou e non più domenica sera. Del resto i colchoneros dovranno preparare pure la finale della Champions League del 24. Le squadre e i supporter hanno insomma ringraziato, anche se il tempo sembra comunque non scorrere e i cinque giorni di attese saranno uno stillicidio, un gioco di nervi, una fatica indicibile. Il destino, a ben vedere perfido più che ironico, ha deciso d’altronde: i biancorossi di Simeone comandano la classifica con un vantaggio di tre punti rispetto ai blaugrana di Martino e potranno festeggiare il titolo se riusciranno a raccogliere anche solo un pareggio al Camp Nou. Viceversa, se il Barça vincesse il duello, allora acciufferebbe i rivali in vetta e sarebbe pure premiato dagli scontri diretti favorevoli. Brividi.



Il Barcellona e l’Atletico si sono affrontati già cinque volte nell’arco della stagione e hanno offerto niente meno che quattro pareggi, due per 1-1 e altrettanti per 0-0. L’unica vittoria della serie (1-0) l’ha conquistata la squadra di Simeone il 9 aprile nella partita di ritorno dei quarti della Champions. «Ma in realtà adesso abbiamo un 50 per cento di possibilità ciascuno», ha riconosciuto l’allenatore argentino.



La storiografia della Liga conserva due scenari pressoché identici all’attuale, un torneo assegnato all’ultimo palpito. E, fra l’altro, entrambi gli episodi abbracciano i protagonisti di oggi. Nel 1946, ad esempio, il Barcellona e il Siviglia si contesero il trionfo: i catalani avevano l’obbligo di vincere ma rimediarono soltanto un pari e gli andalusi centrarono il primo (e finora ultimo) campionato. Nel 1951, invece, ancora il Siviglia arrivò alla sfida conclusiva con l’Atletico, cui sarebbe stato sufficiente un pareggio per avviare le celebrazioni: un punto e via, allora, i biancorossi di Helenio Herrera si laurearono così campioni per la seconda volta in sequenza.



Oggi le tifoserie già ribollono, l’atmosfera negli spogliatoi si scalda e naturalmente la tensione monta, specie sul web. Lo stadio di Barcellona sabato non mancherà di certo l’esaurito e, anzi, più di qualche bagarino si aggira famelico per le strade della città, fiutando il profumo dell’affare. Quanto al campo, Diego Costa calerà ogni carta possibile per saltare l’ostacolo dell’infortunio e, quindi, rendersi perfettamente disponibile.



Sul versante blaugrana, Piqué cercherà di indovinare la cura giusta per l’ultimo sforzo della stagione. Al contrario, Messi sembra già piuttosto concentrato sul Mondiale incipiente ma di sicuro spenderà tutte le risorse immaginabili per non tradire l’affetto della gente catalana e la propria professionalità. Classe, qualità, spirito di sacrificio: ecco la ricetta di Martino, già di fatto esonerato, d’accordo, eppure desideroso di lasciare un segno indelebile.



Le agenzia di scommesse proclamano il trionfo dei campioni catalani. «Vincere la Liga sarebbe “brutal”», ha sorriso stamattina Iniesta, 30 anni compiuti proprio ieri. E l’aggettivo «brutal» rende davvero, soprattutto in italiano, al netto della traduzione letterale.