Belgio-Italia, a Bruxelles tutti pazzi per la sfida di domani: tricolori ovunque, lontano l'astio del passato

Belgio-Italia, a Bruxelles tutti pazzi per la sfida di domani: tricolori ovunque, lontano l'astio del passato
Belgio-Italia, a Bruxelles tutti pazzi per la sfida di domani: tricolori ovunque, lontano l'astio del passato
Mercoledì 30 Giugno 2021, 19:01 - Ultimo agg. 1 Luglio, 00:58
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Tutto pronto in Belgio per seguire venerdì sera il derby dell'anno tra Les Diables Rouges e gli azzurri. Le bandiere tricolori sono esposte un pò ovunque - specie a Bruxelles, Liegi e Charleroi - alle finestre delle case e davanti a bar e ristoranti dove si potrà vedere la partita, in qualche caso accanto a quelle del Belgio. Ad evidenziare che in questo Paese, ormai impazzito per i successi delle due formazioni, le due comunità convivono insieme, in tanti casi all'interno dello stesso nucleo famigliare, ma senza che nessuno rinunci a tifare per la sua squadra del cuore. Insomma, un Paese diviso dalla passione ma ormai integrato e lontanissimo dai tempi delle miniere.

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A Bruxelles l'ambasciatore d'Italia in Belgio Francesco Genuardi ha organizzato quello che lui stesso ha definito «un piccolo stadio istituzionale e non solo» per seguire, nel rispetto delle regole anti-Covid, la partita su un maxischermo piazzato nel cortile dell'Istituto italiano di cultura.

Con lui ci saranno anche gli altri due ambasciatori italiani presenti a Bruxelles: Pietro Benassi, il Rappresentante permanente presso l'Ue, e Francesco Talò, che rappresenta l'Italia alla Nato. Con loro anche esponenti del sistema Italia che vivono e lavorano nella capitale europea. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, profittando del fine settimana, rientrerà invece a Roma dove seguirà la partita a casa, mentre il commissario Paolo Gentiloni resterà probabilmente a Bruxelles e si guarderà la telecronaca dell'incontro trasmessa in francese dall'emittente nazionale belga poiché all'estero la Rai cripta tutte le partite degli europei.

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Di sicuro saranno davanti alla televisione anche due vicepresidenti dell'esecutivo europeo che fin dall'inizio di Euro2020 non si sono persi un incontro: il greco Margaritis Schinas, che si è detto «impressionato» dalla freschezza e dalla forza del team italiano, e l'olandese Frans Timmermans, già sfegatato tifoso della Roma ora orfano degli Orange dopo l'eliminazione dei Paesi Bassi. «È bello vedere tante bandiere italiane in tanti posti», ha detto Genuaradi ricordando i numeri impressionanti della presenza italiana nel Paese: quasi 300 mila i soli iscritti ai consolati, «una cifra altissima in proporzione alla popolazione». Ma contando anche chi non è iscritto nei registri consolari e soprattutto gli italiani di seconda o terza generazione si arriva a sfiorare il milione di persone. Come testimoniano ormai anche i cognomi di tanti politici (uno per tutti l'ex premier Elio Di Rupo), professori, medici, giornalisti e personaggi dello spettacolo. «Mi auguro che uniti daremo prova di adesione alla lotta contro il razzismo e, nel nostro personale derby da eurodeputati in Belgio, ci affidiamo alla nostra tradizione, classe e creatività perché il made in Italy, sotto la guida del Mancio, possa trionfare ancora una volta», ha detto un membro del Pe di lungo corso come Paolo De Castro.

Anche a Liegi e Charleroi, altri due bastioni della presenza italiana legata all'accordo del 1946 per lo scambio di braccia in cambio di carbone, ci si prepara al derby. «A Liegi è come se fossimo in Italia, tutto è pronto per una serata eccezionale», racconta Domenico Petta, console onorario della città attraversata dalla Mosa. «In caso di vittoria la festa esploderà perché qui gli italiani sono molto orgogliosi di questa nazionale che con il suo gioco ha conquistato i favori anche di molti belgi». Il «rispetto e il timore reciproco» sono, secondo il console generale di Charleroi David Michelut, i sentimenti prevalenti nella città a una sessantina di chilometri a sud di Bruxelles, ora conosciuta perché diventata uno dei principali hub di Ryanair. Dopo tanti anni e le tante vittorie dell'Italia sul Belgio (14 su 22 partite disputate), per la voglia di rivalsa degli italo-belgi per i torti subiti ai tempi delle miniere e della tragedia di Marcinelle del 1956 pare sia arrivato il momento di voltare pagina. Nel Paese, dalle Fiandre alla Vallonia, «c'è ormai un grande passione per l'Italia», ha detto ancora Genuardi. E tutti riconoscono che «il Belgio, senza l'Italia e gli italiani, non sarebbe lo stesso».

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